29/03/2024 - BASE Milano si prepara a dare il via, dal 15 al 21 aprile, a We Will Design, il programma che quest’anno ha come tema The Convivial Laboratory, un invito a riflettere sulle più innovative pratiche internazionali di convivenza, coabitazione e di condivisione e la loro interrelazione con gli ambiti relativi a migrazione, genere, abilità, salute e background culturale.
BASE Milano, in occasione della Milano Design Week 2024, sarà trasformata in un centro culturale abitato da installazioni gonfiabili e fiori giganti, che ospita campeggi in terrazza, attraversato da performer e designer italiani e internazionali.
BASE aprirà, dunque, le porte alla costruzione di una comunità temporanea che vivrà e lavorerà all’interno del complesso dell’ex Ansaldo, trasformato per l’occasione in un “laboratorio di convivialismo”. L’obiettivo è esplorare come progettisti, architetti e cittadini abbiano la capacità di creare nuove forme di relazioni interdipendenti, a partire da comportamenti, gesti, sentimenti e spazialità quotidiani.
We Will Design cercherà di immaginare nuove modalità di convivenza e interdipendenza basate su principi come la cooperazione, la democrazia, il dialogo tra culture, la dignità paritaria e la responsabilità ecologica.
Mentre le città producono costruzioni futuristiche ed elitarie, sopravvivono visioni utopiche della domesticità e proliferano soluzioni autonome e insediamenti informali, in cui abitare diventa un gesto di resistenza e di affermazione della dignità umana, BASE Milano propone di iniziare ad abitare pensieri e progetti e non solo più spazi e oggetti.
Abitiamo il futuro, abitiamo il turbamento, abitiamo mondi che ancora non esistono, corpi che sono organismi collettivi.
TALAMO
Se con We Will Design 2024 BASE Milano si offrirà come bacino per la costruzione di una comunità temporanea che vivrà e lavorerà insieme, ragionando su nuove forme di relazione, sarà TALAMO - la scultura performativa del duo di architetti italiani residenti a Londra Lemonot (Sabrina Morreale e Lorenzo Perri) in collaborazione con Xavier Madden e Katja Banović - a introdurre il pubblico a queste tematiche già in occasione di miart - Fiera internazionale d'arte moderna e contemporanea.
In questo contesto, TALAMO sarà un’architettura conviviale: un letto immenso e al contempo leggero, in una sospensione dinamica tra pavimento e soffitto
FLOWAIR
Negli spazi esterni di BASE ci sarà FLOWAIR, una grande installazione site specific firmata dal team di Ingo Maurer che, coerentemente con la scelta di creare interventi unici “su misura per il luogo", incorpora texture amorfe, forme fluide ed elementi organici in un'installazione all'aperto nel cortile del centro culturale, nel cuore di Via Tortona, offrendo uno spettacolo di luci e colori sia di giorno che di notte, aperto a ogni tipo di interpretazione, secondo i principi della Gesamtkunstwerk [opera d’arte totale].
FLOWAIR esplora le forme gonfiate giocando abilmente con forma, colore e luce per creare un'esperienza visiva che durante il giorno enfatizza il movimento dei componenti mossi grazie a macchine eoliche e vento e di notte aggiunge un gioco di LED colorati teso a esaltare la sua capacità di generare meraviglia. Composta da elementi alti fino a 10 metri che si gonfiano e si contraggono lentamente, FLOWAIR si muove nel vento creando una coreografia in cui le sue componenti a forma di tromba creano illusioni capaci di confondere sulla percezione della sua dimensione reale.
Il centro culturale milanese presenta anche due progetti unici di residenza.
Il primo è The Convivial Laboratory – the Camp, un esperimento collettivo che indaga le diverse forme dell’abitare. Dal 12 al 23 aprile verrà allestito un campeggio sulla terrazza di BASE, aperto a un gruppo di 20 partecipanti tra designer, student, curator e operator culturali. 10 giorni di soggiorno realizzati in collaborazione con l’agenzia di design e ricerca Parasite2.0.
È immediata l'assonanza con la "protesta delle tende" che, nella primavera 2023, ha portato alcuni studenti ad accamparsi di fronte al Politecnico di Milano per protestare contro il caro affitti. Questo progetto trae ispirazione da quel momento e va oltre, sino ad analizzare un'emergenza planetaria, ossia la coesistenza in contesti complessi e iper-globalizzati. Il Camp vuole provare a immaginare una coesistenza basata sulla solidarietà, che metta al centro relazioni e convivenza con gli altri.
Parasite2.0 – fondata da Stefano Colombo, Eugenio Cosentino e Luca Marullo – costruisce uno spazio ibrido, tra la grande piazza dei movimenti di protesta metropolitani e gli sconfinati spazi naturali della controcultura e le sue comuni. Un grande plateau e quinte leggere: un luogo per dormire, incontrarsi e confrontarsi.
Nell’ambito di Camp avverrà anche uno scambio di pratiche e discussioni condivise sul tema dell’abitare precario insieme a DOPO?: il centro culturale milanese, infatti, ha proposto a quattro designer di realizzare strutture abitative temporanee per ospitare dei runaways (“scappati di casa”) in cambio di contributi o prestazioni sulla base delle loro competenze e interessi.
Il secondo progetto, Temporary Home, abiterà le stanze di casaBASE, la foresteria di BASE normalmente dedicate all’ospitalità di artist e designer, con 5 progetti traduzione di 5 scenari all'avanguardia.
Angeli’s the light pensato dal collettivo Angeli (Nathan Raccah e Ward Lauwers), è una riflessione sulla convivialità a partire dalla condivisione del pasto con le persone care, dalla preparazione al suo consumo, rappresentato da una serie di utensili da cucina, oggetti ma anche simboli. Ognuno di questi strumenti costituisce uno studio sulla struttura del nostro mondo industriale e sui nostri legami emotivi con esso.
Found In Translation di Computer Room – collettivo presentato dal British Council e composto da Andu Masebo, Charlie Humble-Thomas e Jesse Butterfield – parte da 5 storie personali in 5 lingue diverse, da cui i designer hanno tratto ispirazione per altrettanti artefatti che raccontano la fragile bellezza di diverse culture.
Ispirata alla natura globale della Milano Design Week, Found in Translation si serve della lingua come punto accesso a culture sconosciute. Si parte da interpretazioni ingenue ma molto umane, che finiscono per stimolare nuove narrazioni.
Erica Curci con MOULTING presenta, con calchi in silicone e capsule di Petri, un’analisi sulla pelle delle persone intesa come luogo di incontro e scambio di informazioni tra noi e il mondo. La ricerca artistica di Erica Curci dialoga con la biologia alla ricerca di una connessione tra le specie. In questo caso, la relazione tra i corpi (umani) e i microbi.
Radical Rituals 45ºN 1ºW-45ºN 35ºE, il progetto di forty five degrees che raccoglie alcune pratiche spaziali orientate al futuro e al cambiamento, lungo il 45° parallelo che attraversa l’Europa dalla costa atlantica al Mar Nero. forty five degrees è una pratica collaborativa internazionale di architetti e ricercatori provenienti da Grecia, Italia, Germania, Francia, e la Spagna, che trascende i confini geografici ed espande le sue reti internazionali per abbracciare la diversità delle eredità culturali.
Con un focus su un’esplorazione completa dell’ambiente costruito, la pratica di questo collettivo impiega ricerca, design, scrittura e sperimentazione artistica per analizzare gli intrecci fisici, sociali ed economici.
Radical Rituals è realizzato con il contributo di Allianz Foundation, Institut Français Bureau des arts plastiques, PERSPEKTIVE FONDS, Akademie Schloss Solitude, Alfred Töepfer Stiftung, Goethe Institute Bucharest, Arc Bucharest, PUNCH Bucharest.
Sophie Conroy, infine, con Without a House mette in discussione il significato di “casa” privandosene per 6 mesi per esplorare modi di vita alternativi basati su un legame più forte con la comunità, la natura e il sé. Conroy condivide la sua esperienza con un’installazione intima, invitando a riflettere sul senso di casa, comfort, bisogno e dipendenza. Sophie Conroy è designer e embodied researcher, che utilizza la sua vita come strumento per esplorare ciò che non conosciamo, modi di vivere alternativi e comprendere meglio se stessa il mondo.
BASE apre le porte della sua area EXHIBIT ad altri 29 artisti e designer.
Tra questi Agora du Design, associazione francese che ogni due anni, attraverso il French Design Granted, individua due progetti per il Design Research Grant e uno per il Design Exhibition Grant.
Quest’anno da BASE verranno presentati i vincitori dell’edizione 2021: Marine Rouit-Leduc con un progetto sui colori dello spettro visivo, Hors-studio (Rebecca Fezard e Elodie Michaud) con una ricerca sul riutilizzo dei materiali di scarto, ed Emma Pflieger e Antoine Foegle con Keep It Flat una installazione che riunisce artefatti vicini alle teorie terrapiattiste.
The Body is a Moviment
Dalla relazione con ONOMATOPEE, centro culturale olandese per le arti e il design con sede ad Eindhoven, nasce The Body is a Moviment, una palestra realizzata in collaborazione con Baltan Laboratories e con il supporto dell’Ambasciata e Consolato Generale del Regno dei Paesi Bassi, ideata per favorire la connessione tra il proprio e l’altrui corpo, in un processo di accettazione, celebrazione e condivisione.
Accanto a questa, Laura Papke x Nino Basilashvili presenta un’installazione sensoriale sui battiti del cuore, Yeon Sung 연성 un lavoro sull’inquinamento della zona industriale di Maasvlakte, e Dóra Léhy con Qiaochu guo i Touching Tools che invitano a riscoprire il rapporto tra i nostri corpi e lo spazio.
E ancora il collettivo canadese Architects Against Housing Alienation (AAHA), che dal 2021 affronta il tema dell’alienazione abitativa, partecipa con Not for Sale! A Dialogue between c\a\n\a\d\a and Italy, uno spazio per il dibattito e la conversazione tra coppie di attivist, architett e promotor sul tema dell’housing nella città di Milano, pensato per condividere idee ed esperienze tra Canada e Italia.
Accanto all'offerta espositiva, BASE Milano promuove un vero e proprio festival tra appuntamenti di musica, intrattenimento e talk, con collaborazioni in Italia e in Europa.
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