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Il parere della Soprintendenza non sarà più vincolante?

Il parere della Soprintendenza non sarà più vincolante?

La Lega ha proposto di lasciare ai Comuni l’ultima parola sulle decisioni urbanistiche e paesaggistiche. Poi ha ritirato l’emendamento

Aggiornato al 31/01/2025
Parere della Soprintendenza non più vincolante? - Foto: siwapot 123rf.com
Parere della Soprintendenza non più vincolante? - Foto: siwapot 123rf.com
di Rossella Calabrese Aggiornato al
Chiarire i compiti delle Soprintendenze con l’obiettivo di liberare gli uffici dalle pratiche che non riguardano i grandi monumenti o le rilevanti opere storiche, affidando ai Comuni l’ultima parola su tutte le altre decisioni urbanistiche e paesaggistiche, perché il parere delle Soprintendenze non sarebbe più vincolante.
 
È questo il contenuto - annunciato sui social dal Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini - di un emendamento presentato dalla Lega alla Camera nell’ambito della discussione sul DL Cultura. Una modifica che persegue - aggiunge Salvini - “più semplificazione e meno burocrazia, seguendo la linea del Salva-Casa”.
 
L’emendamento 7.26, presentato dal deputato Gianangelo Bof, è stato dichiarato inammissibile. Dopo una ipotesi di ripresentarlo con testo identico, rispetto alla quale il Ministero della Cultura ha espresso l'intenzione di dare parere negativo, venerdì 31 gennaio l'emendamento è stato ritirato.
 

Parere della Soprintendenza non più vincolante?

La proposta di modifica interveniva su 7 procedure disciplinate dal Codice dei beni culturali e del paesaggio (DLgs 42/2004) che prevedono un ‘parere vincolante’ della Soprintendenza trasformandolo in ‘parere obbligatorio ma non vincolante’.  
 
Le procedure sono le seguenti:
 
- interventi da eseguirsi nell'ambito dei beni paesaggistici (articolo 143, comma 3);
 
- autorizzazione paesaggistica (articolo 146, comma 5);
 
- distanze o varianti per aperture di strade e cave, posa di condotte per impianti industriali e civili e palificazioni visibili da o vicine a centri storici, bellezze panoramiche, bellezze naturali, ville, giardini e parchi non tutelati ma che di non comune bellezza (articolo 152, comma 1);
 
- posa in opera di cartelli pubblicitari in prossimità di immobili e aree di valore paesaggistico e aree tutelate come coste, laghi, fiumi, torrenti, parchi e riserve nazionali e regionali, foreste e boschi, zone umide e vulcani, zone di interesse archeologico (articolo 153, comma 1);
 
- tinteggiatura di fabbricati in aree tutelate o interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, di consolidamento statico e di restauro conservativo che non alterino lo stato dei luoghi e l’aspetto esteriore degli edifici in centri storici, bellezze panoramiche e zone archeologiche (articolo 154, comma 1);
 
- ordine di ripristino o sanzione nell'ambito della verifica della compatibilità paesaggistica (articolo 167, comma 5);
 
- autorizzazione paesaggistica per interventi senza o in difformità dall’autorizzazione paesaggistica senza aumento di superfici e volumi e interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria (articolo 181, comma 1-quater).
 

PD: ‘grave attacco alla tutela del patrimonio culturale’

Una replica all’iniziativa della Lega è arrivata dal Partito Democratico: “L’emendamento della Lega al DL Cultura che intende eliminare il parere vincolante delle Soprintendenze rappresenta un grave attacco alla tutela del patrimonio culturale italiano e un pericoloso precedente che rischia di compromettere la pianificazione urbanistica delle nostre città” - ha detto la capogruppo democratica nella commissione cultura della Camera, Irene Manzi.
 
“Le Soprintendenze sono un presidio fondamentale per garantire la tutela e uno sviluppo rispettoso della storia e dell’identità dei territori. Questa proposta, mascherata da ‘semplificazione’, rischia di tradursi in una deregulation dannosa. Chiediamo al ministro Giuli di prendere posizione con chiarezza su questo emendamento: il Governo intende difendere il patrimonio culturale del Paese o avallare questo attacco alla tutela e alla pianificazione urbanistica?” - ha concluso Manzi.

Ma il ritiro dell'emendamento non ha chiuso la questione: il deputato leghista Bof ha annunciato di voler presentare un progetto di legge “che semplifichi la vita delle imprese e dei cittadini”.
 
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