05/05/2023 - “Ridare vita al vetro”, un'aspirazione che diventa concreta attraverso l’estro creativo di Federica Biasi e il know-how del brand italiano di arredo Gallotti & Radice. Nasce Re-verre, la nuova collezione di tavolini in vetro riciclato che coniuga il guizzo della designer milanese e la volontà della Ceo del brand Silvia Gallotti di sperimentare attraverso la materia seguendo le logiche di riciclo e riuso.
Il tavolino in vetro riciclato Re-verre racchiude in sé estetica volitiva, ricerca sulla materia e attenzione al riuso. Una rilettura di un classico da salotto dove il vetro-non-vetro dalle tonalità terrose riflette il tema della sostenibilità, tema assai caro a Federica Biasi, come racconta alla redazione di Archiproducts.
Re-verre, ovvero “Ridare vita al vetro”. Ci racconti la nuova collezione di tavolini disegnata per Gallotti & Radice presentata al Salone del Mobile? Come nasce questo progetto e a cosa si ispira?
La collezione nasce dalla volontà del brand, in particolare di Silvia Gallotti, di trovare nuove modalità - se vogliamo contemporanee - del riutilizzo del vetro, materiale importante per Gallotti & Radice poiché fa parte da sempre del loro know-how sin dalla loro nascita. Abbiamo così cercato di ottenere un amalgama che non sembrasse vetro al primo impatto, che avesse un’estetica differente, toni caldi, della terra. Un oggetto nato per rimarcare il concetto del “ri-uso”, non nella sua accezione poco elegante, ma con l’idea che, con i materiali di seconda lavorazione, si può dare vita a nuove estetiche anche in ambito industriale.
Il decoro mutevole sulla superficie di Re-verre apre a una nuova estetica per gli spazi living. Oltre al decoro, quali sono gli altri elementi che caratterizzano i tavolini Re-verre?
Il colore, la loro miscela, che seppur differenti trovano punti di incontro armoniosi, ed ultimo ma più importante, il materiale, ottenuto dal vetro di scarto delle bottiglie. Re-verre ha il significato di ri-vivere - e questo per noi oltre all’estetica - è un forte pensiero da trasmettere.
Il tema del riuso e del riciclo si intreccia alla ricerca sulla materia. Che significato assume oggi per un progettista la ricerca, la sostenibilità e l’innovazione?
Nel mio caso, soprattutto negli ultimi due anni, il tema del riuso e del riciclo ha assunto un significato progettuale quasi centralizzante: viviamo in un’epoca in cui creare qualcosa di differente è molto complesso, soprattutto nel mondo dell’arredo, sempre più incentrato sullo stile e sull’estetica;
In questo contesto ho preso coscienza sempre più che il cambiamento deve partire dai materiali, come è sempre stato nella storia, inoltre, il tema della materia si deve necessariamente incontrare con quello della sostenibilità, che dovrà essere l’unico modo per progettare consapevolmente. Non è ancora sempre attuabile in ogni collaborazione ed in qualsiasi azienda, ma quando accade credo che sia davvero il segno che qualcosa stia cambiando, non solo nell’autoproduzione, ma anche nell’industria.
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