Nella sede di Agape Bosco il percorso espositivo che ripercorre i valori, i pensieri e i progetti dell'azienda fondata nel 1973 dalla famiglia Benedini
29/09/2023 - Il bagno Agape compie 50 anni. Un traguardo importante celebrato con la mostra “In realtà, volevamo fare dell’altro. Una storia di Agape – 1973/2023”, in programma fino al 31 marzo 2024. Ospitato nella suggestiva sede di Agape Bosco, il percorso espositivo intreccia la storia, i valori, i pensieri e i progetti dell'azienda fondata nel 1973 dalla famiglia Benedini.
Il titolo dell’esposizione allude alla storia di Agape, nata quasi per caso e, nonostante e proprio per questo, vissuta e costruita dai suoi protagonisti - i fratelli Emanuele e Giampaolo Benedini - con dedizione e profondità. Dal legame con Mantova e il suo territorio, a un’etica del progetto fondata su unicità e coerenza, la mostra racconta, attraverso 4 sezioni, un modo di essere e di vivere che si traduce in una visione anticipatrice del bagno.
Agape, 50 anni di storia
È il 1973 quando i genitori di Emanuele e Giampaolo investono per i figli, mettendo a disposizione le risorse per partecipare alla fondazione di Agape. Soci iniziali sono i cugini Gianfranco e Luigi Benedini, imprenditori nel settore idrotermosanitario, e Giampaolo che da poco ha iniziato la libera professione come architetto, mentre Emanuele entra nella società nel 1977. Nel 1987 Emanuele inizia a seguire la parte gestionale e strategica dell’azienda, lasciando che il fratello si dedichi a tempo pieno ai progetti e alla direzione creativa.
Fin dai primi anni viene impresso un approccio progettuale innovativo per l'epoca: il bagno, che negli anni ‘70 era ancora considerato di servizio, viene interpretato da Agape come area di benessere e cura di sé, da progettare nella sua complessità funzionale e nella sua completezza, al pari degli ambienti della casa tradizionalmente ritenuti più nobili.
Nell’arco di mezzo secolo il bagno Agape si configura come unicum del design, perché nel backstage di questa azienda italiana e del suo modo di progettare il bagno c’è un preciso modo di essere. “Quello che fa la differenza in Agape è l’attitudine alla coerenza come traduzione esatta della funzione nella forma. Uno spirito di ricerca dove conta la sincerità. Ed è un percorso fatto di continui perfezionamenti, per superare il già visto e dare vita a prodotti senza tempo che si relazionano all’ambiente bagno come spazio architettonico pensato per accogliere chi lo abita”, spiega Emanuele Benedini, Amministratore Unico di Agape dagli anni ‘90.
La mostra nella sede di Agape Bosco
Mezzo secolo che la mostra racconta in quattro modi diversi, a partire dallo spazio espositivo: Agape Bosco va oltre il concetto di showroom. Ricavato da un’azienda agricola dismessa nel cuore della campagna mantovana, città di origine della famiglia Benedini, Agape Bosco è un luogo di incontro, di progettazione e di convivialità, dove si respira ciò che è Agape, in un’atmosfera calda e autentica.
La fotografia secondo Agape
Un primo filone narrativo raccoglie immagini di archivio, con gli scatti di fotografi come Andrea Ferrari e Aldo Ballo, con cui Emanuele Benedini in prima persona parteciperà attivamente a styling e preparazione dei set. Campagne pubblicitarie, cataloghi, materiali espositivi dove ambientazione e inquadrature comunicano e diventano parte integrante del progetto del prodotto. E ogni immagine svela un racconto. Come lo scatto della “Secchia rapita”, lavabo progettato da Giampaolo Benedini per accompagnare la crescita del bambino grazie ai supporti a muro spostabili nel tempo, un’intuizione nata quando la figlia Camilla era piccola.
La stessa Camilla, ad appena 7 anni, diventa protagonista della campagna pubblicitaria di Makerio nel 1980. Nello scatto di Bruno Giovetti, la zona lavabo bagno si dissolve in una composizione libera di elementi bi e tridimensionali sulla parete. Nella fotografia compaiono anche gli accessori della serie Golf, sempre nei colori accesi caratteristici di quegli anni.
Riflessioni, ricordi, pensieri
Fanno da contrappunto i pensieri dei fratelli Emanuele e Giampaolo Benedini, entrambi dotati di una singolare prospettiva architettonica. Testi scorrono su due monitor che delineano le due personalità, attraverso ricordi e riflessioni che hanno scandito la storia dell’azienda. Frammenti attraverso cui affiorano l’ironia, l’umanità e il calore che contribuiscono a fare di Agape una realtà unica. Si sorride e si riflette insieme a loro, in un’atmosfera intima che permette di dare uno sguardo al dietro le quinte di questi ultimi cinquant’anni.
Una selezione di prodotti e prototipi
La mostra accosta prodotti finiti a prototipi selezionati dall’archivio dell’azienda. Un modo efficace e intuitivo per raccontare la ricerca di Agape nel suo procedere per continui affinamenti attorno a tematiche progettuali ricorrenti, affrontate e risolte di volta in volta con tecnologie, materiali e soluzioni progettuali differenti.
I primissimi esordi sono testimoniati dalla serie Mantus del 1973, disegnata da Giampaolo per soddisfare le esigenze di vendita dei grandi magazzini spagnoli “El Corte Ingles”, ma in cui non si riconosce.
Sarà Erion, sistema di mobili componibile, a delineare un nuovo approccio progettuale di impronta più architettonica. Un salto di scala e di complessità, un progetto in relazione diretta con lo spazio lo accoglie.
La selezione di arredi bagno Agape comprende altri prodotti storici come Pump (1985) dove l’utilizzo originale della ceramica prefigura già la futura serie di lavabi Cenote di Patricia Urquiola.
Un’altra storia è quella raccontata dalla serie di accessori Calvino, disegnata da Enzo Mari per Agape. Mentre all’inizio è Giampaolo l’unico progettista è da allora, nel 1992, che l’azienda decide di allargare ad altri designer, stimolo indispensabile per una visione sempre più completa e ricca di molteplici energie creative.
Alle prime collaborazioni con Enzo Mari e Pino Pasquali ne seguiranno molte altre, fra cui determinanti quella con Patricia Urquiola e con Gwenael Nicolas, sempre attraverso un confronto in prima persona con Emanuele e il Centro Ricerca e Sviluppo Agape.
Fulcro della selezione, il prototipo di Spoon che debutta nel 1998. Vasca scultorea da centro stanza, è un punto di svolta per Agape nello sviluppo commerciale e di internazionalizzazione. Ed è il momento in cui i fratelli Benedini hanno ormai raggiunto una sinergia equilibrata e stimolante. La gestione manageriale e strategica di Emanuele permette a Giampaolo di dedicarsi a tempo pieno ai progetti e alla direzione creativa e da quel momento la storia dell’azienda è un susseguirsi di felici intuizioni su tutti i fronti, dalla progettazione. alla distribuzione, alla comunicazione.
La goccia: un omaggio dei creativi ad Agape
In esposizione una serie di libere interpretazioni del marchio di Agape da parte di creativi e designer che collaborano con l’azienda.
Artefatti dove il segno grafico della goccia è rielaborato in chiave personale e al tempo stesso perfettamente riconoscibile. Dalla geniale visione di Kostantin Grcic, ironica e sospesa, alla rilettura colorata e cangiante di Patricia Urquiola.
Dalla sognante e poetica versione a cuore di Marco Carini, alla giocosa girandola di gocce immaginata da Bibi Benedini.
Non da meno, la goccia diviene manifesto sotto la penna di Leo Torri, si trasforma in aforisma nelle mani di Gwenael Nicolas, si presenta come graffito attraverso Studiopepe, e diviene un collage di simbolismi grafici e sonori per Elisa Ossino, risonando l’evoluzione dinamica di Agape.
Agape su ARCHIPRODUCTS
La mostra “In realtà, volevamo fare dell’altro. Una storia di Agape – 1973/2023”
Emanuele e Giampaolo Benedini - photo by Mark Seelen
Agape Bosco - photo Giorgio Possenti
Lavabo La secchia rapita - 1981
Arredo bagno Agape, collezione Makerio - 1980
La mostra “In realtà, volevamo fare dell’altro. Una storia di Agape – 1973/2023”
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