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30/03/2023 - La mostra ʹWHAT MAD PURSUIT. Aglaia Konrad, Armin Linke, Bas Princenʹ, pensata dall’Accademia di architettura dell’Università della Svizzera italiana appositamente per gli spazi del Teatro dell’architettura Mendrisio, è un progetto inedito che raccoglie i lavori fotografici di tre protagonisti della scena artistica internazionale che lavorano con la fotografia attraverso modalità e approcci diversi: Aglaia Konrad, Armin Linke e Bas Princen.
Accostando circa 50 opere, realizzate dagli autori in luoghi e momenti differenti con scopi altrettanto eterogenei, la mostra, a cura di Francesco Zanot, esplora le intersezioni tra fotografia e architettura, spazio rappresentato e spazio espositivo.
Ispirato all’omonimo saggio del neuroscienziato britannico Francis Crick, il titolo della mostra introduce il tema delle intersezioni, delle combinazioni e delle confluenze in quanto fondamentale fattore di arricchimento di un intero sistema, privilegiando lo scambio (moltitudine) rispetto all’isolamento (unicità). Scrive Crick in What Mad Pursuit (1988): "In natura le specie ibride sono generalmente sterili, ma nella scienza è spesso vero il contrario. I soggetti ibridi sono molte volte eccezionalmente fertili, mentre se una disciplina scientifica rimane troppo pura è destinata a deperire”.
Nelle pratiche artistiche dei tre autori, lo spazio interno dell’inquadratura e quello esterno diventano oggetto di studio ma anche di radicale re-visione attraverso la mediazione della fotografia. Ogni opera o ciclo di opere mira infatti ad attivare nuove letture di soggetti già sottoposti a processi di rappresentazione e interpretazione, introducendo altri strati di significato che si intersecano con i precedenti. Anziché immortalare (una volta e per sempre), qui la fotografia innesca una reazione a catena di risignificazione almeno teoricamente senza fine. La fotografia riaccende e riavvia. È una questione di intersezioni, interazioni, sovrapposizioni, reazioni, interferenze.
Nella serie fotografica Shaping Stones, Aglaia Konrad combina edifici di grandi architetti con altri anonimi, sia antichi sia contemporanei, uniti tra loro dall’utilizzo di uno stesso materiale e da una modalità di rappresentazione, la fotografia in bianco e nero, che consente di ottenere un amalgama tanto coerente quanto estraneo a qualsiasi categoria riconosciuta.
Armin Linke preleva dal proprio archivio immagini preesistenti, scattate in tutto il mondo nell’arco della sua carriera. L’artista mescola tra loro queste immagini al fine di costituire una nuova narrazione che esula dal contesto di produzione originario, sfidando le nozioni stesse di cronologia, linearità, storia e uniformità.
Bas Princen fotografa altre rappresentazioni, interrogandosi su quello che accade loro una volta che vengono duplicati e convertiti in un’immagine bi-dimensionale. Dettagli di elementi preesistenti, come ad esempio dipinti, oggetti, fotografie, solitamente colti nella loro complessità, sono sottoposti nell’opera di Princen a un ulteriore processo di interpretazione, dando vita a nuove immagini autonome in grado di distaccarsi da quelle di provenienza. L'artista mette inoltre in discussione la stessa bi-dimensionalità della fotografia attraverso una tecnica di stampa basata sul rilievo e dotata di un’insolita qualità scultorea.
Il percorso espositivo, dislocato su due piani, si configura come una giustapposizione e ricombinazione delle opere, che si intrecciano tra loro per acquisire nuovi significati e letture. Se le opere di Bas Princen, stampate su carta di riso, danno rilievo e corpo alla fotografia, le immagini di Aglaia Konrad si adattano alla superficie della parete su cui sono applicate, mentre le fotografie di Armin Linke sfruttano le caratteristiche architettoniche dello spazio espositivo attraverso dispositivi che ne mettono in rilievo il ritmo, i materiali e la tecnica, stabilendo un dialogo che si risolve in una peculiare forma di 'coreografia installattiva’.
ʹWHAT MAD PURSUIT. Aglaia Konrad, Armin Linke, Bas Princenʹ sfida qualsiasi tentativo di semplificazione della fotografia per esprimerne la complessità e la natura stratificata. Nel riflettere sul tema dell’abitare, le opere di questa mostra intrattengono a loro volta con il Teatro dell’Architettura di Mendrisio una relazione simile: non occupano semplicemente uno spazio, ma ne fanno la propria dimora.
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Scheda evento: |
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A.KONRAD_Shaping Stones (London, 2013) A.KONRAD_Shaping Stones (Grande Dixence, 2012) A.KONRAD_Shaping Stones (Madrid, 2009) A.LINKE_Wittgenstein House A.LINKE_G8 summit Genoa A.LINKE_Gordon Bunschaft B.PINCEN_Detail #2 (Progress of the Chrystal Pallace, London 1855) B.PRINCEN_Detail #4 (Le Stryge, anonymous cyanotype aprox 1860) B.PRINCEN_Enlarged Copy #1 (Manhattan court site, October 1928 Walker Evans)
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