07/08/2023 - Lo studio romano ADAT, fondato da Antonio Atripaldi e Andrea Debilio, è il vincitore del concorso internazionale per il Museo della Scienza di Roma in via Guido Reni.
La proposta Science Forest si presenta come un intervento urbano, un edificio aperto, che ripensa l’esperienza museale dando vita ad uno spazio pubblico e condiviso, in cui centrali saranno l’aspetto interattivo e una nuova relazione fra storia, uomo e natura.
Il progetto di ADAT ha l’obiettivo di proporre una nuova visione nel rapporto tra conoscenza, natura e storia, presentando un edificio in cui queste tre componenti sono in costante dialogo e confronto. Il museo diventa un luogo di incontro quotidiano per cittadini e ricercatori, uno spazio pensato per una nuova comunità aperta, in cui vengano superate le tradizionali dicotomie quali pubblico e privato, naturale ed artificiale, passato e futuro: le capsule, luogo della nuova conoscenza per i cittadini, saranno sostenute da un edificio storico ristrutturato e da un parco naturale pubblico.
Il complesso si integra nella città esistente e futura, sommandosi ad altri progetti limitrofi come il Progetto Urbano Flaminio e le nuove operazioni del MAXXI - Green MAXXI e MAXXI hub: mantenendo l’impianto urbano esistente, con la conservazione delle mura perimetrali dello SMMEP (Stabilimento Militare di Materiali Elettronici di Precisione), l’intervento prevede lo svuotamento dell’area interna dell’edificio e la creazione di un nuovo parco urbano pubblico in continuità con quello previsto nell’area adiacente.
Gli ambienti del piano terra saranno accessibili a tutti: foyer a doppia altezza, caffetteria, bookshop e ristorante, così come il parco centrale aperto alla città, creano insieme un luogo polivalente, una galleria “diffusa” per allestimenti speciali e incontri dedicati alla scienza che rendono il museo un luogo di incontro, di studio e di dibattito. Una galleria on-demand, spazi per la ricerca e la direzione del museo, sostengono la nuova terrazza, una zona intermedia per esposizioni all’aperto che sfuma la soglia tra il volume esistente e la superficie vetrata.
Numerose ‘capsule’ di diverse geometrie e dimensioni sono sospese sul parco, sorrette dalla selva di alberi artificiali e connesse tra loro da corridoi vetrati. L’edificio è coronato da una teca semi-trasparente aperta per consentire la ventilazione naturale e l’effetto camino; la copertura, così come il fronte sud della facciata è completamente rivestita da celle fotovoltaiche che garantiscono all’edificio una rilevante produzione di energia elettrica.
La struttura del Museo è concepita come una scatola bioclimatica passiva che permette ai visitatori di esplorare le dinamiche delle comunità vegetali al suo interno, architettura e paesaggio sono il risultato di un approccio integrato volto a creare un microclima che garantisca a tutte le specie, animali e vegetali, le migliori condizioni di vita possibili.
Il progetto del Museo della Scienza di Roma punta a ottenere una certificazione di alto livello secondo i protocolli LEED® e WELL®, per garantire condizioni di comfort ottimali e ridurre il consumo energetico.
L’inizio dei lavori è atteso per il 2025.
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