13/02/2024 - Il Roberto Rocca Innovation Building è la nuova sede del corso di laurea in Medicina e Ingegneria Biomedica di Humanitas University in partnership con il Politecnico di Milano.
Il progetto, firmato da Filippo Taidelli, nasce all’interno del Campus Hunimed votato all’accoglienza non solo degli studenti della facoltà, ma concepito per una proficua contaminazione con realtà scientifiche esterne, un ambiente aperto, di condivisione internazionale e trasversale. Un contenuto che richiedeva la realizzazione che abbinasse la forte identità formale e contemporanea e che riflettesse le innovazioni tecnologiche, ma che mantenesse l’uomo al centro.
L’intento del progetto è stato quello di creare uno spazio sociale, che accogliesse indistintamente studenti, professori e dipendenti come un'unica comunità, senza gerarchie spaziali, né distinzioni tra spazi serviti e serventi; uno spazio che permettesse di vivere nel Campus ben oltre gli orari di lezione, internazionale. Uno spazio con un mix di cibi e usanze che favorissero la condivisione della conoscenza, non solo delle culture, e dove le persone potessero dare sfogo alla propria libertà in maniera responsabile.
L’imperscrutabilità e la rapida obsolescenza della tecnologia impone la progettazione di edifici flessibili, in grado di adattarsi a rapidi cambiamenti di destinazioni d’uso. Ciò è portato agli estremi all’interno di un “HANGAR della conoscenza”. Qui è necessario utilizzare un materiale flessibile come il legno che, da un lato consente di realizzare grandi luci strutturali, come nei capannoni industriali, e, dall’altra, conservi l’espressività e il calore del materiale che vive e cambia col tempo.
Ma la genesi del progetto tiene in considerazione l’intero processo di produzione e montaggio per ottenere il miglior equilibrio tra sostenibilità energetica, rapidità di realizzazione e costi di costruzione.
La facciata è come macchina bioclimatica fatta di 3 sistemi che abbina massimo apporto di luce naturale scongiurando il surriscaldamento dell’involucro o l’ abbagliamento degli utenti.
La condivisione tra gli utenti si riflette nella grande trasparenza “controllata“ dell’involucro che caratterizza gli spazi multidisciplinari all’interno dell’edificio.
L’aggetto del volume del primo piano fa si che l’esterno, come al di sotto di un portico al riparo da pioggia e sole, diventi l’estensione naturale delle attività interne.
La didattica frontale lascia spazio a spazi informali e flessibili e aule divisibili, riconfigurabili, ma anche spazi dove progettare insieme ai compagni o dove studiare, diverse attività a seconda degli orari per uno spazio dinamico all’uso.
Lontano dal concetto tradizionale di “Aulificio” con corridoio centrale e rigide aule perimetrali, lo spazio si configura come uno spazio fluido dove gli spazi formali si fondono con quelli operativi senza compromettere la privacy e la contaminazione sonora. Non esiste uno spazio di distribuzione distinto da quello di sosta.
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