18/03/2024 - Nel 2020, il progetto degli studi map architetti (Tommaso Barni, Giovanni Santini, Anna Pescarolo) con ruolo di capogruppo e Natalini Architetti (Fabrizio Natalini) ha vinto la gara di progettazione indetta dai Musei del Bargello per il nuovo allestimento del Museo di Orsanmichele e la nuova sistemazione della Chiesa per riportare alla fruibilità il complesso, parte integrante del gruppo statale dei Musei del Bargello. La riapertura di Orsanmichele è avvenuta nel gennaio 2024, dopo un’ampia opera di restauro durata circa un anno, promossa dal Ministero della Cultura e facente parte dei cosiddetti Grandi Progetti Beni Culturali.
Il complesso monumentale di Orsanmichele si trova nel cuore del centro storico di Firenze, a metà strada tra Palazzo Vecchio e la cattedrale di Santa Maria del Fiore. In esso si sono storicamente composte funzioni religiose, economiche e civiche che hanno contribuito nel tempo a dare vita e forma a un edificio di straordinaria bellezza e dalle caratteristiche uniche.
Il luogo ove sorgeva un oratorio dedicato a San Michele all’inizio del Duecento diviene la sede cittadina del mercato del grano. Qui nel 1284, Arnolfo di Cambio costruisce una grande loggia adibita al commercio, che cresce d’importanza nel 1290, quando al suo interno viene affrescata un’immagine della Madonna, la cosiddetta “Vergine del Grano” dipinta da Bernardo Daddi. Da quel momento inizia la doppia vita di Orsanmichele: luogo di commercio e di preghiera che si arricchisce, attraverso successivi interventi architettonici, di opere di elevatissimo pregio. Tra queste il Tabernacolo dell’Orcagna ospitato all’interno della chiesa e le quattordici nicchie sulle sue facciate, ciascuna “abitata” dalla statua di uno o più santi. Le nicchie, volute dalle Arti fiorentine, si popolano negli anni di un ciclo di capolavori firmati da più importanti artisti del Quattrocento fiorentino. Gli originali delle sculture sono dal 1996 ospitati dal Museo al primo piano, oggi protagonisti di uno spazio rinnovato.
Il nuovo progetto di allestimento è pressoché invisibile nella Chiesa al piano terra dove tuttavia esso svolge un ruolo fondamentale nel rendere più evidente la straordinaria ricchezza dell’interno medievale. “L’opera necessitava di un intervento molto leggero che, con pochi tocchi, rafforzasse il suo rapporto con la città e recuperasse alla vista l’interno che incornicia lo straordinario Tabernacolo dell’Orcagna e l’altare di Sant’Anna”, hanno scritto gli architetti. Questo avviene attraverso la realizzazione di due nuove bussole in metallo scuro e vetro extrachiaro, a tutta altezza verso la Chiesa, che permettono ai grandi portoni che affacciano su via dell’Arte della Lana di essere tenuti aperti favorendo così non solo la possibilità di movimento dei visitatori ma anche annunciando la sorpresa dell’interno. La nuova illuminazione contribuisce a far risaltare la spazialità e la ricchezza dei particolari.
Al primo piano si continua ad accedere salendo lo scalone posteriore al palazzo dell'Arte della Lana e prospiciente l’ingresso della chiesa per poi attraversare il pontile ad arco realizzato nel 1569 dal Buontalenti. Questo porta direttamente il visitatore all’ingresso del grande salone, coperto da bellissime volte a crociera in mattoni sorrette al centro da pilastri ottagonali in pietra forte, un tempo granaio e oggi adibito a Museo. Qui gli architetti Barni e Natalini hanno riorganizzato lo spazio a partire dalla collocazione e dalla relazione tra le magnifiche sculture di Lorenzo Ghiberti, Donatello, Nanni di Banco, Andrea del Verrocchio, Baccio da Montelupo e di Giambologna. Lo hanno fatto tenendo conto dell’architettura trecentesca “possente e essenziale” sulla quale negli anni Sessanta erano intervenuti con estrema cura gli Archizoom.
Il nuovo allestimento dà luogo a una sorta di spazio pubblico nel quale le statue, collocate su palchi che le elevano a un metro e quaranta centimetri di altezza dal pavimento, poggiate su pedane e incorniciate da un fondale altro quattro metri e mezzo, assumono una posizione corrispondente all’originaria collocazione nelle nicchie esterne all’edificio. Le sculture possono così essere osservate da una posizione più vicina a quella originale e ricontestualizzate all’interno di un allestimento che, evocando i tabernacoli, le mette in un giusto rapporto di scala con le dimensioni del salone.
La matrice geometrica che ordina la posizione delle singole figure attraverso il sistema di pedane interpreta così la disposizione delle aperture: dieci bifore marmoree alte sette metri che il progetto di allestimento tiene in conto per dare luogo a un ordito di intervalli e di attraversamenti. In tal modo nel salone viene evocata una passeggiata lungo le strade attorno a Orsanmichele. Le figure dei santi tornano così a interagire con il pubblico, come quando si trovavano nelle nicchie collocate sulle facciate, lungo le strade. La scelta di ruotare le statue collocate in posizione angolare introduce un senso di movimento e contribuisce a esaltare questa dimensione pubblica dando luogo a una sorta di dialogo tra le stesse figure.
L’alternanza dei pieni e dei vuoti, scandita dagli elementi verticali di sfondo alle sculture, sottolinea gli allineamenti dei pilastri ottagonali e delle grandi vetrate, in modo da lasciare ben visibile e percepibile l’architettura trecentesca dell’antico granaio, nonostante le dimensioni ragguardevoli dei pannelli. Il nuovo progetto di illuminazione mette in evidenzia la straordinaria tessitura delle volte, avvolge le statue con una luce morbida e rimarca l’intervento di organizzazione spaziale che map architetti e Natalini Architetti hanno realizzato stabilendo nuove relazioni tra antico e contemporaneo. Dopo la visita al Museo il visitatore può salire al piano superiore seguendo la scala in lamiera realizzata da Archizoom nel 1967, che avvolge il pilastro terminale della sala. Giungerà così all’altana, dove lo aspetta una generosa e spettacolare vista sulla città.
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