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Intelligenza Artificiale in architettura: opportunità o minaccia?
Pubblicato il RIBA AI Report 2024, la prima indagine che analizza l’uso attuale dell’AI nelle costruzioni e le sue implicazioni future
Autore: giulia capozza
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Experiment with Midjourney, image courtesy of Jaina Valji, Copy and Space Experiment with Midjourney, image courtesy of Jaina Valji, Copy and Space
06/03/2024 - Come si può sfruttare il potere dell'Intelligenza Artificiale per migliorare la pratica dell'architettura, salvaguardandone i valori?
Da questa domanda nasce la prima indagine sull'uso attuale dell’AI in architettura, promossa dal Royal Institute of British Architects (RIBA). I risultati del sondaggio, condotto su oltre 500 membri RIBA tra ottobre e novembre 2023, sono stati pubblicati nel RIBA AI Report 2024, insieme a una serie di articoli di esperti e casi di studio che esaminano come l’intelligenza artificiale sta rimodellando l’intero settore, dalla progettazione computazionale e fabbricazione digitale alla pianificazione urbana fino alla sostenibilità ambientale.

Tra presente e futuro, il report analizza l’utilizzo dell’IA nella professione, le opportunità che offre nel breve termine e i rischi che potrebbero presentarsi, considerando i risvolti etici della diffusione della nuova tecnologia nel settore delle costruzioni.

L’intelligenza artificiale - ha dichiarato il presidente del RIBA Muyiwa Oki - è lo strumento più dirompente del nostro tempo e non possiamo sopravvalutare il suo ruolo nel plasmare il futuro dell’architettura”.

È stato creato un gruppo consultivo di esperti (EAG) che, a partire dai risultati del sondaggio RIBA AI, sta esaminando le implicazioni più ampie, etiche, professionali e competitive dell'integrazione diffusa delle tecnologie digitali avanzate nella pratica degli architetti, .
 

Perchè usare l'AI in architettura

Des Fagan, responsabile del dipartimento di architettura presso la Lancaster University e membro dell'EAG, sostiene che l’uso dell’AI da parte degli studi tende a rientrare principalmente in quattro categorie:

- visualizzazione istantanea di idee progettuali con poche istruzioni di testo;
- generazione di immagini di concept design solo da istruzioni di testo, integrandosi ai sistemi di modellazione CAD/BIM;
- scrivere e riformulare report, riassumere idee per presentazioni ai clienti, proposte di compensi, richieste di pianificazione e attività amministrative tramite ChatGPT, il chatbot AI addestrato su dati online e usato come editor di testo;
- addestrare i motori di AI esclusivamente sul proprio catalogo di progetti, sui propri approcci di progettazione, metodi stilistici e librerie di informazioni. Ciò consente di evitare qualsiasi potenziale problema con il diritto d'autore che potrebbe derivare dall'acquisizione di informazioni da Internet, da rivali o concorrenti.

Uno dei potenziali vantaggi dell’intelligenza artificiale è la semplificazione dei flussi di lavoro, consentendo alle aziende, soprattutto quelle più piccole, di diventare più efficienti.

L’intelligenza artificiale - afferma Fagan - consentirà agli architetti di allontanarsi sempre più dai processi amministrativi e di concentrarsi maggiormente sui problemi di progettazioneConsentirà a una persona in un piccolo studio di concentrarsi su ciò che gli piace e su ciò in cui è brava, ovvero il design."


Cosa pensano i professionisti

La professione di architetto ha familiarità con molte delle tecnologie digitali come i sistemi di modellazione delle informazioni sugli edifici (BIM), i sistemi informativi geografici (GIS) e altri software di modellazione; per questo, quasi la metà (47%) degli architetti ritiene che la propria maturità digitale sia all'altezza della maggior parte delle organizzazioni di settore, il che suggerisce la volontà di adottare nuovi strumenti digitali validi.
 
Secondo il report, più della metà dei progettisti ha una conoscenza di base dell’AI, se non pratica o avanzata e ben il 41% di loro adotta l'AI nella professione almeno per progetti occasionali.
 
Nei prossimi due anni, il 54% degli architetti si aspetta che il proprio studio utilizzi l’intelligenza artificiale e il 57% pensa che migliorerà l’efficienza nel processo di progettazione. Tuttavia, questa ambizione non sembra ancora essere accompagnata da investimenti, poiché solo il 41% si aspetta che la propria attività investa nel settore.
 
L’intelligenza artificiale - afferma uno degli architetti intervistati - diventerà una parte inevitabile della nostra crescente necessità di diventare più efficienti, aiutandoci allo stesso tempo ad affrontare complessità sempre maggiori di progettazione e costruzione”. 
 
Dato che entro il 2050 il 70% della popolazione mondiale vivrà nelle città, l’intelligenza artificiale ha un enorme potenziale in termini di urbanizzazione sostenibile. Il 57% degli architetti prevede di utilizzare l’intelligenza artificiale per effettuare analisi di sostenibilità ambientale nei prossimi 2 anni.
 
E il 49% ritiene che siano necessari strumenti digitali migliori, compresa l’intelligenza artificiale, per soddisfare la crescente complessità degli edifici, che comprende gli adattamenti climatici e la tecnologia degli edifici intelligenti. 
 
L’intelligenza artificiale - secondo una delle risposte del sondaggio - può offrire agli architetti l’opportunità di lavorare con maggiore efficienza ed eliminare parte del lavoro più noioso. Se sfruttato, può portare a una migliore cultura del lavoro, tariffe e stipendi migliori”.

Altri sostengono: “In genere non penso che l'intelligenza artificiale possa sostituire la nostra integrità professionale o creatività, ma credo che possa aiutarci a far avanzare la nostra progettazione molto più 'rapidamente' anziché renderla 'migliore'. Credo che siamo ancora il motore e ciò che esce dall’intelligenza artificiale può essere buono solo quanto quello che è stato messo al suo interno”

I nostri risultati - afferma Muyiwa Oki - mostrano che gli architetti sono curiosi e di mentalità aperta nei confronti dell’intelligenza artificiale, e alcuni di noi sono veri pionieri. Promuovendo la collaborazione interdisciplinare e una cultura dell’innovazione responsabile, possiamo sfruttare la potenza dell’intelligenza artificiale per creare un ambiente edificato più inclusivo, resiliente e sostenibile. Non si può tornare indietro”.
 

Quali sono i rischi e le minacce dell’AI

Il grande potenziale dell'AI comporta rischi e sfide intrinseche, dall’imitazione involontaria di materiale protetto da copyright, a pregiudizi sociali o imprecisione nelle previsioni a causa della scarsa accuratezza dei dati utilizzati per addestrare l'AI, fino alla minaccia che l’intelligenza artificiale possa sostituire il lavoro degli architetti.
 
L’indagine rivela in realtà che circa un terzo dei professionisti vede l’intelligenza artificiale come una minaccia, ma le opinioni sono contrastanti. Le aree di maggiore preoccupazione sono le tariffe e l'occupazione.
 
Il 59% degli architetti ritiene che l’intelligenza artificiale aumenti il ​​rischio che il proprio lavoro venga imitato, con conseguente riduzione dei posti nel settore architettonico. Una minoranza significativa (46%) prevede effetti negativi sulle opportunità di lavoro e solo il 22% vede effetti positivi. Una netta maggioranza degli intervistati (56%) ritiene che l'AI avrà un effetto negativo sulle tariffe.

L'adozione dell'AI non è solo una sfida tecnologica, ma anche etica, in particolare se si considerano i soggetti esterni come i clienti e le comunità che la professione cerca di servire. Attribuire la paternità di un progetto, stabilire un importo equo per il lavoro e il mutato rapporto tra l'architetto e gli altri attori coinvolti diventano ambiti su cui porre particolare attenzione.

I risultati suggeriscono che è necessario che la professione rifletta e perfezioni le proprie responsabilità man mano che le implicazioni etiche dell'AI diventano più chiare, per garantire la continuità della fiducia e della reputazione professionale.

Jaina Valji, architetta e fondatrice di Copy and Space afferma: “Stabilire chiare linee guida etiche e specifici quadri normativi per disciplinare l'uso dell'AI in architettura contribuirebbe ad attenuare le preoccupazioni su potenziali usi impropri o conseguenze indesiderate”.

Infine - continua Valji - l'integrazione dell'intelligenza artificiale nelle scuole di architettura potrebbe non solo preparare gli studenti al futuro della professione, ma anche insegnare loro a sfruttare le tecnologie dell'AI in modo responsabile ed etico per affrontare le sfide architettoniche contemporanee”.

In un mondo in rapida evoluzione, la speranza è sempre che l’intelligenza artificiale, come prima CAD e BIM, funzioni con e per l’essere umano e non viceversa.

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