Ph. Flavio Dorta
12/08/2024 - Dopo anni dalla demolizione del vecchio edificio, risorge la chiesa del quartiere di Alcalà a Santa Cruz di Tenerife su progetto di Beautell Arquitectos. In una zona senza riferimenti architettonici, la nuova chiesa doveva recuperare la memoria dell'eremo scomparso e costituire un nuovo centro architettonico nel quartiere. Sotto l'invocazione della Vergine della Candelaria, il nuovo edificio racconta la tradizione, con forme austere, semplicità dei materiali e un carattere ascetico che cerca l'essenziale.
Il nuovo tempio si formalizza in due navate diverse, "quella vecchia" e "quella nuova". Un unico spazio interno, si trasforma in due volumi diversi dall'esterno. Uno di essi recupera la forma e la posizione del vecchio eremo in una reinterpretazione dell'architettura tradizionale delle isole come tentativo di recuperarne la memoria e attenuare il senso di perdita che la sua demolizione nel 2011 ha causato. I muri sono nuovi, ma l'aria che racchiudono è la stessa e condensa tutti i momenti vissuti in quel luogo.
Dopo esser stata negli scorsi anni in un luogo concesso al culto da parte del Consiglio comunale, l'immagine della Vergine torna alla sua posizione originaria, occupando lo stesso posto di un tempo, alla testa dell'antico corpo, questa volta protetta in una grotta che ne ricorda l'aspetto ai Guanci (aborigeni delle Canarie).
L'altro volume, come una fiamma - il fuoco della candela -, ricerca la verticalità conferendo maggiore rappresentatività allo spazio interno. L'interno culmina in un lucernario che illumina il presbiterio e collega le due navate, quella antica e quella nuova, a simboleggiare che esiste un ponte tra tradizione e modernità.
L'aggregazione dei volumi deriva dalla tipologia dell'architettura religiosa vernacolare, che si sviluppa per navate con patio annesso. La strategia di scomporre l'edificio in volumi differenziati è stata utilizzata anche in risposta alle rigide condizioni urbane che hanno costretto ad allineare l'edificio con la strada perimetrale.
A livello materiale, il volume che ricorda l'antico eremo è realizzato in calcestruzzo ciclopico con recupero della pietra naturale esistente sul sito. La finitura cesellata di questo corpo è rifinita, in modo tradizionale, con calce. Il bianco della calce contrasta con il colore ocra utilizzato nel nuovo volume, anch'esso costruito in calcestruzzo, questa volta tinto in massa e bocciardato con diverse intensità.
L'edificio ha una superficie totale costruita di 1.100 m2 distribuiti su due livelli. Il piano seminterrato comprende gli spazi di servizio: locali parrocchiali ad uso multiplo, garage, magazzino, locali di servizio e servizi igienici. Sopra i locali, con accesso dalla piazza, si trovano la Chiesa e la sacrestia.
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