Ph. © Dimitar Harizanov
28/11/2024 - In occasione dei primi 10 anni del Bosco verticale, lo studio Stefano Boeri Architetti ha curato con Rizzoli il libro in lingua inglese “BOSCO VERTICALE Morphology of a Vertical Forest”.
Il volume ripercorre la storia del progetto divenuto un’icona dell’architettura e dell’edilizia verde e un’icona pop conosciuta in tutto il mondo.
Lunedì 2 dicembre a Milano, presso il Teatro Franco Parenti, è in programma l’incontro di presentazione.
Inaugurato nell’autunno 2014, il Bosco Verticale disegnato e progettato da Boeri Studio (Stefano Boeri, Gianandrea Barreca, Giovanni La Varra), realizzato e gestito da COIMA nel quartiere Porta Nuova a Milano, è giunto al suo decimo anno di vita. Dieci anni di premi, riconoscimenti, studio e lavoro che lo hanno portato a essere oggi un simbolo della città di Milano, un’icona non solo dell’architettura verde ma anche un’icona pop protagonista di film, serie televisive, quiz, gioielli, moda, pubblicità, canzoni.
“Ho capito che il Bosco Verticale sarebbe diventato importante non quando ha vinto il premio per il miglior grattacielo del mondo, ma quando, qualche mese dopo, ho ricevuto dal grande Giuseppe Montanari l’immagine di Dylan Dog e Groucho che guardavano perplessi questa strana, bizzarra, alta casa per alberi, umani e uccelli nel cuore di Milano” afferma Stefano Boeri.
Il libro ha contributi di: Beatriz Colomina, Emanuele Coccia, Paul Hawken, Vittorio Lingiardi, Manuel Orazi, Matilda van den Bosch, James Wines, con un inedito portfolio fotografico di Iwan Baan realizzato ad hoc per il libro e gli scattati di Paolo Rosselli, Giovanni Nardi, Dimitar Harizanov, Elisa Galluzzo, Laura Cionci e le straordinarie rappresentazioni grafiche del fumettista Enrico Pinto.
Il volume “BOSCO VERTICALE Morphology of a Vertical Forest” segue un percorso narrativo particolare che evoca la crescita di un albero a partire dalle sue radici, fino al tronco e ai rami. Le radici rappresentano l’intuizione di un’idea innovativa, generata a partire da ispirazioni creative e artistiche. Al tronco corrispondono la genesi del progetto, le sfide affrontate in termini strutturali, tecnologici e ambientali, il cantiere, l’impatto del Bosco Verticale sulla trasformazione dell’area e sul paesaggio urbano.
I rami, infine, tratteggiano la vita del Bosco Verticale: da un lato il posizionamento nel contesto dell’architettura internazionale, che segna un cambio di traiettoria verso l’integrazione della natura vivente nell’ambiente urbano, e dall’altro il percorso autonomo come simbolo e catalizzatore di biodiversità, anche nell’immaginario popolare collettivo.
Stefano Boeri nelle pagine iniziali, dedicate al Bosco Verticale come manifesto racconta:
“A volte mi piace pensare che il Bosco Verticale possa essere considerato, come il romanzo di Italo Calvino, un’opera politica e fantastica allo stesso tempo. Capace di rendere plausibile l'impossibile.
“[…] Fin dalla sua nascita, nell'immaginario collettivo e retrospettivo il Bosco Verticale è stato abitato da fiabe e leggende. Il Bosco Verticale è fantastico per quello che offre ai suoi abitanti: l'esperienza di guardare la città dall'alto, filtrata dalle foglie e dai rami di alberi e arbusti le cui radici sono alte cento metri. In questi ultimi anni ho ricevuto decine di disegni e messaggi di bambini; il loro stupore, la loro curiosità, a volte mite e a volte maliziosa, sono insieme il dono più bello che il Bosco ci ha fatto e la ragione del suo successo, almeno fino a oggi”.
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