16/01/2025 - Fino al 26 gennaio 2025, al MASI Lugano sarà possibile visitare il progetto espositivo Luigi Ghirri. Viaggi. Fotografie 1970–1991, un’importante mostra del fotografo italiano Luigi Ghirri (Scandiano, 19483 - Reggio Emilia, 1992), figura pionieristica e influente pensatore della fotografia e del suo ruolo nella cultura moderna.
La mostra racconta la fascinazione di Ghirri per il viaggio - sia reale che immaginario. Attraverso un'accurata selezione di circa 140 fotografie a colori, per lo più stampe vintage degli anni Settanta e Ottanta provenienti principalmente dagli Eredi di Luigi Ghirri e dalla collezione dello CSAC di Parma, la mostra offre al pubblico l'occasione di scoprire non solo gli scatti più noti, ma anche quelli meno conosciuti.
Fin dai suoi primi progetti, all'inizio degli anni Settanta, Ghirri si è ispirato al viaggio, sia come concetto che come fonte di immagini, dalle gite domenicali nei dintorni della sua città natale, Modena, che egli definiva “avventure minime”, fino ai viaggi verso le mete turistiche più frequentate. Ghirri ha inoltre indagato l'idea stessa di viaggio attraverso fotografie di mappe, atlanti, pubblicità per il turismo e cartoline, nonché di turisti che si godono il panorama in vacanza. Le sue fotografie suscitano una riflessione sul modo in cui la fotografia sia arrivata sempre più ad inquadrare e condizionare l'esperienza di un luogo.
Per tutti gli anni Ottanta, Ghirri viaggia in quasi tutta Italia, realizzando diversi servizi per enti turistici e per il Touring Club Italiano. In questo periodo, il passaggio a una macchina fotografica di medio formato porta maggiore profondità e chiarezza e colori più vivaci alle sue fotografie, anche se continua a inquadrare i panorami nello stesso modo tranquillo e misurato. Destinati a un vasto pubblico, questi lavori su commissione combinano le immagini stereotipate del genere divulgativo con altre più insolite e particolari. Così, ad esempio, all'interno del libro Capri (1983) Ghirri ritorna più volte su un particolare ben noto ai turisti, i celebri Faraglioni.
“La realtà in larga misura si va trasformando sempre più in una colossale fotografia e il fotomontaggio è già avvenuto: è nel mondo reale”, scriveva Luigi Ghirri nel 1979, evidenziando già allora, con un'analisi precorritrice dei tempi odierni, il rischio di uno svuotamento di senso, “una strana forma di impoverimento sensoriale” legata all'iperproduzione di immagini.
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