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02/05/2024 - Il gruppo guidato dallo studio a-fact e composto da LAND, Maffeis Engineering e Charcoalblue, è il vincitore del concorso internazionale per la progettazione architettonica del Museo di Arte Contemporanea, del Museo di Storia Naturale e del Parco delle Arti e della Cultura di Podgorica (Montenegro).
Il progetto è stato selezionato da una Giuria internazionale tra 48 proposte provenienti studi riconosciuti a livello mondiale tra i quali Sou Fujimoto, Junya Ishigami, Diller Scofidio + Renfro, Snøhetta, MCA - Mario Cucinella Architects e Stefano Boeri Architetti.
Il progetto vincitore “propone un’architettura iconica in grado di connettere cultura e natura, ricongiungendo il fiume Morača con la città. Il nuovo distretto Arts & Culture sarà catalizzatore della vita sociale di Podgorica, diventando un attrattore pubblico vivo e dinamico. Gli edifici promuovono un nuovo paradigma di sostenibilità incoraggiando l'interazione tra spazi interni ed esterni ed esplorando l'uso contemporaneo di materiali e tecniche costruttive locali", secondo gli architetti Andrea Rossi, Giovanni Sanna e Pierluigi Turco, co-fondatori di a-fact.
Il progetto è stato apprezzato dalla giuria per la “composizione architettonica composta da tre volumetrie distinte ma correlate, che emergono dalle rive del fiume e danno vita ad un nuovo landmark per la città, una destinazione civica sia per i residenti che per i visitatori. La proposta progettuale trae ispirazione dalla splendida natura del Montenegro, mentre le facciate in pietra rendono omaggio alle montagne circostanti e danno vita ad un nuovo linguaggio architettonico che si fonde con il parco e il fiume”.
Il nuovo Distretto Museale e il Parco delle Arti e della Cultura sarà un nuovo attrattore urbano e ospiterà un vasto programma di eventi pubblici per celebrare la cultura, l’arte e il patrimonio storico locale. La sua architettura iconica attrarrà visitatori da tutto il mondo, favorendo lo scambio interculturale e promuovendo l’economia creativa. Il Museo di Arte Contemporanea, il Museo di Storia Naturale e la Casa dell’Architettura offriranno esibizioni sia permanenti che temporanee, laboratori di ricerca e didattica, spazi meeting informali, il nuovo giardino botanico e un grande spazio esterno flessibile per eventi che completa il nuovo waterfront, offrendo prospettive mozzafiato del fiume e della città.
Ciò che gli edifici tolgono alla terra, viene restituito con un tetto rigoglioso che si fonde con il paesaggio e si trasforma in un nuovo luogo di ritrovo all'aperto che vanta una splendida vista sul riverwalk. La copertura verde dissolve le linee tra l'edificio e il terreno. Ciò garantendo un movimento continuo attraverso il paesaggio e arricchisce ulteriormente la biodiversità del luogo.
Il progetto del paesaggio con la sua infrastruttura verde-blu parte dall’analisi del sito con il proposito di incorporare i valori esistenti e di migliorare la biodiversità del parco con il mantenimento di 290 alberi, l’aggiunta di 532 nuovi alberi di essenze diverse e di 900 arbusti. Inoltre, si enfatizzano le connessioni del parco museale con la città con particolare attenzione al lungofiume con migliore fruibilità da parte dei cittadini. Le scelte si ripercuotono in maniera positiva sulle prestazioni ambientali del progetto complessivo, per quanto riguarda il sequestro di carbonio, la produzione di ossigeno e l’abbattimento di particolati.
“Quello che abbiamo presentato è la visione di un’architettura che genera un nuovo paesaggio fluviale e connette così il fiume con la città. Il progetto è un contributo alla rigenerazione dei fiumi all’interno dell’European Nature Restoration Law”, spiega Andreas Kipar, fondatore di LAND.
La sostenibilità è al centro della proposta progettuale che mira ad adottare e integrare strategie ambientali passive e attive volte a ridurre il consumo energetico complessivo per riscaldamento, raffreddamento, illuminazione artificiale e uso di acqua potabile. In aggiunta, l’implementazione di tecniche di costruzioni innovative, unite all’utilizzo di materiali locali, genera un impatto positivo sull’intero ciclo di vita degli edifici e sulla loro riduzione globale di emissioni di anidride carbonica.
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