Giulio IACCHETTI_Italian Greyhound_Ph. Hirosi Yoda
19/12/2024 - L’ADI Design Museum di Milano ospita fino al 16 febbraio 2025 ‘Architecture for Dogs’, un’esposizione visionaria e trasversale dedicata al miglior amico dell’uomo.
Per la prima volta in Italia e alla sua seconda edizione europea dopo quella londinese del 2020, la mostra è prodotta in una versione inedita con due nuove architetture a firma italiana di Giulio Iacchetti e Piero Lissoni, realizzate da Riva 1920.
Curata da Kenya Hara, designer giapponese di rilevanza internazionale e direttore artistico di Muji, la mostra proclama l’architettura e il design come strumenti di esplorazione delle relazioni tra esseri viventi e ambiente costruito, allontanandosi dal concetto tradizionale di uno spazio puramente funzionale per gli animali domestici e i propri umani.
Rampe, cushion, tappeti, panchine studiate per consentire alle razze più pelose di trovare fresco ristoro dal clima caldo, e ancora una cuccia verticale che equilibra la scala umana e quella animale permettendo al cane di guardare negli occhi il proprio padrone. La mostra Architecture for Dogs presenta insolite cucce, rifugi creati per rispondere alle esigenze specifiche di ogni razza e al contempo rafforzare la relazione con l’essere umano.
Nell’epoca dell’antropocentrismo, Architecture for Dogs compie un ribaltamento del paradigma abitativo: gli animali domestici non sono più spettatori dello spazio umano, ma protagonisti consapevoli, fruitori di un design che si plasma sulle loro caratteristiche e che invita a una riflessione sul concetto di habitat condiviso. Il progetto è una sfida alle convenzioni, uno spazio di sperimentazione in cui la pet-tecture - architettura per animali domestici - assume una veste artistica e critica, che stimola il pubblico a riconsiderare questo legame ancestrale, rispondendo a una chiara direzione della nostra società: in Italia ci sono infatti circa 15 milioni di cani domestici e a Milano 1 persona su 2 ha un animale domestico. Un sentire che accomuna altre declinazioni di design, come il settore della moda e del tessile, partner della mostra è infatti la maison Giorgio Armani che insieme a Poldo Dog Couture ha creato una capsule interamente dedicata agli amici a quattro zampe, fondendo l'inconfondibile stile dello storico marchio a design funzionali.
L’allestimento, a cura dello stesso Hara, si presenta come un fluido sistema di isole espositive, ognuna delle quali racconta una diversa interpretazione dello spazio e del rapporto simbiotico che si può instaurare tra l’architettura e l’essere vivente. Una costellazione di opere realizzate da nomi internazionale dell’architettura contemporanea, come Asif Khan, Atelier Bow-Wow, FGMF, Hiroshi Naito, Kenya Hara, Kazuyo Sejima, Kengo Kuma, Konstantin Grcic, Ma Yansong, MVRDV, Reiser + Umemoto, Shigeru Ban, Sou Fujimoto, Torafu Architects, Toyo Ito.
Questi progetti vanno oltre la semplice cuccia o spazio funzionale per il cane, indagando nuove modalità di interazione, “esplorando come architettura e design possano rappresentare un linguaggio che accomuna tutte le specie viventi” sottolinea il curatore.
Attraverso le architetture si snoda il racconto di possibili storie di coabitazione, avvalorate da approfondimenti fotografici e video. Con il loro aspetto ludico e la precisione progettuale, i progetti evocano un senso di appartenenza e di riconoscimento nei cani stessi, rendendo il design un ponte tra la sensibilità animale e quella umana.
La natura inclusiva del progetto si estende anche alla partecipazione del pubblico: chiunque nel mondo può accedere ai disegni e alle istruzioni delle opere, scaricandoli gratuitamente dal sito ufficiale (https://architecturefordogs.com/), per poi costruire queste architetture adattandole alle esigenze del proprio cane. Questo approccio partecipativo rafforza il carattere inclusivo del progetto, offrendo l’opportunità di fare esperienza diretta della creatività esposta e di rielaborarla secondo il proprio sentire, creando una comunità globale che interpreta, realizza e condivide.
Architecture for Dogs trova in Milano un contesto particolarmente sensibile e affine, che non solo risponde a un’affezione profonda in modo giocoso e anticonformista, ma pone anche domande complesse sul design come linguaggio inclusivo e capace di rispettare la natura e la diversità dei suoi destinatari. “ADI Design Museum intende posizionarsi come polo di ricerca e dialogo che abbraccia tutte le dimensioni della vita contemporanea, sia umana che, in questo caso, animale”, spiega il presidente ADI Luciano Galimberti, “uno dei pochi musei milanesi e di tutta Italia a consentire l'accesso ai cani negli spazi espositivi, rendendo così possibile una fruizione condivisa tra persone e animali in un ambiente culturale aperto e accogliente.”
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