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Picasso, nell’atelier di rue des Grands-Augustins, 1939-1940 c. © Estate Brassaï Succession - Philippe Ribeyrolles. © Succession Picasso, by SIAE 2024
18/12/2024 - Il Museo Civico di Bassano del Grappa ospita fino al 21 aprile 2025 la mostra Brassaï. L’occhio di Parigi, a cura di Philippe Ribeyrolles e Barbara Guidi.
La mostra presenta quasi 200 stampe d’epoca, oltre a sculture, documenti e oggetti appartenuti al fotografo, per un approfondito e inedito sguardo sull’opera di Brassaï, con particolare attenzione alle celebri immagini dedicate alla capitale francese e alla sua vita.
Ungherese di nascita - il suo vero nome è Gyula Halász, sostituito dallo pseudonimo Brassaï in onore di Brassó, sua città natale - ma parigino d’adozione, Brassaï (1899-1984) è stato assieme a Cartier-Bresson uno dei padri della fotografia del Novecento, autore di immagini che tutt’oggi identificano nell’immaginario collettivo il volto della capitale dell’arte moderna, Parigi. Pittore, scultore, scrittore dalla formazione cosmopolita, intellettuale a tutto tondo, osservatore curioso, acuto e sensibile, Brassaï sceglie di dedicarsi principalmente alla fotografia attorno al 1929, ovvero solo dopo il suo definitivo trasferimento nella capitale francese.
La Ville Lumière, con i suoi luoghi e i suoi protagonisti è la musa ispiratrice di Brassaï: dai quartieri operai ai monumenti simbolo della città, dal mondo della moda ai ritratti degli amici artisti e intellettuali, fino ai graffiti e alla vita notturna.
Altrettanto straordinaria è la galleria di immagini dei protagonisti di quegli anni leggendari: scrittori, artisti, musicisti, personaggi del mondo della moda e dello spettacolo, ma anche le persone più umili, come i venditori ambulanti e i lavoratori delle Halles che, visti assieme, compongono un ritratto corale di poetica bellezza. Nelle sue passeggiate, Brassaï non si limita alla rappresentazione del paesaggio o alle vedute architettoniche, ma si avventura anche in spazi interni più intimi e confinati, dove la società si incontra e si diverte. La vicinanza al movimento surrealista e l’amicizia con artisti e scrittori celebri come Dalí, Matisse, Prévert e Picasso gli apre infine le porte dei salotti intellettuali, permettendogli di partecipare allo straordinario fermento culturale che investì Parigi in quegli anni irripetibili.
Genio poliedrico dal multiforme talento - si è cimentato con il disegno, la pittura, la scultura ma anche con la scrittura - Brassaï trova nella fotografia il mezzo perfetto con cui affrontare il reale. L’obiettivo è un filtro che gli permette di depurare il mondo che lo circonda dalle convenzioni e dalle consuetudini, trasformando anche l’oggetto più banale in qualcosa di sorprendente: “Se tutto può diventare banale, tutto può ridiventare meraviglioso: che cos’è il banale se non il meraviglioso impoverito dall’abitudine?” afferma infatti l’artista.
Le sue più celebri immagini, come la serie Parigi di notte e le foto che hanno ispirato la nascente poetica del Surrealismo e quelle della serie Graffiti che hanno precorso la poetica dell’Informale e dell’Art Brut, accompagnate da una selezione di sculture, un arazzo, documenti e oggetti appartenuti all’artista, si articoleranno in un percorso espositivo di dieci sezioni tematiche che immergeranno il visitatore nelle sofisticate e misteriose atmosfere della capitale francese della prima metà del Novecento, meta di artisti e intellettuali, “città spettacolo” che seduce e rapisce.
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Scalinata a Montmartre, 1937 c. © Estate Brassaï Succession - Philippe Ribeyrolles Coppia con un marinaio sul ponte della Tour Eiffel, 1932 c. © Estate Brassaï Succession - Philippe Ribeyrolles Vista notturna di Parigi da Notre-Dame - La chimera del “diavolo”, 1933. © Estate Brassaï Succession - Philippe Ribeyrolles Autoritratto in boulevard Blanqui, 1931-1932. © Estate Brassaï Succession - Philippe Ribeyrolles
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