13/03/2023 - DEGW, brand di Lombardini22, ha curato il progetto di trasformazione dell’hub milanese di EY wavespace, centri d’innovazione interattivi e specializzati in nuove tecnologie.
In Italia, il lancio dell’EY wavespace era già avvenuto a Milano nel 2018 per poi proseguire nel 2020 con la realizzazione del lab di Roma, entrambi progettati da DEGW.
Con l’obiettivo di rendere l’esperienza più proficua e coinvolgente, il nuovo hub milanese è un luogo di riflessione e connessione dal forte impatto scenografico, integrato nell’edificio di Via Meravigli in cui ha sede EY e prevalentemente dedicato alla collaborazione con clienti, colleghi e brand. Uno spazio dedicato all’innovazione che pone l’uomo al centro dell’esperienza, con particolare attenzione alla prossemica, adottando gli elementi della natura a supporto delle relazioni umane.
Situato al quarto piano della sede EY di via Meravigli a Milano, l’EY wavespace è uno spazio laboratorio di circa 800 metri quadri articolato in due grandi macroaree, Meaning Lab e Significance Lab, a loro volta suddivise in diverse stazioni esperienziali che formano un percorso, o meglio un viaggio, di natura trasformativa.
Tutto il concept – sviluppato da EY e progettato architettonicamente da DEGW – si basa sui quattro elementi naturali – terra, acqua, aria e fuoco – cui sono associati i diversi ambienti principali connessi in sequenza tra loro attraverso specifiche aree di transizione.
Un viaggio che ha inizio nell’ambito dell’area Meaning Lab, che comprende gli spazi The Cave e The Wave (rispettivamente associati agli elementi terra e acqua), alternati con gli spazi di transizione The Waterfall e The Mirror. Quest’ultimo spazio fa da cerniera con l’area successiva, il Significance Lab, che inizia con The Flame (spazio collegato al fuoco), prosegue con l’area di transizione The Breath e termina con il grande ambiente The Cloud (collegato all’aria) dove il percorso si conclude.
Una sequenza di ambienti interconnessi dalla studiata sceneggiatura, dove le attività e le atmosfere, le compressioni e le dilatazioni dello spazio, le qualità percettive dei materiali e dell’illuminazione concorrono a formare una sorta di teatro di ricerca centrato sulle persone (progettato con il supporto dell’ExperienceLab dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e realizzato, non a caso, con le maestranze del Teatro alla Scala): persone qui chiamate ad attivarsi tra archetipi e tecnologie abilitanti, e a progettare esperienze al servizio di processi di trasformazione di business sostenibili.
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