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La poltrona Wassily compie 100 anni
Da un'intuizione semplice e geniale nasce l'icona Bauhaus disegnata da Marcel Breuer. Storia di come la seduta in tubolare d'acciaio curvato si è evoluta nel corso del Novecento
Autore: antonella fraccalvieri
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Wassily at Casa GS | KICK.OFFICE - photo Giulia Benedetta Costa Wassily at Casa GS | KICK.OFFICE - photo Giulia Benedetta Costa
26/02/2025 - Uno scheletro in tubolare d'acciaio ispirato al telaio della bicicletta: da questa intuizione semplice e geniale nasceva 100 anni fa la poltrona Wassily, icona del Bauhaus e simbolo del design del Novecento
Progettata nel 1925 da Marcel Breuer, questa seduta in tubolare d'acciaio ha trasformato il concetto stesso di arredamento. Chiamata come l'artista Wassily Kandinsky, il primo ad aver visto il prototipo completato, la poltrona Wassily ha aperto la strada ad una nuova tipologia di arredo, più funzionale, flessibile e facile da produrre in serie. 

Passano gli anni ma l'idea rimane vincente: alleggerire la struttura della poltrona creando un semplice frame in acciaio curvato che accoglie seduta e schienale. Nel corso del XX secolo, numerosi designer hanno reinterpretato questa lavorazione, creando sedute in tubolare d'acciaio che ancora oggi arredano case e spazi pubblici.
 
In occasione del suo centenario, ripercorriamo la storia di questa rivoluzionaria seduta, esplorandone il design, l'influenza culturale e l'eredità che continua a ispirare il mondo dell'architettura e dell'interior design, attraverso i progetti di Mart Stam e Ludwig Mies van der Rohe, Eileen Gray e Charlotte Perriand, Marco Zanuso, Giotto Stoppino e Guido Faleschini, Antonio Citterio e Philippe Starck, per finire con Nendo e Marco Lavit.

Wassily, l'icona del Bauhaus che ha rivoluzionato il design

Ancora giovanissimo, Marcel Breuer iniziò a studiare un modo per costruire una sedia più trasparente e leggera con l'acciaio tubolare.‎ In un'intervista con il brand Knoll, Marcel Breuer racconta i suoi esperimenti al Bauhaus: "A quel tempo ero piuttosto idealista. Avevo 23 anni. Feci amicizia con un giovane architetto e comprai la mia prima bicicletta. Imparai ad andare in bicicletta e parlai con questo ragazzo e gli dissi che la bicicletta sembra essere una produzione perfetta perché non è mai cambiata negli ultimi venti, trent'anni. È ancora la forma originale della bicicletta. Disse: 'Hai mai visto come realizzano le parti che la compongono? Come piegano i manubri?'
Dopo questa conversazione ho iniziato a studiare come i tubi di acciaio vengono piegati in telai, pensando fosse il materiale perfetto per una sedia elastica e trasparente. In genere, ero molto interessato alla trasparenza della forma".
 
Ispirato dal telaio di una bicicletta e influenzato dalle teorie costruttiviste del movimento De Stjil, Breuer ha reinterpretato la classica poltrona lounge come un insieme di linee e piani elementari dall'aspetto leggero e "trasparente". "Mi sono reso conto che il tubolare d'acciaio dovrebbe essere solo piegato senza punti di saldatura in modo che possa anche essere cromato in parti e assemblato. È così che è nato il primo prototipo della poltrona Wassily. Io stesso avevo un po' paura delle critiche. In realtà non ho detto a nessuno che stavo facendo questi esperimenti. [Wassily] Kandinsky è venuto per caso nel mio studio quando era pronta la prima sedia, ha detto: "Cos'è questa?" Era molto incuriosito e poi anche il Bauhaus ha mostrato interesse verso il mio lavoro. Un anno dopo, avevo arredato l'intera sede con le mie sedute."
 

L'acciaio curvato secondo Stam e Mies van der Rohe: la sedia cantilever

Negli anni del Bauhaus sono in molti a lavorare sul tubolare di acciaio curvato. È il 1927 quando nasce la sedia cantilever: la struttura a sbalzo è ancora più leggera, una linea continua nello spazio che diventa tridimensionale. Nel lavoro di Mart Stam, il primo a concepire una "sedia senza gambe posteriori", la struttura a sbalzo in acciaio ospita schienale e seduta realizzati con un sottile foglio di legno curvato, mentre Ludwig Mies van der Rohe ridisegna il telaio con una curva ampia che addolcisce l'estetica della seduta e aumenta l'elasticità della struttura.
 

Dal Bauhaus a...Sanremo: la seduta Cesca di Marcel Breuer

Breuer approfondisce il tema della seduta cantilever nel 1928: alla struttura a sbalzo flessibile ed essenziale, abbina schienale e seduta in faggio e paglia di Vienna, riprendendo le lavorazioni di Thonet sul legno curvato a vapore. Chiamata inizialmente S32, fu ribattezzata Cesca, come la figlia di Breuer, dall'imprenditore Dino Gavina che ne acquisì i diritti di produzione agli inizi degli anni Sessanta, dopo una lunga battaglia legale con Stam sul diritto d'autore.
 
Un'icona del Novecento che è simbolo di modernità ancora oggi: l'avete vista nel videoclip del brano di Lucio Corsi presentato al Festival di Sanremo? Nelle prime inquadrature di Volevo essere un duro, un living tipicamente anni '80 è arredato proprio con le sedute a sbalzo di Breuer.
 

Gli studi sull'ergonomia di Eileen Gray e Charlotte Perriand 

Tra le pochissime donne protagoniste del Modernismo di inizio Novecento, Eileen Gray e Charlotte Perriand hanno approfondito le lavorazioni sull'acciaio curvato ponendo l'attenzione su un altro aspetto: l'obiettivo era creare sedute ergonomiche, pensate per adattarsi armoniosamente alla forma e ai movimenti del corpo. 
 
Disegnata da Eileen Gray nel 1926, la poltrona Non Conformist introduce il concetto di asimmetria, allontanandosi dall'estetica puramente razionalista dell'epoca. Gray spiega così la sua scelta progettuale: "Un bracciolo è stato omesso per lasciare al corpo più libertà di movimento e per consentirgli di piegarsi in avanti o di girare dall'altra parte senza restrizioni".
 
Charlotte Perriand con Le Corbusier e Pierre Jeanneret crea la poltroncina 1 Fauteuil à dossier basculant, una seduta compatta e leggera ispirata agli arredi coloniali. Disegnata nel 1928, la seduta è frutto di uno studio approfondito sulla postura del corpo, diventando un supporto perfetto per un relax composto.
 

Acciaio curvato e cuoio: le versioni di Zanuso, Stoppino e Faleschini

Nell'Italia del Dopoguerra alcuni giovani progettisti creano oggetti con un segno nuovo e contemporaneo che unisce funzionalità, innovazione e bellezza. Nell'interpretazione dei designer italiani la struttura in acciaio curvato lucido dialoga con il cuoio naturale, fino ad allora impiegato principalmente per la produzione di imbottiti, definendo un nuovo linguaggio estetico che affascina ancora oggi. 
 
Nel 1947, progettando la chaise longue Maggiolina, Marco Zanuso sperimenta un sistema costruttivo economico e smontabile pensato per la produzione industriale di serie, caratterizzato da una struttura in tubolare d’acciaio curvato a cui è appeso un “sacco” in cuoio che accoglie i cuscini di seduta e schienale.  
 
Più tardi, negli anni '70, Guido Faleschini e Giotto Stoppino reinterpretano il tubolare d'acciaio curvato con forme del tutto nuove per il periodo. Le sedute Tucroma e Jot proiettano linee dinamiche nello spazio, in un insieme visivamente leggero e confortevole. Il cuoio prende forma nello schienale e nella seduta: in Jot è un unico elemento che percorre i fianchi della struttura; in Tucroma si articola in due cuscini uniti tra loro da un sistema di cinghie.
 

Icone anni '80 in acciaio curvato 

Dopo le sperimentazioni degli anni '60 e '70 sui nuovi materiali come il policarbonato, il laminato e il poliuretano, negli anni '80 si osserva un sostanziale ritorno a materiali più tradizionali. Al design travolgente del movimento Radical si affianca un minimalismo d'avanguardia, in cui il tubolare d'acciaio curvato gioca un ruolo centrale. Nascono arredi funzionali eppure riconoscibili, in cui l'acciaio curvato assume una valenza monumentale, con forme archetipe ed essenziali, semplici e inaspettate.


 
Disegnata nel 1984 e rieditata nel 2024, la chaise longue Ginger di Antonio Citterio è un omaggio al Bauhaus e al lavoro dell'architetto francese Renè Herbst. Un "oggetto piacevole da disegnare", come racconta lo stesso Citterio, che include archi e curvature in una composizione asimmetrica e al tempo stesso equilibrata.
 
Nella sedia Francesca Spanish disegnata da Philippe Starck nello stesso anno, un semplice arco in acciaio dai volumi bold disegna bracciolo e gamba anteriore. Un segno onesto e rigoroso che restituisce subito la funzionalità dell’oggetto.
 
Sempre nel 1984 Mario Marenco sfrutta la flessibilità della struttura in tubolare d'acciaio per creare una seduta impilabile fino a 8 pezzi. Pur mantenendo un design accogliente dall'appeal "domestico", la poltroncina Movie è pensata per spazi contract e sale conferenze.
 

Uno sguardo contemporaneo

Come interpretano l'eredità di Breuer e del Bauhaus i designer contemporanei? Con l'impiego di lavorazioni e tecnologie sempre più accurate, il design delle sedute in tubolare di acciaio si spinge verso territori inesplorati, combinando forme essenziali, eteree e giocose. 
 
La sedia Softer than Steel di Nendo è minimalismo puro: il designer giapponese "svuota" lo schienale lasciando solo una curva che ne disegna i bordi e diventa bracciolo. Il tubolare d'acciaio sembra essere quasi morbido, in un segno grafico irregolare che prende forma nello spazio.


 
Marco Lavit immagina la struttura della poltroncina Lemni come un gesto continuo: Lemni, dal latino “Lemniscus”, e dalla curva lemniscata, è una forma geometrica in tubolare d'acciaio che si ripete come un otto rovesciato, simbolo dell’infinito. Un esercizio geometrico che diventa un volume 3d in cui si inseriscono seduta e schienale. 


Poltrona Wassily by Marcel Breuer


Poltrona Wassily by Marcel Breuer


Seduta S 533 L by Ludwig Mies van der Rohe


Cesca at Stereophonic House | Daniele Marcotulli - photo by Eller studio


Non Conformist at HÔTEL DE TOURREL | Margot Stängle - photo by Hotel de Tourrel


Fauteuil Grand Confort at Vacanza's Creative Hub | Waterfrom Design co. Ltd - photo Studio Millspace


Maggiolina at Entre 2 bóvedas | Twobo - photo by José Hevia


Jot at CaosCalmo | AIM - photo Simone Bossi


Tucroma at Paris Texas Showroom | STUDIOBOOM - photo by Matteo Triola


Sketch Francesca Spanish by Philippe Starck, 1984


Poltroncina Movie by Mario Marenco

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Softer Than Steel at Aoyama Office | Nendo - photo Takumi Ota
S 533 L at 0R23 | Estudio Reciente - photo by Germán Sáiz
S 43 at The Circus Living | loeserbettels Design Studio - photo by Marina Denisova
Sedia S 43 by Mart Stam
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Poltroncina Fauteuil Grand Confort by Charlotte Perriand con Le Corbusier e Pierre Jeanneret
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Seduta Tucroma by Guido Faleschini
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