09/02/2024 - Il progetto dello studio DEFERRARI+MODESTI risponde alla richiesta del Castelfalfi Luxury Resort di voler ripensare i locali dedicati ai propri dipendenti, per allinearli alla qualità degli interni delle strutture per gli ospiti, nel desiderio di accogliere i propri lavoratori in un contesto rinnovato e pensato con cura.
La tenuta, in una frazione di Montaione, immersa nel paesaggio collinare della campagna vicino Firenze, si sviluppa su una superficie di 1100 ettari con ospitalità a cinque stelle, il campo da golf più grande della regione e un’ampia produzione agricola. Il passato medievale del borgo convive oggi con la dimensione viva e accogliente di un luogo frequentato da un ampio pubblico locale e straniero.
L’intento condiviso tra committenza e progettisti era quello di creare un ambiente dall’atmosfera informale e accogliente, con spazi pensati per incentivare l’incontro, la condivisione e la relazione.
Il progetto parte da una nuova distribuzione dei flussi interni, con lo scopo di rendere gli spazi più funzionali. Vengono così ridisegnati i percorsi per i dipendenti che si servono della mensa, per gli addetti ai servizi di ristorazione e per i visitatori esterni. L’ottimizzazione dei flussi consente di riorganizzare gli spazi, secondo le varie attività che qui vengono ospitate
Si accede alla mensa direttamente dall’esterno, tramite uno spazio all’aperto dove potersi incontrare e rilassare. All’ingresso si è creata una zona di accoglienza e filtro, che consente la sosta dei visitatori, prima di avviarsi alla zona di distribuzione degli alimenti, o alla sala centrale della mensa. Al termine del percorso, le persone vengono accolte in una nuova e unica sala, ottenuta tramite la ridistribuzione delle tramezzature e l’unione degli spazi esistenti, per favorire le relazioni tra i colleghi e la socialità.
Nell’ottica di creare uno spazio accogliente e funzionale, il progetto ha previsto da subito una netta divisione tra il percorso sporco e pulito, non solo in termini igienico sanitari, ma anche di impatto visivo.
Per rispondere all’obiettivo di creare un ambiente che riuscisse non solo ad ospitare le persone durante i pasti, ma che fosse un luogo di incontro e socialità, si è cercato di ripensare totalmente gli spazi interni ed esterni della mensa.
Internamente creando zone differenziate che incentivassero la relazione: alcune con tavoli collettivi, altre con divanetti, altre con tavoli variamente aggregabili in diverse combinazioni a seconda delle occasioni ed infine l’area snack/caffè per la pausa caffè o per i momenti di ritrovo nelle pause durante la giornata.
Esternamente anche l’area esterna è stata rinnovata, acquisendo maggiore rilevanza. La scalinata esterna che porta alla mensa, eccessivamente dimensionata per la funzione di collegamento, si trasforma essa stessa in una zona di incontro, di ritrovo, di pausa, tramite la realizzazione di panche in legno.
“Oltre a realizzare spazi confortevoli destinati all’incontro, abbiamo anche fatto spazio al gioco, come momento di svago, ma anche di consolidamento di relazione tra colleghi” spiegano i progettisti. “Abbiamo quindi individuato nella zona esterna uno spazio in cui inserire un biliardino e disegnato il mobile interno alla sala perché potesse anche ospitare giochi da tavolo in legno, da usare nelle pause”.
L’articolazione degli interni avviene anche attraverso l’utilizzo di differenti toni e matericità. Ognuno di questi trae riferimento dal contesto nel quale viene realizzato l’intervento. Si tratta di un paesaggio caratterizzato da toni caldi, da materiali della tradizione artigianale toscana, come il cotto. Le superfici intonacate e i rivestimenti ceramici lavorano secondo una scala cromatica di colori caldi. Il progetto adopera tipologie e formati diversi di ceramiche per accentuare le volumetrie nello spazio e renderle quinte sceniche alle attività che qui si svolgono. All’ingresso il pubblico è accolto da superfici a varie combinazioni di colore; nella sala centrale le ceramiche a formato rettangolare rivestono le nuove tramezzature, evidenziandone la verticalità.
L’intervento rimanda ai materiali e alle forme della tradizione anche tramite l’allestimento di un divisorio costruito con elementi cavi in terracotta, collocato lungo l’arredo centrale in legno. Si tratta di una parete-filtro, che agisce come separè tra la sala principale e il percorso del self-service, lasciando trapelare la luce naturale.
“L’edificio della mensa si inserisce in un contesto verde. Al nostro primo sopralluogo le vetrate erano tutte chiuse e ingombrate dai carrelli della mensa. Abbiamo subito deciso di liberare le aperture da arredi e ingombri e restituire alla vista un’apertura sul paesaggio e sul contesto. La luce naturale entra nello spazio attraverso le grandi aperture presenti su entrambi i lati”.
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