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08/09/2023 - La Collezione Giancarlo e Danna Olgiati di Lugano ospita, dal 24 settembre al 14 gennaio 2024, “Balla ’12 Dorazio ’60. Dove la luce”.
La mostra è la storia di una straordinaria affinità elettiva, quella che unì due grandi maestri dell’arte italiana del Novecento: Giacomo Balla (1871-1958) e Piero Dorazio (1927-2005). Come suggerito dal titolo, ispirato ad una nota poesia di Giuseppe Ungaretti, il tema del confronto è la luce, quintessenza della vita, ma anche sfida perenne per gli artisti che con essa, da sempre, hanno dovuto misurare le proprie capacità espressive.
È un racconto visivo, nato da un’idea di Danna Battaglia Olgiati e affidato a 47 capolavori creati attorno a due date: il 1912, anno in cui nascono le Compenetrazioni iridescenti di Balla ed il 1960 per le ben note Trame di Dorazio.
“Quasi cinquant’anni passano tra le une e le altre, eppure ciò che seduce e ancora ci interroga di quel fenomeno luminoso, di cui queste opere sono interpreti e tributi, è il mistero che al di là di ogni verità scientifica sentiamo in tralice calamitare il nostro sguardo dentro le superfici” spiega Gabriella Belli, curatrice della mostra.
L’allestimento della mostra, progettato da Mario Botta, sottolinea le differenze e le affinità dei due linguaggi artistici attraverso un’idea nuova dello spazio espositivo, ridisegnato proprio per accogliere e valorizzare al massimo queste opere: i lavori di Balla saranno sospesi in nicchie bianche, in uno spazio vuoto che li renderà preziosissimi, quelli di Dorazio, di grandi dimensioni, saranno invece presentati su ampie superfici nere, che permetteranno una efficace fruizione e soprattutto un rimando percettivo e visivo continuo alle opere di Balla.
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Scheda evento: |
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Compenetrazione iridescente n°1, 1912. ©2023, ProLitteris, Zurich Compenetrazione iridescente radiale (Vibrazioni prismatiche), 1913-1914. ©2023, ProLitteris, Zurich Piero Dorazio, Troppo segreto, 1961. ©2023, ProLitteris, Zurich Piero Dorazio, Crack verde [Senza titolo], 1959. ©2023, ProLitteris, Zurich Modello di studio. Mario Botta Architetti. Foto ©Enrico Cano
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