15/12/2023 - Chad Oppenheim vince l’American Prize for Architecture® 2023. Organizzata dal Chicago Athenaeum e dal Centro Europeo per l'architettura e le arti, la più alta onorificenza per l’architettura negli Stati Uniti premia l’architetto e urbanista di Miami che, nelle opere di oltre due decenni, reinventa l'ambiente costruito, trascende l’ordinario e punta all’essenziale, onorando il territorio e la storia locali.
"Sottile, potente, elegante e profondamente romantico", così Christian Narkiewicz-Laine, critico d'architettura e Presidente/CEO del Chicago Athenaeum definisce Oppenheim, “un prolifico architetto americano che reimmagina un mondo più bello e poetico con edifici moderni e significativi che si relazionano con il loro contesto e rinvigoriscono il paesaggio".
L'architettura di Oppenheim è "un equilibrio ottimale tra creatività e pragmatismo, funzione ed esperienza, costruzione ed estetica", secondo Narkiewicz-Laine, che spiega come il progettista tratti i suoi lavori con sacralità, mentre svela l'essenza mistica e metafisica del potere dell'architettura.
Fondatore dell'Oppenheim Architecture nel 1999, Chad Oppenheim concepisce un tipo di architettura sensoriale e site-specific in cui ogni progetto è una risposta sensibile al contesto, guidata dalla filosofia secondo cui il design segue la vita e la forma segue il sentimento, lavorando in modo trasversale alla scala, alla tipologia e alla geografia.
Viaggiatore e nomade culturale fin dalla giovane età, l'architetto statunitense scopre il potere di un luogo di ottimizzare il modo in cui le persone vivono, giocano o lavorano in quel particolare ambiente. La sua architettura monumentale e senza tempo migliora la vita, realizza il pieno potenziale di un sito e protegge e celebra l'ambiente naturale.
“Egli ritiene - continua il Presidente del Chicago Athenaeum - che gli edifici e il loro ambiente debbano essere profondamente simbiotici. Guidato da tre pilastri filosofici, lo spirito del luogo, la monumentalità silenziosa e l'essenzialità, ha trascorso decenni a creare architetture di riferimento altamente sensibili e rispondenti al contesto e al clima. Ogni frammento dei suoi progetti è essenziale: ogni linea ha una ragione e ogni forma uno scopo. Le idee sono ridotte agli elementi e alle espressioni veramente significative, dove l'obiettivo è eliminare l'estraneo, per valorizzare il significativo".
E mentre il territorio circostante viene pienamente coinvolto nel processo, i progetti di Oppenheim rivelano la dedizione del loro autore alle pratiche e ai materiali sostenibili. Tutte le sue strutture includono tetti verdi, che forniscono isolamento termico, raccolta dell'acqua piovana e habitat per la flora, la fauna e gli esseri umani.
"Per esempio - racconta Narkiewicz-Laine - nei suoi progetti per il Wadi Rum Desert Resort (2011) a Petra, in Giordania, Oppenheim ha scavato 47 abitazioni individuali nella superficie della roccia arenaria, adottando misure di conservazione come la raccolta dell'acqua piovana in cisterne sotterranee. In Petra, l'architetto esplora il potenziale di un sito come gli archeologi ricercano il codice per sbloccare la visione di un progetto. Il suolo, i colori, il paesaggio, i venti e il movimento del sole sono tutti elementi che vengono scoperti, studiati e presi in considerazione per dare forma al progetto e, soprattutto, all'esperienza di un edificio."
Un altro esempio dell'approccio di Oppenheim è situato nella città di Aqaba, nel sud della Giordania, con l'Ayla Golf Academy and Clubhouse (2018) - un'insolita clubhouse con un involucro di cemento ondulato che rievoca il paesaggio desertico circostante e l'architettura tradizionale beduina. Il design innovativo e organico dell'edificio costituisce il nucleo iconico dello sviluppo del resort a uso misto Ayla Oasis: un massiccio guscio curvo di calcestruzzo che avvolge le pareti interne ed esterne di ogni volume, fondendosi con la sabbia come le dune.
"Dal primo momento in cui ho visto il suo lavoro, più di dieci anni fa", conclude Narkiewicz-Laine, "sono stato immediatamente commosso e sopraffatto dalla sua immensa e potente consapevolezza filosofica per un'architettura che trascende l'ordinario nel sublime, l'effimero nel senza tempo, il luogo comune in un'opera d'arte significativa e, in definitiva, in un capolavoro".
American Prize for Architecture
Istituito nel 1994, l'American Prize for Architecture, noto anche come Louis H. Sullivan Award, viene assegnato a uno studio e/o a un professionista di spicco negli Stati Uniti che abbia impresso una nuova direzione alla storia dell'architettura americana con talento, visione e impegno e che abbia dimostrato un contributo costante all'umanità attraverso l'ambiente costruito e l'arte dell'architettura.
Il premio, organizzato congiuntamente da due istituzioni pubbliche, il Chicago Athenaeum e il Centro europeo per l'architettura, l'arte, il design e gli studi urbani, premia gli architetti americani, così come altri architetti di tutto il mondo che operano in diversi continenti, il cui lavoro architettonico, nel corso del tempo, mostra un design superiore e degli ideali umanistici.
L'American Prize for Architecture rende omaggio allo spirito del fondatore del modernismo, Louis Sullivan, e alle successive generazioni di architetti di Chicago, come Frank Lloyd Wright, Daniel H. Burnham e Holabird & Root.
Inoltre, trasmette a livello globale i contributi significativi della ricca e stimolante pratica architettonica americana e la sua eredità vivente al mondo intero.
Tra i precedenti premiati figurano Sir Norman Foster, Michael Graves, la General Services Administration, Richard Meier, Adrian Smith + Gordon Gill Architecture, Form4Architecture, Kohn Pedersen Fox Associates PC., Bernardo Fort-Brescia e Laurinda Spear dello studio Arquitectonica di Miami, Eric Owen Moss e Victor F. "Trey" Trahan di Trahan Architects APAC.
|