Dimensione testo |
|
12/10/2023 - È stato presentato il progetto esecutivo del Polo delle Arti di Torino, destinato a sorgere nel suggestivo sito Unesco della Cavallerizza Reale di Torino. La proposta, ideata dall'Accademia Albertina di Belle Arti e dal Conservatorio "Giuseppe Verdi" di Torino, in collaborazione con la Fondazione Collegio Universitario Einaudi, è stata affidata al lavoro congiunto di Picco Architetti, Baietto Battiato Bianco e De Ferrari Architetti.
Il progetto esecutivo, già pronto per la fase di cantierizzazione, è stato ufficialmente presentato al Ministero dell'Istruzione e Merito, l'ente competente per ottenere i fondi destinati all'Alta Formazione Artistica Musicale Coreutica. Il Raggruppamento, vincitore di una selezione a inviti tra 10 studi di architettura indetta dal Collegio Einaudi nell'agosto del 2022, è stato incaricato della progettazione definitiva ed esecutiva. La Direzione Artistica Architettonica è stata affidata a Matteo Robiglio dello Studio TRA, autore di un precedente progetto di prefattibilità.
Il Polo delle Arti di Torino sarà un centro di eccellenza dedicato alle professioni legate al teatro musicale, al teatro di prosa, alla musica elettroacustica, alla composizione, alla televisione, alle arti visive e ai nuovi linguaggi artistici. L'obiettivo è attrarre studenti, artisti, talenti e ricercatori provenienti sia dall'Italia che dall'estero.
L'investimento totale previsto ammonta a circa 25,5 milioni di euro, di cui 14,4 milioni destinati alla parte formativa e 11,1 milioni alla residenzialità. Questi fondi saranno ottenuti attraverso specifiche richieste di finanziamento rivolte ai settori dell'Alta Formazione Artistica Musicale Coreutica e della residenzialità universitaria. La realizzazione del Polo sarà integrata da interventi di recupero e valorizzazione delle sedi storiche dell'Accademia e del Conservatorio, per un ulteriore investimento di 7 milioni di euro, sempre finanziato attraverso i medesimi fondi ministeriali.
Il progetto degli architetti Picco, Baietto, Battiato, Bianco e De Ferrari si distingue per la sua attenzione all'architettura storica, vista come un valore da preservare e valorizzare in un contesto di trasformazione complessa. Il complesso architettonico della Cavallerizza Reale, con le sue stratificazioni materiche e semantiche, rappresenta una ricca fonte di ispirazione. Il progetto cerca un equilibrio armonioso tra le nuove funzioni del Polo delle Arti e l'edificio storico, fondando le sue decisioni compositive e distributive su questo delicato rapporto.
Il progetto, a cura di Picco Architetti, Baietto Battiato Bianco e De Ferrari Architetti, può essere definito come un "adeguamento" più che una "trasformazione", spostando l'attenzione dalla pura creazione formale al riconoscimento e alla valorizzazione dei valori intrinseci del costruito esistente. Il nuovo design si completa con una manica su via Verdi, che presenta un involucro sorprendente con trame verticali e superfici vetrate, mantenendo al contempo una connessione armoniosa con l'edificio storico.
L'approccio degli architetti riflette una sensibilità verso la storia e la cultura materiale della Cavallerizza Reale, cercando di integrare in modo armonioso le nuove funzioni con l'eredità del passato. L'obiettivo è creare non solo uno spazio funzionale, ma anche un luogo che preservi e celebri la memoria e l'identità di questo straordinario patrimonio.
"C'è un progetto stimolante che guarda all'architettura storica come valore da salvaguardare e valorizzare nelle azioni complesse della trasformazione. La storia recente della Cavallerizza Reale ci restituisce un complesso architettonico denso di stratificazioni materiche e semantiche, evidenti nelle costruzioni sei-settecentesche di Benedetto Alfieri e Amedeo Castellamonte; queste stratificazioni paiono oggi riappacificarsi in una ritrovata unitarietà, nel mix funzionale suggerito dal programma del Polo delle Arti. Ed è sul rapporto fra le nuove funzioni insediate e l’edificio storico che il progetto fonda le proprie ragioni compositive e distributive, cercando quella legittimità necessaria alle scelte architettoniche e alle soluzioni funzionali. Posizione che guarda con favore alle differenze e ai caratteri formali delle architetture antiche, riconoscendone anche i valori meno evidenti, intrecciandoli poi con il progetto, in nuove relazioni", ha raccontato l'architetto Cristiano Picco, uno degli autori del progetto.
|
Consiglia questa notizia ai tuoi amici
|
|