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L'architettura che dà forma alle emozioni
Fino al 15 settembre al Danish Architecture Center la mostra "Aware: Architecture and Senses" firmata 3XN GXN esplora le connessioni tra spazi e persone
Autore: giulia capozza
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L'ARCHITETTURA CHE DÀ FORMA ALLE EMOZIONI
03/04/2024 - Fino al prossimo 15 settembre una nuova mostra al Danish Architecture Center esplora le connessioni tra persone e architettura. Si chiama "Aware: Architecture and Senses" l'esposizione creata dallo studio danese di architettura e ricerca 3XN GXN e dallo stesso Danish Architecture Center. Sei installazioni immersive invitano i visitatori a interagire con lo spazio, giocando su idee e forme e interrogandosi su come l'architettura possa influenzare le emozioni umane.

La ricerca parte da alcune domande. L'architettura è il luogo in cui dormiamo, mangiamo, lavoriamo e ci riuniamo, ma quanto siamo consapevoli dell'effetto che l'architettura ha su di noi, su come ci muoviamo, pensiamo e sentiamo? Sappiamo che l'architettura ha un effetto duraturo, persino irreversibile, sull'ambiente. Ma comprendiamo come questi aspetti siano tutti collegati tra loro?

Le installazioni di Aware, in scala 1:1, pongono l'accento sull'esperienza delle persone nello spazio e non sulla forma o la funzione.  Oltre i materiali che la costituiscono, l'architettura viene così concepita nelle relazioni tra corpi e spazi, tra atmosfere spaziali ed emozioni umane.

"Le scelte di design", afferma Kim Herforth Nielsen, fondatore e direttore creativo di 3XN, "non sono mai solo estetiche, ma influenzano fondamentalmente le nostre vite e le nostre esperienze. L'architettura modella il nostro comportamento. Siete - siamo - consapevoli di come?".
 

L'architettura come esperienza

Emozionare o stupire, calmare o favorire la connessione, stimolare la curiosità e accendere i sensi: questo è il potenziale dell'architettura oltre i mattoni, il cemento o l'acciaio. Il visitatore viene invitato realizzare come lo spazio possa definire atmosfere, dare forma a stati d'animo e svelare mondi inediti.

Ad esempio, la funzione di una scala può essere quella di collegare diversi livelli, ma la sua atmosfera liminare incoraggia connessioni non pianificate. Oppure utilizzare il legno e le forme organiche per ricollegarci alla nostra natura più profonda, dandoci una connessione viscerale con il mondo naturale in un periodo in cui il nostro tempo è sempre più trascorso al chiuso. O ancora modificare gli elementi architettonici tipici, rendendo il familiare sconosciuto e spingendoci a girare l'angolo.

Ciascuno degli spazi di Aware enfatizza e stravolge ciò che ci aspettiamo dall'architettura, offrendoci una nuova visione del modo in cui percepiamo noi stessi e il mondo che ci circonda. L'illuminazione di Jesper Kongshaug e i paesaggi sonori di Mesmer sottolineano ulteriormente la qualità temporale ed esperienziale della mostra.

"Queste qualità intangibili e fugaci sono da tempo una forza trainante del lavoro di 3XN GXN", spiega Nielsen. “Siamo affascinati dal modo in cui le persone e lo spazio interagiscono e abbiamo voglia di capire e lavorare con le dimensioni innate e universali che costituiscono l'esperienza. Perché? Perché l'esperienza è il modo in cui tutti noi comprendiamo l'architettura".
 

L'architettura per il benessere delle persone e del pianeta

Dopo le installazioni, la chiusura della mostra offre uno sguardo dietro le quinte ad alcune ricerche, progetti e studi che hanno dato forma agli spazi appena attraversati. Reso possibile grazie al sostegno di Arup, questa parte del progetto offre una visione di come gli architetti e i professionisti affini lavorano insieme per creare ambienti che resistono alla prova del tempo e promuovono il benessere delle persone e del pianeta.

Questo aspetto non potrebbe essere più critico. Si prevede che entro il 2050 la popolazione mondiale passerà da otto a dieci miliardi di persone, il 70% delle quali vivrà in città. L'edilizia e i nostri edifici saranno responsabili, a livello globale, di quasi il 40% delle emissioni annuali di CO2. Ci troviamo quindi di fronte a dilemmi contrastanti: come possiamo accogliere responsabilmente una popolazione in crescita quando sappiamo anche che il nostro pianeta ha bisogno che costruiamo di meno?

Viviamo in un'epoca in cui sono aumentate le aspettative e le richieste di sostenibilità come responsabilità fondamentale dell'architettura. Per molti, la sostenibilità evoca l'immagine di un certo tipo di architettura, dall'aspetto specifico e con un'impronta ecologica decisamente ridotta. Ma la sostenibilità riguarda anche la capacità di durare nel tempo, una capacità che in architettura è spesso in balia del cambiamento dei gusti e delle esigenze percepite.

"Perché gli spazi durino e siano amati, dobbiamo capire come siamo connessi ad essi, come ci influenzano e ci fanno sentire", afferma Nielsen.

"In Danimarca e in tutta la Scandinavia c'è un forte senso di responsabilità per la collettività", afferma Kasper Riisholt, responsabile dei programmi culturali del Danish Architecture Center. "Questa responsabilità riguarda anche il nostro benessere: la nostra società e il nostro spazio devono nutrire, sostenere e facilitare una buona qualità di vita per tutti. Affinché l'architettura contribuisca positivamente al nostro benessere, dobbiamo comprenderne l'essenza: Qual è il nostro rapporto con l'architettura, cosa fa per noi?".

  Scheda progetto: Aware: Architecture and Senses
Rasmus Hjortshoj
Vedi Scheda Progetto
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