28/03/2024 - All'ingresso nord di Ho Chi Minh City, in Vietnam, spicca nel panorama metropolitano il White Palace Pham Van Dong, il centro congressi internazionale e multifunzionale che si ispira al velo da sposa, guadagnandosi il soprannome di "The Veil". Nel progetto curato da me+ Architects e Tho.A atelier, strati segmentati ed emozionali abbracciano i percorsi e forniscono texture alla struttura. Il concept massimizza le aree d'accoglienza, ponendo l'attenzione sugli spazi pre-evento.
I due team di progettazione sono stati invitati a prender parte al progetto come decoratori con un tempo di costruzione di soli 11 mesi, in quanto il telaio strutturale era stato completato prima del loro arrivo. Tuttavia, gli architetti hanno proposto un design più strutturato piuttosto che un semplice rivestimento d’interni.
La struttura iniziale comprendeva una sala eventi e una sala ricevimenti dove l'area chiusa era di tre volte maggiore rispetto allo spazio aperto. Non c'era quindi margine per il team per migliorare l'esperienza spaziale; il compito era invece quello di migliorare lo spazio cuscinetto già presente, creando un'area calda, ariosa e visivamente stimolante, che incoraggiasse gli ospiti a trattenersi più a lungo e a godersi l'esperienza dell'incontro prima di partecipare all'evento principale nella sala del White Palace.
Il primo passo degli architetti è stato ampliare lo spazio in verticale. Le due sale di ricevimento dell'edificio misurano ciascuna 10 metri per 10 in larghezza e altezza e sono distribuite su due isolati. Poiché era impossibile espandere lo spazio disponibile, sono stati sperimentati materiali in grado di ingannare la percezione dello spazio.
Pannelli di alluminio lucido compongono il controsoffitto, riflettendo l'intero spazio e le attività sottostanti. In questo modo, la grandezza percepita dello spazio è raddoppiata e gli ospiti possono "osservare" con discrezione non solo le altre attività, ma anche se stessi attraverso questo riflesso.
Per trasmettere ulteriormente il senso dello spazio, la parete di fronte alla sala banchetti è coperta da un rivestimento ondulato in legno finemente lavorato, ponendosi in contrasto con la dura architettura industriale.
Sul lato opposto, in orizzontale, i rotoli di acciaio perforato verniciato di bianco conferiscono all'esterno un aspetto "semitrasparente", "ingannando" ancora una volta le dimensioni reali. Lo spazio non è più limitato dalle sue dimensioni fisiche, ma dall'impressione stimolante del materiale. Gli incontri sono incentivati non solo nelle sale, ma anche all'esterno, nel cortile.
Il tessuto di chiffon del velo offre uno spazio di privacy e separa le attività dell'evento dallo sfondo rumoroso del viale, ma è anche abbastanza sfocato da suscitare l'interesse di chi si trova all'esterno.
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