26/04/2024 - C'è tempo fino al 5 maggio per visitare, presso gli spazi espositivi della Banca d’Alba, la mostra fotografica “Aldo Amoretti – Ascoltare i luoghi”.
L’evento fa parte di una serie di importanti esposizioni in preparazione del 76° Congresso Nazionale FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) che avrà luogo proprio ad Alba dal 15 maggio al 19 maggio.
Quella dedicata ad Aldo Amoretti è un’elegante retrospettiva di fotografie di architettura che cercano di tradurre ciò che i luoghi possono comunicarci.
“Ci sono luoghi che risuonano di una voce particolare; narrano storie fatte di luce, di silenzio, di intimità. Il mio lavoro è dedicato ad ascoltare queste voci e cercare di raccontarle attraverso le immagini.” spiega il fotografo.
La mostra fotografica “Ascoltare i luoghi” di Aldo Amoretti si interroga su come i luoghi e le architetture possano parlare con noi e, da oggetti, diventare soggetti che raccontano la loro storia. Il percorso narrativo si articola in undici temi rappresentati ciascuno da una coppia di fotografie dell’autore che dialogano tra di loro innescando una dialettica critica, come ad esempio le due immagini della Cappella in legno di John Pawson e la Cappella di San Nicolao di Peter Zumhtor dove, come osserva Pawson, “… è la risonanza dell’abbinamento che mi commuove particolarmente: attraverso il contrappunto del legno che è visceralmente presente in ogni dettaglio delle sue venature e del suo peso, con i fantasmi arborei carbonizzati della cappella di Peter Zumthor”.
I luoghi sono spazi progettati da autori come Peter Zumthor, John Pawson, Alvar Aalto, Jacopo Sansovino, Aldo Rossi, Gianni Braghieri, Baukunst, Ercole Gasparini, Angelo Venturoli, Luigi Marchesini, Giuseppe Tubertini, Coriolano Monti, Dorte Mandrup, Hans Van der Laan, Peter Märkli, Buzzo Spinelli, BRH+ Barbara Brondi & Marco Rainò, Marco Ciarlo Associati, LDArchitects Luca Dolmetta, Archisbang, ma anche da autori ignoti di architetture spontanee o artisti come Giorgio Morandi.
La fotografia, in questo senso, diventa una lente che raccoglie le mutevoli condizioni che si intrecciano all’interno di uno spazio e diventa un momento di riflessione sulla natura più profonda dell’architettura e del paesaggio.
Come ci ricorda John Pawson “Il legame tra architettura e fotografia è intimo. … nessun archivio fotografico di un progetto finito è mai completo. Ogni immagine successiva rappresenta un nuovo portale attraverso il quale comprendere l'opera più profondamente e con maggiore chiarezza; ogni immagine porta la sua prospettiva unica: il suo punto di vista.”
Aldo Amoretti
Laureato in architettura al Politecnico di Milano nel 1992, Aldo Amoretti si dedica alla fotografia di architettura collaborando con diversi architetti conosciuti a livello internazionale come Peter Zumthor, BIG Bjarke Ingels Group, Snøhetta, Auer Weber, J.L Mateo, John Pawson, tra gli altri. Nel 2017 e 2019 ha vinto il premio di fotografia A+Award con le immagini dei lavori di Peter Zumthor e BIG. Nel 2018 è stato uno dei cinque finalisti del premio internazionale Architectural Photography Awards. Nel 2020 è arrivato terzo al premio IPA award nella categoria architettura.
Il suo lavoro fotografico e architettonico è pubblicato nelle principali riviste di architettura ed è stato esposto in mostre internazionali come Biennale di Venezia, La Galerie d'Architecture di Parigi, Museo Nazionale di Architettura di Oslo.
Si occupa di fotografia sociale senza scopo di lucro. I suoi recenti progetti sono Binario Morto e Siamo tutti migranti.
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