25/05/2023 - Sospesa come una nuvola, la Bubble House domina le colline del Vexin, nel nord-ovest della Francia. Scultura?Rifugio? Disco volante? Progettato dall'architetto, urbanista e teorico Jean Benjamin Maneval (1923-1986) e prodotto dall'azienda Batiplastique tra il 1968 e il 1970, questo inusuale rifugio di 36 m2, non passa certo inosservato.
Composta da sei moduli in poliestere posti su una base di cemento, la Bubble House fu acquistata all'asta nel 2014 da un collezionista francese per farne una dépendance dedicata a ospiti e amici. Dopo averla fatta restaurare e installare nella sua tenuta di famiglia, nel nord-ovest della Francia, l’acquirente decide di affidarne la direzione artistica a KIF uno studio creativo formato da Guillaume Furet e Mélissa Louis.
La visione di KIF per la riprogettazione di questa bolla è stata quella di un rifugio destinato alla convivialità, una bolla in mezzo alla natura, basata sul concept di una suite d'albergo: "Per dare vita a questa visione, volevamo la firma di un designer contemporaneo. La collaborazione con Dorothée Meilichzon – l’interior designer francese nota per i colorati interni di alcuni tra gli hotel più glamour degli ultimi anni – è stata una scelta ovvia, in modo che potesse sovrapporre la sua visione unica e apportare una funzionalità completamente nuova a questo singolare oggetto architettonico".
Gli interni di Dorothée Meilichzon e l’omaggio all'estetica futurista degli anni Settanta
Dorothée Meilichzon, direttrice di CHZON - studio specializzato nella progettazione di hotel, bar e ristoranti - ha progettato l'architettura interna di questa casa come una suite d'albergo, nella continuità del lavoro di Jean Benjamin Maneval: privo di alcuna linea retta.
Una suite immersa nella natura, dove è possibile dormire, leggere, lavarsi o invitare qualche amico per un drink o una cena, godendo dell'apparizione furtiva di cinghiali e cervi attraverso le grandi aperture in plexiglass.
Ogni mobile che occupa la doppia curva dello scafo è stato disegnato e prodotto appositamente per questo progetto.
Cinque dei gusci condividono un grande tappeto arancione, ma ogni guscio ha una propria funzione: il guscio letto è rivestito con un tessuto Edinburgh Weavers molto grafico, in omaggio al proprietario di questa bolla che è un appassionato collezionista di Victor Vasarely, pittore e grafico ungherese; il guscio bar è realizzato in tessuto Tibor e mobili su misura in acciaio inox; quello d'ingresso ospita una lampada di Axel Chay, rivolta verso il panorama, ed è affiancato da un guscio soggiorno molto contemplativo, arredato con due panche arrotondate, rivestite in moquette e la lampada Chimera di Vico Magistretti; il guscio doccia, tutto in marmo Arabescato e mosaico pastello, è bianco come l'esterno della casa; un ultimo guscio, con il suo divisorio scorrevole in noce e il suo pavimento luminoso, ospita una toilette e uno spogliatoio. Al centro, un tavolo rotondo con quattro poltrone antiche e due pouf Mushroom di Pierre Paulin sono il punto d'incontro dei sei gusci che compongono la Bubble House.
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