ph Giacomo Bianco
24/03/2025 - Al via dal 31 marzo al 13 aprile 2025 Vivere A-Metropolitano, il primo festival sulla provincia italiana e internazionale. A partire da Ferrara, una serie di talks, mostre, tour fluviali, installazioni galleggianti, workshop e lectio magistralis diffuse nel territorio diventano l’occasione per esplorarne l’urbanità rarefatta e il paesaggio anfibio, per ritrovare nella dimensione “provinciale” una possibile risorsa, calata in uno scenario specifico: la realtà della provincia italiana.
L’iniziativa è organizzata dall’associazione HPO e realizzata nell’ambito di Vivere A-Metropolitano: architetture, idee, paesaggi nella provincia, sostenuto da Festival Architettura—Edizione 3, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, con il patrocinio e il contributo del Comune di Ferrara e con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna.
Il termine “a-metropolitano” non si limita a indicare una mancanza o una privazione, ma introduce una volontà di emancipazione e indipendenza. Pur considerando lo spazio urbano come principale risorsa e soluzione del vivere contemporaneo, Vivere A-Metropolitano offre uno spazio per azioni e testimonianze sull’architettura, i paesaggi e le idee della provincia, conferendo un nuovo significato a quei luoghi caratterizzati da bassa densità che non corrispondono e non ambiscono alla dimensione della metropoli. Sfuggendo alla forza gravitazionale della metropoli, il programma coinvolgerà sia professionisti che accademici attivi in diversi
ambiti disciplinari, compresi quelli dell’urbanistica e dell’architettura del paesaggio, insieme a curatori, associazioni, istituzioni e cittadini in un’esperienza di esplorazione e dialogo.
Come spiega HPO: «La provincia non è semplicemente un dato amministrativo, ma la generale appartenenza ad ambiti marginali e diffusi, sospesi tra urbanità e ruralità, in contrapposizione al nucleo denso e dinamico dei grandi centri. Sempre più identificata come come “tutto il resto,” la provincia di questa rassegna non appartiene all’isolamento di ‘Perché restiamo in provincia’ di Martin Heidegger, e si sottrae al dualismo utopico ed impossibile del locale-globale come indicato da Bruno Latour. Il Festival ambisce ad una visione del mondo parziale che permette di vedere meglio, ‘situated knowledge’ come la definisce Donna Haraway, in
grado di rafforzare legami in modo localizzato. Paradossalmente, se come accade ai contadini nel film ‘Heimat’ di Edgar Reitz, considerarsi “il centro” del proprio mondo rivela uno dei primi segni di provincialismo, il non
percepirsi tali in modo consapevole rappresenta invece un’opportunità di crescita e maturazione».
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