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David Lynch al Salone del Mobile. Un viaggio nell'inconscio attraverso le "stanze del pensiero"
Il regista dell'inconscio presenta "Interiors by David Lynch. A Thinking Room", l'installazione site-specific che invita a esplorare il legame tra design e interiorità
Autore: angelo dell" olio
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David Lynch - Ph. Dean Hurley David Lynch - Ph. Dean Hurley
29/03/2024 - David Lynch al Salone del Mobile intreccia il suo immaginario visionario con il design. Il maestro del perturbante e dell'onirico presenta "Interiors by David Lynch. A Thinking Room". Non una mostra, ma un viaggio nel subconscio attraverso due "stanze del pensiero", un'opera che va oltre il semplice spazio arredato, rivelando la creatività e gli stilemi inconfondibili del cinema a tinte forti del regista statunitense.

Il Salone del Mobile.Milano ha scelto David Lynch, regista dell'inconscio, per “raccontare e riflettere in modo metafisico sulla produzione di interni e su quanto questa stia in relazione con l'interiorità di chi, quegli arredi, li acquista non per una mera ragione decorativa ma perché vissuti quale proiezione esteriore del sé.”

Attraverso "lnteriors by David Lynch. A Thinking Room", installazione site-specific curata da Antonio Monda - collaboratore e amico di Lynch ed ex direttore artistico della Festa del Cinema di Roma - di scena nel padiglione 5-7, il regista vuole risvegliare il nostro senso della meraviglia, scandendo attimi memorabili e, attraverso il linguaggio scenografico del cinema e del teatro, celebrare la progettazione di uno spazio per pensare, non solo quale ambiente fisico ma soprattutto quale regione interiore. 



“Sono stato contattato dal Salone del Mobile.Milano. Mi hanno chiesto se, secondo me, c'era un regista che potesse essere interessato a disegnare una stanza per loro,” racconta Monda. “Mi sono ricordato che, quando dirigevo la Festa del Cinema, sono andato a trovare Lynch per il premio alla carriera e l'ho trovato nel suo laboratorio che piallava un mobile. Quindi mi ha anche molto incuriosito. Ho scoperto che lui ha questa attività che è molto più che un hobby, è una cosa in cui crede, che gli piace molto. L'ho chiamato e lui si è mostrato molto interessato, appassionato.”

Monda svela così la passione di Lynch per la creazione di arredi. Non si tratta di semplici opere ispirate, ma di frutto di un lavoro manuale preciso e rigoroso. Gli interni dei suoi film - e probabilmente i mobili di cui è colmo il suo studio - non rappresentano una semplice ambientazione. Riflettono lo stato d'animo dei protagonisti, sospesi tra angoscia e tenerezza, violenza e pietà, sogno e incubo. Basti pensare al nero assoluto della casa in cui si addentra Bill Pullman in Strade Perdute, il kitsch in cui vive la diabolica Diane Ladd in Cuore Selvaggio o la villetta di Kyle Maclachlan in Velluto Blu, dove la superficie idilliaca cela corruzione e mistero. Nei locali dove lavorano e cercano svago i protagonisti di Twin Peaks, l'ansia e l'alienazione non soffocano l'anelito di pace e serenità. Ogni interno è un personaggio con una vita propria, che lo spettatore è chiamato a interpretare.
 
Thinking Rooms ovvero “stanze gemelle dedicata al pensiero, non necessariamente per la meditazione, ma anche, volendo.” Sono luogo nel quale ogni pulsione, ogni spasmo, ogni speranza trova un momento di riflessione, forse anche di quiete, perché in Lynch nulla è certo e definitivo, e niente è come si potrebbe immaginare, a cominciare dalla geometria scultorea della grande sedia in legno - che campeggia al centro degli spazi progettuali -, dai sette cilindri dorati, dal soffitto a volta con tubi di metallo e dalle aperture sull'esterno, vuoi che siano finestre o semplici schermi. E non è certo un caso che queste stanze destinate al pensiero siano avvolta nel velluto blu. 

“Intorno alle due stanze ho voluto costruire un percorso preparatorio fatto da circa una dozzina di schermi grandi 56 pollici in cui ci saranno sequenze di suoi film che fanno vedere come lui usa le scenografie e i mobili,” continua Antonio Monda. “E le due stanze, ripeto, gemelle quindi di fatto identiche sono avvolte in una specie di sipario in velluto blu che richiama il suo famoso film. Nella parte centrale c’è una sedia che chiamare sedia è un po’ limitativo perché è un’enorme poltrona in legno sopra la quale ci sono dei tubi di ottone.”

“Abbiamo scelto di lavorare con un maestro del cinema come David Lynch per la sua capacità di condurci in un altro mondo, misterioso e straniante” racconta Maria Porro, Presidente del Salone del Mobile.Milano. “Entrare nella sua Thinking Room sarà come varcare la soglia di una stanza che è in realtà un mondo altro, uno spazio interiore. Cosa sono in fondo il design, e l'arredo in particolare, se non la ricerca e la creazione - attraverso il disegno, la funzione e i materiali - di oggetti che arredano una casa, o anche solo una stanza, che ci facciano sentire sicuri nel nostro inconscio?" 
 
Per realizzare la sua installazione al Salone del Mobile, David Lynch ha collaborato con Lombardini22 e il Piccolo Teatro di Milano. Lombardini22 ha progettato il masterplan e l'impianto architettonico dell'area espositiva, creando un "scrigno di un diamante" un lavoro tecnico e di layout, ideato in modo che l'allestimento del grande regista americano sia chiaro, di impatto e coerente con le altre aree e della Manifestazione. Il perimetro curvilineo è costituito da un sipario bordeaux che conduce all'area di 50 metri quadrati dedicata all'opera di David Lynch. 

Il Piccolo Teatro di Milano ha invece tradotto in scena gli immaginari e i pensieri artistici del regista, realizzando materialmente le "stanze del pensiero". Secondo un processo di lavoro sviluppatosi dinamicamente lungo differenti direttrici e in più fasi, in grado di unire il piano tecnico-operativo a quello creativo, il Piccolo Teatro ha dato forma alle indicazioni e alla visione del geniale regista cinematografico. 


Antonio Monda - Ph. Brigitte Lacombe


Interiors by David Lynch. A thinking Room - Copyright Lombardini22

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