Marmomac 2024: giocare tra pieni e vuoti con la pietra naturale
Dal 24 al 27 settembre a Verona, la mostra Full/Empty curata da Raffaello Galliotto mette in scena opere di designer internazionali per riflettere sulla relazione tra materia e superfluo
29/08/2024 - A Marmomac 2024, in programma dal 24 al 27 settembre a Verona, Full/Empty è la mostra in cui famosi designer di studi internazionali presentano inedite opere realizzate in pietra naturale. Curata da Raffaello Galiotto, l'esposizione troverà spazio all’interno di The Plus Theatre, al padiglione 10, e sarà oggetto di un talk alla presenza degli artisti Giacomo Garziano, Vivian Coser, Gramazio Jörgensen Kohler, Renee Cheng, Kinney Chan, Sylvia Xie e Connie Huang di CCD Cheng Chung Design.
Partendo dalla citazione del celebre pittore e architetto italiano del XVI secolo Giorgio Vasari secondo cui "La scultura è un’arte che levando il superfluo dalla materia la riduce a quella forma di corpo disegnata dall’artefice” i designer sono chiamati a riflettere sulla stretta relazione tra materia e superfluo che definisce l’indissolubile legame tra pieno e vuoto, un fondamentale concetto di natura antitetica presente nella scultura, nell’architettura e nel design.
La mostra di sperimentazione sulla materia litica esplora il rapporto tra pieno e vuoto nell’epoca delle nuove strumentazioni digitali. Il passaggio dall’azione manuale di un tempo alle lavorazioni a controllo numerico di fresatura abrasiva o di taglio con utensili diamantati e water jet offre oggigiorno nuove opportunità in termini di precisione, riproducibilità tecnica e utilizzo dello scarto. Alla luce di queste nuove potenzialità, gli autori interpellati esplorano in libertà questo rapporto.
LE OPERE Bolza Boundaries
Designer: Gramazio Jörgensen Kohler - Gramazio Kohler Architects
Aziende: Pellegrini Meccanica, Pellizzari Marmi e Graniti
Materiale: Bianco Carrara
Il progetto si basa sulla superficie di Bolza, un oggetto matematico che mostra la massima simmetria possibile per un doppio toro. Rappresentare la sua struttura e la curvatura iperbolica come un oggetto fisico è fondamentalmente impossibile. Questa impossibilità è ulteriormente accentuata dalla scelta del marmo come ultima "pièce de résistance".
Il marmo viene tagliato lungo dodici coppie parallele di curve da sei direzioni, sfruttando le simmetrie interne della superficie di Bolza per avvicinarsi alla sua essenza e conferire all’oggetto la sua forma unica e caratteristica. La leggera curvatura dei tagli interni compete con un’ipotetica tassellatura ideale del blocco, generando spostamenti complessi e inaspettati negli spigoli e negli angoli, rivelando l’interno del blocco di marmo, la sua storia materica intrinseca, le sue inclusioni, imperfezioni e difetti. L’oggetto risultante oscilla tra l’espressione di una scelta progettuale, i limiti delle regole, dei materiali e dei sistemi produttivi.
Bo Stool
Designer: Vivian Coser - SETTE7 (Basile)
Azienda: Antolini
Materiale: Noirblanc by Antolini
Bo trae ispirazione dall’essenza dell’iconico sgabello SESC, progettato da Lina Bo Bardi nel 1977 per il centro SESC Pompeia a San Paolo, e viene arricchito da un tocco contemporaneo e distintivo da parte di Vivian Coser. Questo pezzo ne rappresenta una reinterpretazione moderna, fondendo armoniosamente l’estetica minimalista e la funzionalità dell’architettura brutalista, attingendo alla versatilità degli incastri in pietra.
Il design di Bo presenta linee sobrie e geometriche, con una struttura robusta e imponente, caratteristiche emblematiche dello stile brutalista. Ogni elemento dello sgabello è scolpito in pietra naturale e progettato per adattarsi perfettamente, eliminando la necessità di strumenti o fissaggi aggiuntivi. Questo approccio consente un montaggio e uno smontaggio rapidi, rendendo l’oggetto adatto a spazi temporanei.
L’uso della pietra naturale si allinea con l’etica del design sostenibile, impiegando un materiale naturale che richiede una lavorazione minima.
Nella creazione artistica, “pieno” può riferirsi alla pienezza o alla completezza, mentre “vuoto” si riferisce allo spazio bianco o non riempito, che sono concetti opposti. Tuttavia, il vuoto non è veramente “vuoto”, ma può anche contenere tutto, diventando così “pieno”. L’opera esplora quanto più possibile la relazione tra oggetti e spazi vuoti, e la relazione tra il tangibile e l’intangibile.
Ispirazione concettuale: il simbolo del Riso. Il chicco di riso rappresenta il raccolto, l’abbondanza e la vitalità, ed è un simbolo universalmente utilizzato nelle culture per il duro lavoro, la speranza e la prosperità.
Connessione tra natura e umanità: la scultura combina elementi della natura (riso e pietra) con l’intelligenza umana (l’arte della scultura) per esprimere il concetto di coesistenza armoniosa tra l’uomo e la natura.
Combinando la purezza della natura con l’ingegno umano, questa scultura in pietra e bronzo a forma di chicco di riso è sia esteticamente bella che ricca di significato culturale e simbolico. Attraverso l’abile design dei materiali, della forma e della presentazione, può diventare un’opera d’arte di grande impatto sia in ambienti interni che esterni, trasmettendo un messaggio positivo di abbondanza, speranza e vitalità.
Omne Vivum
Designer: Giacomo Garziano - GG-loop (The Netherland)
Azienda: Margraf
Materiale: Fior di Pesco Carnico by Margraf
Omne Vivum trae ispirazione dall’uovo cosmico un oggetto misterioso e senza tempo che simboleggia l’essenza della creazione. Il progetto presenta una protezione esterna intricata che contrasta con la curvatura interna continua, morbida e accogliente, riflettendo le due estetiche di un uovo o di un bozzolo.
L’interno è uno spazio meditativo dove potersi ritirare dal mondo esterno e immergersi in un regno senza tempo. Questa opera crea un santuario per l’introspezione, simboleggiando l’essenza universale della vita e il ruolo dell’uovo cosmico come fonte di creazione e connessione.
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