27/02/2025 - Nel cuore di Bergamo Alta, affacciata sulle storiche mura che abbracciano la città, la residenza D128 torna a nuova vita grazie all’intervento dello studio Officina Magisafi. Fondato nel 2012 da Claudio Acquaviva e Debora Bordogni, lo studio ha affrontato il progetto di ristrutturazione con l’obiettivo di restituire all’abitazione il suo prestigio originario, reinterpretandolo in chiave contemporanea.
L’edificio, la cui storia risale al XIV secolo, ha attraversato numerose trasformazioni nel tempo. Tra le sue caratteristiche più iconiche spiccano gli imponenti archi in pietra che incorniciano la terrazza, offrendo una vista privilegiata sui colli circostanti e sulla città bassa. “Abbiamo voluto valorizzare questi elementi storici, liberando gli spazi e ristabilendo una connessione visiva con il paesaggio”, spiegano Acquaviva e Bordogni.
Uno degli aspetti più significativi del progetto ha riguardato la ridefinizione della planimetria. La configurazione precedente, frutto di un intervento degli anni ’70, divideva l’abitazione in due anime distinte: da un lato, gli ambienti nobili affacciati sulla città; dall’altro, spazi più raccolti rivolti verso il cavedio interno. Officina Magisafi ha ribaltato questa logica, trasformando il corridoio da elemento divisivo a fulcro di connessione: un segno architettonico che unisce gli ambienti e accompagna lo sguardo verso l’esterno.
L’approccio progettuale si è basato sulla ricerca dell’equilibrio tra passato e presente. Durante i lavori, la sovrapposizione delle vecchie planimetrie ha rivelato dettagli architettonici nascosti, come una volta originaria celata da pareti e controsoffitti. La selezione dei materiali ha seguito la stessa filosofia: l’uso sapiente di sei diverse tipologie di marmo – dall’Apenino levigato al Tundra grey – dialoga con il pavimento in rovere termotrattato, progettato su misura dallo studio in un disegno geometrico capace di bilanciare i percorsi.
La luce diventa un elemento chiave nell’intervento: le partizioni in ferro e vetro e le laccature lucide filtrano i raggi solari, assicurando privacy senza compromettere la continuità visiva tra gli ambienti. Un esempio emblematico è la palestra nascosta dietro un sistema di porte a scomparsa: l’apertura di un divisorio a bilico ne rivela la presenza, mantenendo un rapporto di luce omogeneo con il resto della casa.
Anche l’interior design riflette questa volontà di fusione tra epoche diverse. Il soggiorno, dominato da un soffitto affrescato, accoglie pezzi iconici del design contemporaneo, mentre la cucina, progettata su misura da Officina Magisafi, si inserisce con discrezione grazie a pannelli scorrevoli che celano gli elementi tecnici.
Il percorso progettuale culmina sulla terrazza, racchiusa dagli archi in pietra che dialogano con l’interno attraverso l’uso dello stesso materiale. Un’area verde leggera e ben calibrata funge da punto focale, offrendo un’oasi di quiete nel cuore della città storica.
“D128 è stato un progetto speciale, un lavoro a quattro mani con la casa stessa”, concludono Acquaviva e Bordogni. “L’atmosfera di Città Alta, la scoperta di dettagli nascosti e la scelta di materiali della tradizione si sono intrecciati in un percorso progettuale che valorizza l’architettura d’interni come disciplina capace di connettere il passato dell’edificio con il futuro di chi lo abiterà”.
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