07/02/2025 - Il progetto della Casa Museo Molinario-Colombari dello studio Lazzarini-Pickering Architetti nasce dalla conversione di un ex-fabbrica di argenti nel quartiere Isola a Milano in una residenza che sia al contempo spazio espositivo.
Claudio Lazzarini e Carl Pickering descrivono così l’intervento.
“All’inizio, da un cortile con una tettoia in ferro, siamo entrati in un grande spazio, coperto a shed con una parete ad archi, vagamente ecclesiastica, un po’ laboratorio un po’ chiesa.
La complessa articolazione degli spazi e la disomogeneità degli elementi strutturali ha determinato la scelta di un gesto circolare ed avvolgente come idea primaria di progetto.
Come in ogni nostro progetto l’idea primaria genera e governa tutte le scelte successive.
Una prima soluzione basata su di un’unica circonferenza statica si è evoluta nell’uso di due circonferenze aperte con centri traslati, che dinamizzano la geometria, generando traiettorie.
Le due circonferenze strutturano funzionalmente e formalmente lo spazio, le traiettorie generate lo espandono.
Un unico grande spazio fluido, domestico, espositivo, teatrale, questo il compito affidatoci dalla committenza”, l’economista e storico dell’arte Ettore Molinario e la nota gallerista Rossella Colombari.
“Domestico perché è una vera casa, espositivo perché è il luogo dove deve vivere una collezione che è emanazione e ritratto del committente, teatrale perché luogo aperto al pubblico per eventi culturali.
Una parte dello spazio, di grande altezza, è stato soppalcato e contiene tutte le funzioni dell’abitare contemporaneo, tutto è fluido e continuo, le prospettive sempre totali, gli ambienti si chiudono con porte che scompaiono o con tende che si ritirano.
Le pareti, le lunghe mensole, la passerella e la sua balaustra costituiscono i luoghi dell’esposizione (circa 1000 mq) delle foto e delle sculture, un’importante collezione di design anima gli spazi rispondendo alle esigenze di arredo.
La ricerca di nuove sorgenti di luce genera lucernari e l’apertura di un’intera parete determina la nascita di un patio che separa l’area riservata agli ospiti; luce e cielo sono presenti in ogni spazio.
Le scale, la passerella, la depressione del ‘conversation pit’ costituiscono un sistema di sedute, una cavea contemporanea, destinate al pubblico che parteciperà agli eventi culturali che verranno condivisi con la città.
Pilastri e portali strutturano staticamente e formalmente lo spazio integrandosi con gli arredi, i portali inquadrano e ordinano i vari momenti della vita privata creando, quasi, una sequenza cinematografica, o una teatrale casa di bambole in cui la vita fluisce da una scena all’altra.
I complessi interventi strutturali e tecnici hanno consolidato, coibentato, insonorizzato tutti gli ambienti rispondendo a tutte le contemporanee esigenze normative di risparmio energetico e di climatizzazione finalizzati alla corretta conservazione di una delicata collezione di fotografie.
Due spazi segreti e affascinanti completano l’intervento: il caveau ospita l’archivio/deposito della collezione e una piscina oscura integra le funzioni dell’abitare”.
Una felice intesa ed un’intensa collaborazione con i committenti hanno permesso di generare uno spazio sereno e accogliente in cui l’arte, la fotografia, il design e l’architettura si fondono in un perfetto equilibrio".
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