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Una Casa Atelier nel centro storico di Padova
depaolidefranceschibaldan architetti valorizzano i segni storici significativi a testimonianza dell’identità dei luoghi
Autore: cecilia di marzo
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UNA CASA ATELIER NEL CENTRO STORICO DI PADOVA
09/02/2023 - Casa Atelier MZ di depaolidefranceschibaldan architetti occupa un lotto di forma allungata situato nel centro storico di Padova, dove anticamente sorgevano le pertinenze di un palazzo nobiliare di origine romanica modificato nel XVI e XVIII secolo.
Spazi molto diversi si articolavano lungo la direttrice che raccordava il palazzo all’accesso sul retro.
Fino al tardo Settecento il sito era chiuso da un palazzetto e tagliato trasversalmente dalle scuderie, che delimitavano la corte nobile da un lato e i broli con gli annessi dall’altro. Nel tempo i luoghi furono ampiamente rimaneggiati, con la demolizione delle scuderie e la realizzazione di un volume novecentesco addossato al muro di cinta in continuità con le antiche pertinenze.

Il risultato è una cortina costruita sul bordo meridionale del lotto, composta da parti indipendenti e autonome: il palazzetto su tre livelli recentemente restaurato, il piccolo ampliamento novecentesco su due livelli e – tra loro – un volume basso con la copertura piana adibita a terrazza. Il giardino si presenta invece come uno spazio romantico preceduto da una corte pavimentata in tozzetti di trachite, entrambi accessibili solo dal palazzo nobiliare.

L’intervento riguarda la ristrutturazione leggera del palazzetto e il recupero dei volumi costruiti e degli spazi aperti, valorizzando i segni storici significativi a testimoniare l’identità dei luoghi: il muro di cinta, l’antico brolo e il sedime delle scuderie.

Il restauro del muro di cinta prevede l’apertura di un originario varco pedonale, in contrapposizione a quello esistente presso il palazzo nobiliare. Lungo questa direttrice, tesa tra i due ingressi, si susseguono diverse “stanze all’aperto” in un’alternanza di spazi minerali e piantumati. Nel contempo, una dorsale interna tangente il fronte sul giardino distribuisce a pettine gli ambienti della casa atelier.

La corrispondenza tra i due assi di progetto si percepisce non solo nell’andamento planimetrico ma anche nelle analogie cromatiche e luminose: il paramento in mattoni faccia a vista del muro di cinta si ripete con continuità dentro l’edificio, la trachite grigia dei percorsi nel giardino corrisponde al cemento levigato dei pavimenti interni, le luci a spot generano i medesimi effetti di luce.
 
I volumi sviluppati in linea sul margine del lotto vengono riconfigurati istituendo una relazione molto stretta con gli esterni. Lo spazio dell’abitare è concepito per parti autonome che compongono una sequenza fluida in cui la vita domestica incontra il lavoro del proprietario, un designer di occhiali.

La zona giorno si snoda attraverso una serie di locali alternati a fasce di servizio. Gli ambienti interni sono separati da partizioni scorrevoli i cui rivestimenti generano diversi gradi di permeabilità visiva all’interno della casa. Se il vetro fumé lascia l’occhio correre in profondità lungo l’enfilade delle stanze, i rivestimenti a specchio ampliano i locali, mentre il linoleum opaco, satinato al tatto, è la quinta che valorizza i pezzi d’arredamento e la collezione di design.
 
I locali sono luminosi e animati dagli effetti dinamici che la luce genera interagendo con i vari materiali, come la lamiera forata e zincata della scala. In posizione baricentrica tra soggiorno, studio e terrazza, la scala è protagonista dello spazio, è un oggetto sospeso sul cui pattern a fori circolari si muovono i riflessi colorati.
 
Ampie vetrate apribili collegano direttamente il soggiorno al giardino e lo studio alla corte. I profili di ferro nero dei serramenti si integrano alle paraste interne in linoleum scuro. La cucina si sviluppa al piano superiore, estendendosi in una serra vetrata bioclimatica e una generosa terrazza. Tutti i luoghi di relazione si dilatano verso lo spazio esterno, inglobando la vegetazione.

Il giardino è riprogettato recuperando la memoria dell’antico brolo e il sedime delle scuderie. Le piante antiche ancora in vita, tipiche dei giardini storici padovani, sono spostate nell’estremità orientale e integrate con nuovi esemplari.

Il sedime delle scuderie è riconoscibile invece dall’uso del mattone faccia a vista non solo nel profilo dell’antico fronte, ma anche nelle pavimentazioni. Disposto di taglio, il mattone distingue gli spazi di sosta e le bordure di fasce piantumate o minerali.
 

  Scheda progetto: Casa Atelier MZ
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