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LCA architetti immagina un mondo più sostenibile ne ‘La casa di confine’
Legno, metallo e sughero per costruire in modo non tradizionale, ma più rispettoso dell’ambiente
Autore: cecilia di marzo
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LCA ARCHITETTI IMMAGINA UN MONDO PIÙ SOSTENIBILE NE ‘LA CASA DI CONFINE’
25/01/2024 - È stata appena completata a Porto Ceresio (VA), la Casa di confine, progettata da LCA Architetti per una giovane coppia di frontalieri che hanno deciso di costruire la loro casa in questo piccolo comune sul Lago di Lugano, al confine con il Canton Ticino.
 
La loro volontà è stata da subito quella di realizzare una casa che avesse spazi in forte relazione con la natura e con il paesaggio circostante - caratterizzato dalle splendide Prealpi che chiudono l’orizzonte sul Lago.
 
La casa di confine rappresenta il tentativo (riuscito) di costruire la propria dimora in modo “non tradizionale” ma più rispettoso dell’ambiente. Un edificio realizzato non solo sul limite geografico che divide l’Italia dalla Svizzera, ma soprattutto sul limite che ancora divide chi continua a pensare che nulla si deve cambiare da chi invece sperimenta soluzioni per provare ad arginare l’attuale crisi ambientale.
 
Una scelta coraggiosa e consapevole, finalizzata a dimostrare che oggi è possibile costruire in modo alternativo al cemento e al mattone. Fare architettura in questo modo significa immaginare un mondo più sostenibile.
La decisione è maturata grazie alla grande sensibilità ecologica dei committenti che hanno avuto il coraggio di utilizzare e sperimentare materiali naturali ancora poco utilizzati.
 
La casa ha una pianta rettangolare e insiste su un lotto a prato inserito in un contesto di case singole unifamiliari. Il piano terra è caratterizzato da: una soglia di ingresso, una cucina con isola centrale e piano-snack, una zona giorno con tavolo da pranzo e area living, un bagno e due camere indipendenti per i figli della coppia. Il piano primo, in affaccio alla doppia altezza del soggiorno, è riservato solo alla camera matrimoniale e al rispettivo bagno padronale dotato di una doccia illuminata con luce naturale zenitale.
 
La spazialità è aperta e invita alla relazione; i componenti della famiglia che vivono la casa possono interagire tra loro sia dalle varie stanze sia dai due livelli, grazie ad elementi e spazi in parte semi-comunicanti tra loro.
 
I protagonisti dell’abitazione sono la zona giorno a doppia altezza e la grande scala che collega i due piani; si tratta di una vera e propria scultura realizzata in legno plissettato e tinteggiata in color grigio antracite; l’elemento addossato alla parete del living (pensato nel progetto originale come scala/libreria) riempie lo spazio a tutta altezza, dialoga con i contrapposti caratterizzati dal volume ceramico del retrocucina e dal grande oblò che incornicia le montagne.
 
La casa ha consumi ridotti, un impianto radiante abbinato ad un sistema di ventilazione meccanica controllata; i consumi generali vengono ulteriormente ridotti dall’apporto del solare fotovoltaico.
 
La naturalità dei luoghi ha rafforzato l’intenzione di realizzare un edificio davvero sostenibile: una casa in legno, metallo e sughero.
 
L’edificio ha una fondazione in cemento armato e terra costipata sopraelevata rispetto il piano di campagna di circa 50 cm; sopra di essa poggia la struttura in legno a telaio dell’abitazione.
All’interno i tavolati divisori sono stati realizzati in fibrogesso mentre i materiali di finitura vedono l’utilizzo di parquet naturale in rovere e di ceramiche di grande e piccolo formato.
 
All’esterno il sughero riveste per intero il piano terra; il materiale è stato lasciato a vista ed è stato pantografato in 3d; la decorazione, semplice ed elegante, impreziosisce il volume esterno dell’abitazione altrimenti troppo austero; al piano superiore le pareti verticali e la copertura a due falde sono entrambe rivestite con lo stesso metallo: una lamiera aggraffata color antracite.
 
I materiali e le cromie della casa dialogano con le montagne che circondano la valle; i colori si mimetizzano con il profilo delle alberature e delle rocce che caratterizzano l’intorno.
Paradossalmente, questa casa così diversa dalle altre con le quali confina, scompare allo sguardo d’insieme fondendosi con il paesaggio che la accoglie e che l’ha generata. 
 
 

  Scheda progetto: The house on the border
Simone Bossi
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