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Addio all’architetto e designer Italo Rota
Boeri: “È stato un personaggio unico, con una visione sofisticata, spesso inaspettata, originale sull'architettura”. Ratti: "Italo è stato un grande innovatore - uno di quei rari designer in grado non solo di dare nuove risposte, ma di porsi nuove domande"
Autore: cecilia di marzo
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Italo Rota alla conferenza stampa della mostra 'Pittura italiana oggi', courtesy of Triennale Milano Italo Rota alla conferenza stampa della mostra 'Pittura italiana oggi', courtesy of Triennale Milano
08/04/2024 - Sabato scorso, 6 aprile, si è spento, dopo una lunga malattia, il poliedrico architetto e designer Italo Rota.
In tanti i colleghi che hanno espresso il proprio cordoglio per la perdita di uno dei protagonisti della scena architettonica italiana e non solo.
 
Italo Rota, nato a Milano nel 1953, si laureò in Architettura al Politecnico di Milano nel 1982, momento in cui aveva già al suo attivo un’esperienza formativa presso gli studi di Franco Albini e Vittorio Gregotti.
 
Dal 1976 al 1981 partecipò alla realizzazione della rivista Lotus International con l'architetto Pierluigi Nicolin.
 
Tra i suoi lavori più importanti e prestigiosi vi sono l'allestimento museale del Musée d’Orsay (1980) e il progetto degli spazi del Musée National d’Art Moderne all’interno del Centre Pompidou, entrambi con Gae Aulenti, le nuove sale della Scuola Francese della Cour Carré del Louvre (1992) e il recente Museo del Novecento a Milano (2010).
 
Durante i dieci anni trascorsi in Francia ebbe modo di affrontare il progetto a diverse scale, da quella urbana fino agli allestimenti teatrali, scenografici e a quelli per mostre ed eventi, come la mostra-omaggio per i primi quarant’anni di carriera di Christian Dior, nella storica sede della Maison in Avenue Montaigne, a Parigi.
 
Italo Rota rientrò in Italia, a Milano, nel 1995.
 
Fino al 2005 videro la luce le mediateche di Anzola e San Sisto, boutique e club per lo stilista Roberto Cavalli, una villa sulle colline fiorentine, la promenade del Foro Italico a Palermo (2005), l'albergo Boscolo Exedra a Milano, il tempio indù di Lord Hanuman, il padiglione Ciudades de Agua per l'Expo di Saragozza del 2008, l'allestimento del Triennale Design Museum nel 2007, oltre al succitato Museo del Novecento, inaugurato nel dicembre 2010.
 
All'attività di architetto affiancò anche quella di designer per numerose aziende produttrici del design italiano, in cui l'oggetto è parte integrata e integrante dello spazio progettato.
 
Italo Rota fu professore di progettazione presso l'Ecole d'Architecture UP8 Paris-Belleville (1987-1990), lo IED di Milano (1996-1998) e la Facoltà di Architettura di Ferrara (1998-2000). Da ultimo fu Direttore del dipartimento di Design della NABA | Nuova Accademia di Belle Arti di Milano che lo ricorda così:
“Italo Rota ha sempre inseguito e perseguito un’idea di scuola nella quale studenti, docenti e mondo esterno fossero connessi da un processo di apprendimento comune, mobile e in costante evoluzione. In un progetto al tempo stesso pedagogico e cosmogonico.
[…]
La sua riflessione sul ruolo dei designer come costruttori di spazio, fisico e mentale, come innovatori e inventori di soluzioni, era legata a doppio filo a quella sulla scuola contemporanea e futura. 
Ricordiamo Italo con l’insegnamento più grande che ha lasciato alla scuola: tutti noi, grazie a lui, continueremo a imparare facendo e a insegnare imparando. Lavorando per un progetto innovativo possiamo ritrovarci, secondo le sue parole, “in un bel posto nella natura per produrre frammenti di futuro”.
 
Più recentemente, nello specifico dal 2015, Italo Rota aveva avviato una prolifica collaborazione con Carlo Ratti, curatore della prossima Biennale Architettura 2025:
L'architettura è la risposta, ma qual è la domanda? Beh, Italo è stato un grande innovatore - uno di quei rari designer in grado non solo di dare nuove risposte, ma di porsi nuove domande" dichiara l'architetto torinese. "Siamo diventati amici lavorando insieme al progetto Expo Milano 2015. Ma è stato dopo un'altra esperienza Expo - quella di Dubai 2020 - che abbiamo iniziato una collaborazione su larga scala. Abbiamo realizzato insieme tutti i progetti degli ultimi 5 anni.
In architettura ci appassionavano gli stessi temi: interazione con le persone, nuovi processi di design e, infine, maggiore integrazione tra mondo naturale e artificiale.
Italo amava suonare, con splendida profondità, e il modo in cui ci siamo conosciuti e collaborati negli ultimi anni di carriera mi ha spesso fatto pensare che il design, nei suoi momenti migliori, possa eguagliare una delle capacità della grande poesia: essere altrettanto sintetico e toccante, ellittico e frizzante.” - Carlo Ratti.
 
Per Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, «È stato un personaggio unico, con una visione sofisticata, spesso inaspettata, originale sull'architettura e sul rapporto tra l'architettura e le altre arti».
Sulla sua pagina Instagram scrive: “Con Italo Rota perdiamo oggi un protagonista assoluto dell’architettura e della cultura italiana. Ci mancheranno le sue idee potenti e appena sussurrate, le sue visioni controcorrente, le sue composizioni ricchissime e sempre intelligenti. Un pezzo della nostra storia, della storia della nostra generazione, della storia di Triennale e della creatività italiana nel mondo se ne va”. 

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