27/03/2025 - In occasione della Milano Design Week 2025, la Galleria Antonia Jannone Disegni di Architettura di Milano presenta Gaetano Pesce. Una festa per l’architettura: modelli, pensieri e disegni, una mostra che racconta la rivoluzione progettuale operata da Pesce, realizzata in coproduzione con Studio Gaetano Pesce New York e Contemplazioni, società specializzata nella produzione di mostre d'arte che, tra le tante collaborazioni avute con il maestro, ha realizzato due anni fa l’installazione site-specific Vieni a Vedere che è stata una delle sue ultime visioni.
Un omaggio alla concezione innovativa del maestro, attraverso modelli, disegni e testi autografi scelti tra i più importanti per raccontarne l’approccio unico all’architettura intesa come atto rivoluzionario. In un allestimento di metallo e resina, che trasforma completamente la storica galleria di Milano in un ambiente gioioso ma al contempo straniante, si trovano i tre modelli architettonici Torre Pluralista, World Trade Center e Pink Pavilion.
Il primo modello, la Torre Pluralista, la cui prima idea progettuale risale al 1987, è un grattacielo che si sviluppa su quaranta livelli, pensato per essere una rappresentazione non preconcetta di chi vi abita dentro. Ogni inquilino, secondo l’idea di Gaetano Pesce, sarebbe libero di affidare il disegno della propria porzione di facciata a un architetto o un decoratore diverso, affinché l’insieme della struttura esprima un’armonia non standardizzata, simbolo del pluralismo.
Il secondo modello è World Trade Center (2002) proposto dopo i tragici attentati dell’11 settembre 2001 per la ricostruzione delle Torri Gemelle, due corpi architettonici ricostruiti identici, che però, salendo, ruotano sul proprio asse con alla sommità, un grande cuore luminoso che unisce le due strutture, stagliandosi nel cielo di New York.
Il Pink Pavilion è la prima architettura interamente realizzata in poliuretano espanso. Costruita per la Triennale Bovisa nel 2007, è stata abbattuta negli scorsi anni nell’indifferenza generale. A testimoniarne i valori architettonici è presente in mostra come terzo modello. Prototipo di un nuovo modo “veloce” di fare architettura, che prevede come elemento progettuale la casualità e la spontaneità nella definizione della forma finale. Il Pink Pavilion è un’architettura empatica, gioiosa, comunicativa, archetipa della ricerca compiuta da Pesce durante tutta la sua carriera.
Accanto ai modelli, una selezione di disegni di grande formato tra cui Hubin’s House (1988), Church of solitude (1977), Vertical loft (1982) e Maison des enfants (1985). Un focus della mostra è infine dedicato al rapporto instaurato tra Gaetano Pesce e l’Oman nell’ultimo anno della sua vita. Al viaggio compiuto per scoprire gli alberi di Boswellia le cui affascinanti ramificazioni assumono la forma di un cono rovesciato.
A questi si ispirano le tre sedute della collezione Oman Chairs, tra gli ultimi capolavori realizzati dal maestro. Con la loro unicità rappresentano un’ulteriore sperimentazione sulla materia, frutto di una colata unica di due resine diverse, una flessibile e una rigida.
Verranno celebrate con un evento speciale, in programma giovedì 10 aprile alle ore 18:00, insieme ad Amouage, partner del progetto.
Nato a La Spezia nel 1939, ma di identità veneta, si forma a Venezia con personalità come Carlo Scarpa, Ernest Nathan Rogers, Bruno Zevi. A partire dalla fine degli anni Sessanta, collaborando con i centri di ricerca delle maggiori aziende italiane di design, ha sviluppato processi tecnici e prodotto progetti che avrebbero rivoluzionato il design stesso diventando vere e proprie icone riconosciute in tutto il mondo: su tutte la serie Up. A New York dal 1983, dove fonda il suo studio che oggi ne custodisce e valorizza l’eredità, rivendicando il diritto all’incoerenza dell’artista, ha celebrato la libertà degli individui, la loro pluralità, la diversità dei luoghi, delle culture e delle identità.
“Negli scorsi quarant’anni ho cercato di restituire all’architettura la sua capacità di essere utile alla mente, servendomi di immagini facilmente riconoscibili e associate in genere alla vita di strada e alla cultura popolare. Mi sono sforzato di trovare sempre nuovi materiali che si adattino alla logica della costruzione e offrano servizi adeguati ai bisogni reali delle persone. Con il mio lavoro ho cercato di trasmettere la sensazione di sorpresa, scoperta, femminilità, ottimismo, generosità e gioia.” (Gaetano Pesce)
Lo sguardo di Gaetano Pesce è stato e rimane ancora oggi del tutto nuovo, troppo nuovo, e per questo non completamente capito, agendo su tutte le sfaccettature della creatività contemporanea come uno dei suoi massimi interpreti, anticipandola e contribuendo a definirne fisionomia odierna e futura. Radicale in tutto, con la sua opera ha fuso i limiti tra arte, architettura e industria mettendo al centro della sua ricerca l'innovazione del linguaggio espressivo, la sperimentazione di nuovi materiali, la sintesi di nuove tecniche costruttive e creative.
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