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Foto di Emanuele A. Minerva e Agnese Sbaffi - Ministero della Cultura. Courtesy Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
08/01/2025 - Alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea una mostra celebra l’ottantesimo anniversario dalla scomparsa del fondatore del movimento futurista, Filippo Tommaso Marinetti, avvenuta il 2 dicembre 1944. “Il Tempo del Futurismo”, questo il titolo dell’esposizione, sarà visitabile fino al 28 febbraio 2025.
Diversamente dalle mostre del passato dedicate al rivoluzionario movimento d’avanguardia fondato nel 1909 da Marinetti, questa mostra si concentra sul rapporto tra arte e scienza/tecnologia e illustra quel “completo rinnovamento della sensibilità umana avvenuto per effetto delle grandi scoperte scientifiche” posto alla base della nascita del Futurismo.
Una riflessione oggi attualissima, se si pensa che lo tsunami tecnologico dell’intelligenza artificiale sta investendo l’umanità, avverando la profezia della macchinizzazione dell’umano e dell’umanizzazione della macchina preconizzata proprio dai futuristi.
La mostra punta a essere inclusiva, didattica e multidisciplinare, si rivolge al grande pubblico e in particolare alle nuove generazioni. Per questo illustra i concetti di velocità, di spazio, di distanza e di sensibilità percettiva evidenti nei capolavori del Futurismo contestualizzandoli nella società dell’epoca, rivoluzionata dalle innovazioni scientifiche e tecnologiche.
Sono esposte circa 350 opere fra quadri, sculture, progetti, disegni, oggetti d’arredo, film, oltre a un centinaio fra libri e manifesti, con un’attenzione alla matrice letteraria del movimento marinettiano che non ha precedenti, insieme con un idrovolante, automobili, motociclette e strumenti scientifici d’epoca. Per descrivere al meglio l’atmosfera futurista, l’esposizione è arricchita da due installazioni site-specific di Magister Art e di Lorenzo Marini ed è vivacizzata da eventi di approfondimento.
Alcuni musei italiani e stranieri, tra cui il MoMA, il Metropolitan Museum di New York, il Philadelphia Museum of Art, la Estorick Collection di Londra e il Kunstmuseum Den Haag de L’Aia hanno generosamente contribuito alla mostra con i loro prestiti.
La collaborazione con il MAXXI ha dato vita alla riapertura al pubblico di Casa Balla aggiungendo così una tappa fondamentale al discorso narrativo.
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Foto di Emanuele A. Minerva e Agnese Sbaffi - Ministero della Cultura. Courtesy Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea Foto di Emanuele A. Minerva e Agnese Sbaffi - Ministero della Cultura. Courtesy Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea Foto di Emanuele A. Minerva e Agnese Sbaffi - Ministero della Cultura. Courtesy Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea Foto di Emanuele A. Minerva e Agnese Sbaffi - Ministero della Cultura. Courtesy Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea Foto di Emanuele A. Minerva e Agnese Sbaffi - Ministero della Cultura. Courtesy Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea Foto di Emanuele A. Minerva e Agnese Sbaffi - Ministero della Cultura. Courtesy Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea Foto di Emanuele A. Minerva e Agnese Sbaffi - Ministero della Cultura. Courtesy Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea Foto di Emanuele A. Minerva e Agnese Sbaffi - Ministero della Cultura. Courtesy Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea Foto di Emanuele A. Minerva e Agnese Sbaffi - Ministero della Cultura. Courtesy Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea Foto di Emanuele A. Minerva e Agnese Sbaffi - Ministero della Cultura. Courtesy Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea Foto di Emanuele A. Minerva e Agnese Sbaffi - Ministero della Cultura. Courtesy Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
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