04/04/2023 - Il concorso internazionale Tokyo Urban Meditation Cabins competition bandito dalla piattaforma Buildner è stato vinto da due ragazzi italiani, Debora Di Francesco e Doni Hallko, dell’Università di Camerino, con il progetto Shinrin-yoku Urban Cabin.
Il bando prevedeva la costruzione di una cabina urbana capace di riconnettere i cittadini di una megalopoli come Tokyo con la natura, il circostante e, quindi, con sé stessi. A patto che questa cabina fosse facilmente trasportabile, che non superasse i 6 m² e che fosse, quindi, concepita per essere facilmente posizionata in ogni angolo della città.
La proposta progettuale vincitrice è un invito ai cittadini ad interrogarsi sul proprio ambiente urbano, che allude, al suo interno, ad una possibile risposta.
Ponendo la città allo specchio, si vuole spingere i suoi cittadini, innanzitutto, a soffermarsi per riflettere sulla propria condizione all'interno dell'habitat urbano, e sugli effetti che questo habitat ha su tutti noi; a chiedersi se c’è qualcosa che abbiamo lasciato fuori mentre sceglievamo come costruire l’ambiente in cui vivere.
La Shinrin-yoku Urban Cabin
«Lo “Shinrin-yoku”; letteralmente “trarre giovamento dell'atmosfera della foresta”, ma più comunemente tradotto come “bagni nella foresta”. è una pratica giapponese che consiste nell'abbandonarsi alla natura e riconciliarsi con essa per trarne dei benefici psico fisici, per giunta ampiamente documentati da recenti ricerche scientifiche.
Una piccola porta posta sul lato corto invita a curiosare se dietro questa forma geometrica pura ci sia una possibile alternativa al paesaggio che riflette.
Al suo interno la cabina offre un immersivo ambiente naturale, da vivere in intimità. Le pareti ospitano in verticale un microambiente verde, e tra queste vi è un’altalena. È proprio il movimento di quest’ultima che guida il progetto verso una forma semicircolare, che poggia leggera sul terreno.
In conclusione, con questa cabina aspiriamo, nella migliore delle ipotesi, a stimolare un dibattito sulla città, ma il progetto assolve pienamente il suo dovere anche semplicemente regalando un quarto d’ora di evasione ad un cittadino alla volta».
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