22/01/2024 - È stato completato di recente il restauro e recupero volumetrico dell'Antico Monastero di Santa Clara a Beas de Segura, Spagna, trasformato da Pablo Manuel Millán in Centro Culturale.
Il progetto si è occupato essenzialmente di riscoprire spazi dimenticati e perduti. Si tratta di un monastero di monache clarisse, un edificio del XVI secolo che, dopo aver cessato di essere uno spazio religioso nel 1835, è stato occupato da abitazioni. Il processo di occupazione ha oscurato a tal punto l'impronta originaria del complesso da inserire diverse abitazioni anche all’interno della stessa chiesa.
Dopo un processo di acquisizione di ciascuna proprietà da parte del Comune di Beas de Segura, è iniziato un processo di documentazione e studio delle realtà materiali esistenti, sia dal punto di vista storico-archeologico che architettonico.
“Una volta completato” spiega il progettista, “siamo stati in grado di scoprire le tracce dell'impianto originario del monastero e, quindi, di proporre l'idea di realizzare un recupero volumetrico sia dello spazio religioso che degli edifici adiacenti”.
“Quando il progetto nasce più da un esercizio di svuotamento che di aggiunta, sono gli elementi esistenti a definire l'intervento e le nuove aggiunte cercano di sottolineare il carattere progettuale di quelle originali. Poiché tutte le fasi lasciano un segno, il processo di svelamento di ciascuno degli eventi che hanno avuto luogo in questi spazi diventa un processo di riscoperta della storia”.
Il progetto, dopo aver eliminato le aggiunte negli spazi interni, sottolinea e lascia ogni segno fossile sulle pareti come parte della storia del monastero. All'esterno, viene realizzata un'anastilosi sulla base di vari pezzi dispersi, recuperando parte della volumetria dell'antico chiostro che dava accesso alla chiesa.
“L'intero processo, sia di progetto che di realizzazione, si è svolto nell'arco di oltre quattro anni, durante i quali abbiamo potuto documentare, indagare, analizzare e concordare la soluzione più appropriata per il recupero di questo patrimonio spaziale”.
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