12/07/2024 - Immerso nelle Alpi Orobie del Nord Italia, il ristorante Blum In a Rovetta (BG) mostra un uso trasformativo dello spazio attraverso una narrazione aerea realizzata ad arte con materiali di provenienza locale a cui è stato dato un nuovo scopo. L'architetta Francesca Perani ha re-immaginato questo ristorante, arricchendo l'esperienza culinaria tradizionale con utilità, estetica e narrazione radicata nella tradizione. Un design che mira a trascendere l'aspetto gastronomico, mettendo in risalto l'interazione tra trame ispirate alla natura e geometrie rigorose.
Situato all'interno di uno spazio ricco di storia, originariamente una stalla, poi trasformata in una tipica locanda prealpina, il ristorante è una fusione di elementi architettonici imponenti quali volte e archi; interni caldi caratterizzati da tonalità chiare e arredi in legno.
L'obiettivo principale del progetto è stato quello di infondere carattere alla sala principale del ristorante, migliorando la qualità acustica dei soffitti a volta. Un secondo obiettivo è stato quello di creare maggiore privacy nelle aree adiacenti all'ingresso e al forno a legna, integrando anche l'identità del ristorante.
L'idea del progetto è emersa esplorando l'eredità agricola della regione: il pregiato mais rostrato rosso, da sempre punto fermo della tradizione culinaria della zona, una particolare varietà di mais coltivata dall'inizio del XX secolo nei campi dell'altopiano del paese. Questo riferimento ha portato alla creazione dell'elemento centrale dello spazio, l'installazione aerea un "Arazzo di mais".
È così che sopra l’area pranzo è sospesa un'installazione scultorea che si estende per tutta la lunghezza del soffitto. Composta da 150 elementi identici, ogni elemento assomiglia a un chicco di mais stilizzato ed è sospeso ad una struttura a griglia. Una geometria alternata di elementi cilindrici posti in diagonale, volti a formare un unico corpo danzante. Questi elementi, manicotti di feltro di produzione locale tipicamente utilizzati nei macchinari industriali per la panificazione, sono disposti in una formazione ad arco a diverse altezze per emulare la forma naturale di una pannocchia di mais.
La scelta del feltro di lana naturale è stata motivata non solo dalle sue capacità fonoassorbenti, ma anche dalla sua intrinseca bellezza, dalla sua consistenza e dal suo fascino al tatto. Questo materiale si propone di mettere in contatto i commensali con l'antica tradizione radicata nella storia dell'agricoltura, rendendo omaggio agli oggetti di uso quotidiano e infondendo così un senso di "calore" allo spazio.
L'installazione si sviluppa in una forma morbida e organica, che trasmette un senso di movimento e armonia. Incorpora al suo interno un'illuminazione funzionale, che comprende un impianto lineare centrale e proiettori laterali, volti a migliorare l'esperienza ristorativa creando un'atmosfera intima e coinvolgente al tempo stesso.
Una struttura di supporto flessibile e rigida allo stesso tempo funge da elemento portante, ancorata al soffitto a volta per una luce di 8 metri. È composta da una serie di griglie di ferro, di colore nero, scelte per contrastare le tonalità chiare del ristorante.
A completamento del progetto sono state utilizzate altre griglie geometriche in ferro nello spazio per molteplici funzioni, come quinte discrete, a supporto della insegna interna e come espositori. Nella sala principale, una struttura sospesa a doppia griglia funge sia da sfondo per le bottiglie di vino che da elemento di separazione tra la sala principale e l'area del forno a legna.
L'accostamento di feltri morbidi e leggeri a griglie nere e rigide rende questo design compatto e giocoso un intervento effimero reversibile. Il progetto è il riflesso dell'artigianato e delle tradizioni locali, con il desiderio di offrire un'esperienza grafica vibrante che amplifichi il piacere del cibo.
L’architetta Francesca Perani ha commentato: "Quando mi trovo di fronte a spazi pre-organizzati, opto spesso per i tessuti per la loro versatilità nel creare ambienti coinvolgenti. Con questo intervento ho avuto il privilegio di celebrare la ricca identità culinaria della città utilizzando materiali locali che favoriscono un senso di appartenenza e di comunità".
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