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Il MUBA Museo delle bambine e dei bambini di Bologna sarà firmato da Aut Aut Architettura
Dal parco pubblico al giardino olfattivo in copertura passando attraverso Spazio, Memoria e Città
Autore: cecilia di marzo
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01/02/2023 - Lo studio romano Aut Aut Architettura si è aggiudicato il concorso, bandito dal Comune di Bologna, per la  progettazione del MUBA, il Museo dei Bambini e delle Bambine al quartiere Pilastro del capoluogo emiliano.

L’edificazione del Museo, inteso sia come nuovo presidio socio-culturale locale che come attrattore a livello nazionale, costituisce un’opportunità di riqualificazione e riscatto per il Pilastro, area caratterizzata da una difficile realtà socio-economica e da una conseguente percezione negativa sia esogena che endogena. L’intervento si rivela ancor più interessante poiché inserito, quale polarità, all’interno del progetto Impronta Verde che agisce sul paesaggio naturale e culturale della città a scala territoriale.
 
Il sito individuato per il MUBA è posto in posizione strategica all’interno del rione essendo al centro della spina verde del Pilastro e include due realtà fulcro di aggregazione ed inclusione sociale: la Biblioteca Spina e la Casa Gialla, con le quali opererà in rete agevolando le interazioni ed ampliando tipologia ed orari delle attività proposte alla cittadinanza. La realizzazione della nuova linea rossa del tram che passerà nell’adiacente via Casini permetterà, inoltre, di potenziare la connessione del lotto al resto della città.
 
Il progetto prevede l’inserimento di un edificio di pianta rettangolare in posizione sfalsata rispetto alla Casa Gialla e alla Biblioteca Spina. Tale disposizione intende articolare un microsistema urbano e farà sì che il MUBA, al quale si arriverà principalmente da via Casini, risulterà arretrato rispetto agli altri due edifici che andranno così a definire una quinta prospettica per il nuovo edificio.
 
Un viale, inteso come parco lineare attrezzato, è posto nel mezzo della spina verde parallelamente a via Casini. Questo asse funge da connettore tra il MUBA ed i due edifici esistenti: un connettore appropriabile, utilizzabile dai cittadini come piattaforma per radunarsi, svagarsi e semplicemente rilassarsi. Al viale, oltre agli edifici, si collegano diversi spazi verdi attrezzati con definizioni diverse: il parco giochi, l’area sensoriale riservata ai piccolissimi e lo spazio dedicato agli orti didattici e alla casa delle farfalle, nonché il preesistente campetto da gioco.
 
L’impronta rettangolare a terra si sviluppa verticalmente in una giocosa fabbrica di esperienze e di sapere. Il terzo livello, quasi interamente dedicato al giardino sensoriale in copertura, è infatti caratterizzato dalla sagoma a shed movimentati. Tale reinterpretazione giocosa e singolare dell’archetipo della fabbrica, oltre ad essere un riferimento alla specificità di un luogo sviluppatosi negli anni ‘60 per sopperire alla necessità di alloggi dovuta allo sviluppo industriale, origina da uno degli assunti principali del Reggio Emilia Approach di Loris Malaguzzi secondo il quale il bambino è un produttore di conoscenza. Il Museo delle bambine e dei bambini è infatti inteso come dispositivo capace di stimolare i piccoli visitatori ad imparare facendo, sperimentando, manipolando e giocando. Il MUBA potrà costruire il proprio patrimonio materiale e immateriale insieme ai bambini e alle diverse comunità del territorio, attraverso mostre e laboratori pensati per le varie fasce d’età, dai più piccoli agli adolescenti.
 
Partendo dall’idea che l’esperienza museale debba essere pensata a partire dal parco pubblico, il piano terra dell’edificio risulta essere completamente trasparente, stabilendo continui rapporti interno – esterno sia a livello visivo che di attività. La facciata vetrata è infatti svincolata dalla struttura portante la quale è primariamente costituita da una serie di nuclei in X-LAM a vista che ospitano gli spazi serventi e che si susseguono in maniera sfalsata definendo una serie di spazi serviti. Tale organizzazione ripropone internamente l’idea di microsistema urbano proposta nel masterplan del parco e si traduce in un edificio con spazialità fluide che possono adattarsi alle nuove iniziative oltre che alle esigenze allestitive ed educative.
 
Al primo piano il percorso espositivo-esperienziale si articola nella sequenza di stanze tematiche ed atelier facenti riferimento alle tre interessanti tematiche previste dal progetto curatoriale: Spazio, Memoria e Città. L’ambiente di questo livello risulta diverso da quello trasparente del piano terra: si è voluto infatti proporre uno spazio immersivo tendente al concetto museale di white box, ma con alcune aperture selezionate verso la città, verso il parco, verso le fronde degli alberi.
 
Il giardino olfattivo in copertura costituisce il culmine dell’esperienza fatta all’interno del museo e sarà caratterizzato, grazie ad un’accurata selezione di essenze botaniche, da aromi diversi a seconda della stagione. Molta importanza è infatti data alle attività da svolgere all'esterno – in copertura come nel parco – come spazio di sperimentazione dei propri sensi. L'osservazione dei diversi aspetti della natura (gli odori, la rugosità delle cortecce, l'increspatura e la forma delle foglie, la leggerezza dei petali) può diventare occasione di gioco e apprendimento interdisciplinare. I bambini potranno esplorare, rilassarsi e giocare sulla terrazza verdeggiante in piena sicurezza, essendo il suo perimetro protetto dalla lamiera stirata che prosegue dalla facciata sottostante definendo lo spazio senza compromettere la possibilità di traguardare verso la città nella quale torneranno poco dopo, arricchiti dalle nuove conoscenze e memorie appena prodotte e acquisite nel MUBA.
 
La soluzione costruttiva in X-LAM – ovvero pannelli preformati in legno – garantisce tempi di realizzazione ridotti e basso impatto ambientale. Anche dal punto di vista impiantistico si è puntato ad un’architettura sostenibile, efficiente e dall’impronta ambientale minima.

  Scheda progetto: MUBA – Museo delle bambine e dei bambini di Bologna
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