29/10/2024 - L’edificio della Spluga Climbing Gym, la palestra di roccia di Campodolcino (SO) progettata da Enrico Scaramellini, è un grande monolite dai caratteri al contempo naturali ed antropici.
Il progetto lavora in termini di paesaggio con una particolare attenzione alla configurazione planimetrica e volumetrica.
In termini di superficie è un intervento di esigue dimensioni che costruisce con il suo intorno, roccia, boschi e alberi, una serie di importanti relazioni e riferimenti. I boschi e le rocce che caratterizzano il paesaggio costituiscono il concetto cardine secondo cui le superfici vengono plasmate e misurate, stabilendo un rapporto simbiotico natura-artificio.
Il volume della palestra di roccia è composto da una serie di facciate inclinate di diversa dimensione; questa configurazione planimetrica favorisce una percezione laterale del volume che viene sempre percepito parzialmente. Anche l’approssimarsi al volume dalle vie di accesso esistenti, enfatizza questa visione laterale. La combinazione della pianta poligonale e della sezione con la copertura inclinata determinano un volume assimilabile ad uno sperone roccioso. Un grande masso che si erge in verticale.
Alcune alberature ad alto fusto, prossime all’edificio di progetto, sono da considerarsi l’elemento su cui misurare, per confronto, l’altezza del nuovo volume. La percezione varierà nelle stagioni; alcune di queste piante si doteranno dell’apparato vegetale che enfatizzerà ancor di più la relazione fra edificio e la massa dell’elemento naturale.
Un piccolo edificio dalla natura dirompente, in cui la semplice costruzione (con le opere di finitura quasi inesistenti) si fa architettura; un edificio senza tempo che usa la sua materia per esprimersi all’interno del contesto, rimandando alla memoria edifici possenti, pareti rocciose e geometrie dichiarate.
L’edificio è realizzato completamente in calcestruzzo pigmentato gettato in opera secondo cinque riprese, ognuna delle quali enfatizzata da marcapiani orizzontali.
Il basamento è interamente complanare, mentre i livelli superiori sono caratterizzati da un gioco geometrico di sfondati di diverse profondità e larghezze, sfalsati verticalmente. Il calcestruzzo pigmentato e trattato con diversi gradi di sabbiatura assume un carattere metamorfico cambiando colore a seconda degli orari della giornata e delle condizioni atmosferiche circostanti.
Verso nord, attraverso un angolo convesso, l’edificio si manifesta in modo imponente e vigoroso, riportando l’occhio e la mente di chi lo osservi ad una grande ed insormontabile parete rocciosa.
Il bosco, con i suoi tronchi che svettano al livello del suolo, costituiscono per analogia il concetto cardine secondo cui le superfici del monolite vengono caratterizzate e movimentate. Il monolite, attraverso gli eterogenei movimenti “dentro-fuori” delle superfici ed i differenti gradi di sabbiatura del calcestruzzo, assume caratteristiche scultoree. Qua e là, piccoli elementi metallici chiari e riflettenti di forma quadrata, come dei quarzi all’intero di un masso, impreziosiscono l’edificio.
Verso sud emerge l’unica e grande apertura finestrata del blocco; oltre ad inondare di luce l’interno della struttura, questa assume i caratteri di un grande riflettore che segna lo scorrere del tempo e l’imprevedibile variare delle cromie del cielo.
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