interno_Inbound_lg_magazzino_edl​

interno_SHOP_Promo_BlackFriday2024

interno_SHOP_Promo_BlackFriday2024


SPECIALE MILANO DESIGN WEEK
SPECIALE MAISON&OBJET
SPECIALE LONDON DESIGN FESTIVAL
SPECIALE IMM COLOGNE
INTERVISTE - DESIGN TALKS

Altana

Il Museo civico della paglia di Signa: il “museo dei cappelli volanti”
Salvatore Spataro crea un percorso nel tempo e nello spazio dedicato a questa risorsa territoriale e turistica
Autore: cecilia di marzo
segnala ad un amico | versione stampabile
Dimensione testo  
IL MUSEO CIVICO DELLA PAGLIA DI SIGNA: IL “MUSEO DEI CAPPELLI VOLANTI”
02/11/2023 - Il nuovo allestimento del Museo civico della paglia di Signa (FI), la cui nuova sede è stata inaugurata il 10 giugno 2023, è stato curato da Salvatore Spataro.
 
Signa, è un comune della città metropolitana di Firenze. Adagiato tra le colline, porta in sé una memoria artigiana importante, la storia culturale, artistica ed economica della piana fiorentina
dove, nei secoli, è fiorita la coltivazione del grano, della paglia da cappello e della tecnica dell’intreccio.
 
Grande icona manifatturiera, la Toscana, già dal 1500 produceva eccellenti copricapi da importazione, ma fu Domenico Sebastiano Michelacci a imprimerne una svolta nello sviluppo. Nel 1718, proprio a Signa, capì che bisognava puntare tutto sul grano marzuolo, che produce spighe snelle, sottili, flessibili e robuste, perfette per essere intrecciate.

Tramandare queste lavorazioni, preservare la maestria ed esporre gli utensili artigianali ormai scomparsi diventa allora elemento nodale, risorsa territoriale, turistica, pivot attorno a cui ruota il significato dell’intero progetto. La città di Signa ha bisogno di un nuovo museo: da qui la scelta, da parte dell’amministrazione cittadina, di fare investimenti volti al recupero e al riallestimento di una nuova struttura, adatta al “Museo civico della paglia di Signa (FI)”.

L’edificio selezionato per ospitare il polo museale, in disuso da diverso tempo, è situato nel centro storico, a metà dell’asse viario che congiunge piazza della Repubblica con Piazza Cavour. Nel
corso degli anni ha avuto differenti usi: prima casa del Popolo, poi casa del Fascio e, infine, caserma dei Carabinieri.
Per questo motivo, gli interventi di riqualificazione edilizia dell’immobile – portati a termine dall’architetto Giulio Ridolfi – hanno previsto, in primis, opere di salvaguardia e manutenzione, dal punto di vista architettonico, ambientale, funzionale, distributivo e tecnologico, sia sull’involucro edilizio che sull’area pubblica antistante.

Aperto per la prima volta nel 1997, il “Museo civico della paglia di signa (FI)” costituisce lo spazio espositivo in cui sono conservate, promosse e valorizzate le tradizionali lavorazioni della paglia del distretto.
Il trasferimento in questa nuova sede ha finalmente permesso al Museo di ricollocare la sua intera collezione di oggetti, opere d’arte e il tanto materiale documentario, bibliografico, archivistico e fotografico.
 
Organizzato su tre livelli, vi si accede dopo aver attraversato una terrazza affacciata sul piccolo spazio pubblico alberato e una hall, costituita da un ampio volume dal soffitto voltato.
 
La disposizione planimetrica dei primi due livelli è simile, con percorsi comuni e collegamenti verticali che si incrociano tra loro, delimitando quattro spazi equivalenti agli angoli del fabbricato. Il piano seminterrato, invece, più grande e frammentato, presenta uno spazio per l’area museale e altri destinati a uffici, archivio, deposito, laboratorio. Suddiviso in più sale espositive, alcune dedicate ad esposizioni permanenti, altre a mostre tematiche/temporanee, il Museo ospita differenti tipi di paglia e grano, trecce, ornamenti, “bigheri”, abiti e calzature, oggetti intrecciati in fibre naturali o artificiali di ogni tipo (con particolare riferimento alla cestineria proveniente da tutte le parti del mondo) ricami e tessuti, macchinari, attrezzature e una selezione di cappelli realizzati a partire dalla fine dell’Ottocento fino agli anni ’70.
 

Il progetto espositivo


Il nuovo allestimento di Salvatore Spataro è un percorso che si dipana nel tempo e nello spazio, diramandosi sui tre piani dell’edificio e includendo anche il corpo scala, su cui sono fissati
alcuni supporti lignei – riferimento agli utensili utilizzati in passato per appendere i capelli di paglia nelle fabbriche – dotati di un profilo a led. Appena entrati sulla sinistra si trova la reception – bookshop, organizzata con mobili su misura in mdf laccato, che abbracciano 2 dei 4 lati della stanza e fungono sia da parete libreria che da archivio. Una nuvola di cappelli sospesi e una parete con gli stessi, appesi, formano una sorta di primo allestimento di benvenuto. Identitaria la scelta cromatica proposta in tutto l’apparato museale: resina grigio scuro a terra, pareti e arredi bianchi e alcune parti/sezioni/elementi campiti di un intenso color giallo paglierino. A fare da fil rouge per tutto l’allestimento, una pedana dello stesso colore, una sorta di nastro, filo conduttore che accompagna il visitatore alla scoperta del museo.

Sala1 - “L’audiovisiva”
La sala dedicata alla fruizione di contenuti multimediali – filmati, fotografie, interviste inerenti la storia del museo e/o della città – attraverso l’utilizzo di tre videoproiettori installati a soffitto.

Sala2 e sala3 - “Le Temporanee”
Posizionate sulla parte destra del piano terra, queste sale sono quelle destinante alle esposizioni temporanee – la 2 ai cappelli, la 3 dedicata ai grandi volumi da sfogliare – e contengono teche rettangolari in mdf e plexiglass dove collocare oggetti in paglia, una tv dove proiettare filmati donati da altri soggetti ed un sistema flessibile di appenderia per l’esposizione di fotografie, dipinti, manifesti.

Sala4 - “Domenico Michelacci”
La prima che si raggiunge al piano primo, racconta la nascita del museo oltre alla vita e l’esperienza di Domenico Michelacci: una sala introduttiva connotata da una forte impronta storica, pannelli illustrativi e descrittivi. Al centro è posizionata una pedana arancione che espone macchinari, una cucitrice, una schiacciatrice, ed un piccolo annaspo. Lungo la parete destra, uno schermo e una serie di cilindri in plexiglass pensati per permettere anche ai visitatori più piccoli di toccare ed estrarre le varie tipologie di semi di paglia.
Il passaggio tra la sala 4 e la sala 5 avviene attraverso un piccolo disimpegno dove sono esposti quadri di artisti locali oltre ad un interessante tappeto in paglia.

Sala5 - “Il lavoro”
In questo ambiente è collocata, centralmente, l’”agguagliatrice” grande, mentre su due della quattro pareti sono collocate decine di fotografie ed esposte macchine da cucire storiche. Una
parte della sala è dedicata all’esperienza dei trecciaioli che operarono nel contesto territoriale di Fiesole, esponendo un telaio in legno e una piccola teca contenente trecce e cappelli.
 
Sala6 - “Cappelli Novecento”
Qui è presente il materiale relativo agli anni ’50 e ’60. Due teche contengono, infatti, cappelli provenienti da quel periodo storico; in una delle pareti, invece, venti forme in legno generatrici dei cappelli. Anche in questa sala, come in tutte le altre di questo piano, 2 delle pareti perimetrali contengono sulla parte sottostante la pedana arancione che, oltre a stabilire una distanza tra visitatore e opere, può essere utile per la collocazione di altri oggetti in futuro.
 
Sala7 - “Paglia e moda”
La quarta ed ultima sala del piano espone oggetti contemporanei e connessi al tema della moda: abiti in paglia, borse, gioielli, un ombrello. Attraverso l’utilizzo di uno schermo a led, qui verranno proiettate immagini e video di sfilate. Proprio per rafforzare questa attitudine comunicativa, lungo il corridoio centrale è stata predisposta una parete decorata con carta da parati da dedicare alle foto. Una sorta di spazio “selfie” / ricordo. Anche qui, cappelli a soffitto. Dalla balaustra è possibile scorgere la scultura in paglia lungo il vano scala. Un cenno infine al piccolo spazio pubblico all’aperto per il quale, considerata la volontà di utilizzo come parte integrante “esterna” dell’allestimento, si prevede di studiare in un secondo momento una scultura ed alcuni arredi esterni.

Ala manifattura signese
Nell’ala manifattura signese, nel piano seminterrato, sono presenti una serie di manufatti di diverso materiale. Tra questi, leghe di metallo, terracotta, ceramica, piombo, pietre, marmi, argento, bronzo.

  Scheda progetto: Allestimento Museo civico della paglia di Signa (FI)
Max Lisi
Vedi Scheda Progetto
Max Lisi
Vedi Scheda Progetto
Max Lisi
Vedi Scheda Progetto
Max Lisi
Vedi Scheda Progetto
Max Lisi
Vedi Scheda Progetto
Max Lisi
Vedi Scheda Progetto
Max Lisi
Vedi Scheda Progetto
Max Lisi
Vedi Scheda Progetto
Max Lisi
Vedi Scheda Progetto
Max Lisi
Vedi Scheda Progetto


Consiglia questa notizia ai tuoi amici

ULTIME NEWS SU ARCHITETTURA E DESIGN
22.11.2024
A Riad inaugura il ‘Diriyah Art Futures’ dello studio italiano Schiattarella Associati
22.11.2024
Abu Dhabi, in vendita le prime case del complesso super lusso firmato BIG
21.11.2024
Questa scuola a Sydney è il miglior edificio del 2024
le altre news


EVENTI SU ARCHITETTURA E DESIGN
23/11/2024 - milano
MILANO DRAWING WEEK
Quarta edizione
28/11/2024 - lab27, treviso
Raccontare l’architettura

20/01/2025 - mostra d'oltremare, napoli
Tuttohotel 2025

gli altri eventi
  Scheda progetto:
Salvatore spataro

Allestimento Museo civico della paglia di Signa (FI)

 NEWS CONCORSI
+21.11.2024
Premio di architettura ‘Abitare Minimo in Montagna’
+20.11.2024
Progettare una 'MicroHome' sostenibile e accessibile
+19.11.2024
Al via Spazi Creativi per Orticolario 2025
+18.11.2024
Logo per i 50 anni del Noto Musica Festival: consegna entro il 30 novembre
+15.11.2024
Al via il concorso ‘Mountain Guardian. An Alpine Gem in the Stelvio Park’
tutte le news concorsi +

interno_Inbound_lg_magazzino_edl​
interno_ADA_discover the winner
Altana
Condizioni generali | Informativa PrivacyCookie  | Note Legali | Contatti/Assistenza | Lavora con noi | Pubblicit� |  Rss feed
� 2001-2024 Edilportale.com Spa, P.IVA 05611580720 n�iscrizione ROC 21492 - Tutti i diritti riservati
Iscritta presso il Tribunale di Bari, Num.R.G. 1864/2020 � Riproduzione riservata