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Tradizione, ricerca e circolarità. Intervista con Patricia Urquiola
“Il design è una metamorfosi che si adatta alla società, alla tecnologia e alla natura”. A pochi giorni dalla Milano Design Week 2025 la designer e architetta di origine spagnola condivide le prime anticipazioni sui progetti in mostra e la sua visione del design
Autore: roberta dragone
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Patricia Urquiola - ©Simon (171) Patricia Urquiola - ©Simon (171)
01/04/2025 - A pochi giorni dal via all’appuntamento più atteso dell’anno con il design, intervistiamo Patricia Urquiola – tra i volti selezionati per la copertina della Guida Archiproducts alla Milano Design Week 2025 – per avere qualche anticipazione sui progetti che presenterà a Milano e per conoscere il suo pensiero più ampio sul ruolo del design in questo preciso momento storico.
 
Spagnola d’origine e italiana d’adozione, Patricia Urquiola è oggi tra i nomi più noti del design internazionale. Grazie alle sue radici “anfibie”, come lei stessa ama definirle, è riuscita nel suo fortunato e sapiente percorso professionale a nutrirsi di contaminazioni multidisciplinari, che la vedono da sempre impegnata in svariate materie: design, architettura, arte, moda ed ecologia.

Esplosiva, veloce, irrimediabilmente curiosa, carismatica, con un approccio pragmatico che fa apparire semplice anche il processo più complesso, cultrice della tradizione ma con uno sguardo indiscutibilmente proiettato nel futuro. Patricia Urquiola è tutto questo.
 

Il design di Patricia Urquiola tra patrimonio, innovazione tecnologica e sostenibilità

Allieva di Achille Castiglioni, ha collaborato con Vico Magistretti, è stata per diversi anni responsabile Design dello Studio Lissoni e dal 2001 realizza con il proprio studio progetti di product design, interior e architettura in tutto il mondo. Con opere esposte al Moma di New York, al Vitra Design Museum di Basilea e al Victorian&Albert Museum di Londra, negli ultimi 25 anni è stata insignita di numerosissimi premi e riconoscimenti, tra cui la Medaglia d'Oro al Merito delle Belle Arti del Governo Spagnolo ed il titolo di “Designer dell’anno” da diverse riviste di settore, da Wallpaper a Elle Decor e AD, fino al recentissimo conseguito in occasione degli Archiproducts Design Awards 2024.
 
Tra i diversi progetti di architettura a sua firma ricordiamo il Mandarin Oriental Hotel di Barcellona, il Museo del Gioiello di Vicenza, il Das Stue Hotel a Berlino, il Sereno Hotel sul lago di Como, lo yacht SD96 per Sanlorenzo ed il recente Casa Brera a Milano.

Art Director di Cassina dal 2015, disegna prodotti per i più famosi brand internazionali di design, tra cui Salvatori, Boffi, De Padova, Glas Italia, Andreu World, Moroso, Budri, Kettal, Mutina, Cimento, Kartell, Gan, Agape, B&B Italia, Flos, Haworth, Very Wood.
 
Costantemente impegnata nel creare legami tra artigianato e ricerca industriale, Patricia Urquiola spinge le aziende con cui collabora a riciclare materiali un tempo di scarto e orienta la maggior parte degli sforzi nel reimmaginare interi processi percorrendo la strada del cambiamento e dell’innovazione.

Una vera e propria “ossessione per la ricerca del bello e del brutto nei materiali” – come lei stessa dichiara – in cui riesce a trascinare le aziende in maniera costruttiva, rendendole sue fedeli complici nella sperimentazione. È questo approccio umanistico al progetto, insieme alla sua innata poliedricità nella progettazione e nell’interpretazione della materia, che rendono i suoi lavori coerenti e perfettamente riconoscibili.
 

Milano Design Week 2025. Intervista con Patricia Urquiola

Ascoltarla raccontare della collaborazione con un brand o della genesi di un progetto, o gli aneddoti più divertenti della sua vita personale o professionale, è una vera esperienza. E non è concessa la più piccola distrazione, perchè l’incredibile e talentuosa velocità di ogni passaggio e dei gesti che accompagnano il suo racconto è un viaggio che percorri insieme a lei tutto d’un fiato.

E non poteva che essere lei uno dei volti selezionati da Archiproducts per l’edizione speciale della Guida alla Milano Design Week 2025. Un’edizione con cui il Network celebra i 25 anni dalla propria nascita, scegliendo di onorare il capitolo degli ultimi 25 anni di storia del design, quello di cui è stato privilegiato osservatore, attraverso i volti di 10 designer tra i più attivi nel panorama del design internazionale contemporaneo. Così, a pochi giorni dall’inizio dell’edizione 2025 della design week milanese, Patricia Urquiola condivide con noi qualche anticipazione sui lavori che saranno in mostra e il suo pensiero sul senso più ampio da attribuire al design e alla ricerca progettuale.  
 
Il Salone del Mobile è un catalizzatore di idee e innovazione. Qual è il tuo contributo quest'anno?
Presentiamo The Cassina Perspective, una installazione nello showroom di Cassina con cui sveliamo il nuovo allestimento dello spazio e nuovi prodotti che esplorano ulteriormente la visione del brand per l’abitare contemporaneo.
Una mostra al Teatro Lirico Giorgio Gaber, edita da Cassina e a cura di FormaFantasma, per celebrare i 60 anni della collezione Le Corbusier, Pierre Jeanneret, Charlotte Perriand. 
E nuove collezioni per Louis Vuitton, Loewe, Duravit, Moroso, Kartell, cc Tapis, Cimento, Glas Italia.
 
Qual è l’evento da non perdere della Milano Design Week?
Ha appena aperto Casa Brera, un nuovo hotel che abbiamo progettato nel cuore di Milano, in un edificio storico progettato dall'architetto Pietro Lingeri negli anni '50, un luogo speciale per connettersi.
 
Lo showroom Cassina, uno dei primi design store monobrand a Milano e tra i pionieri del Fuorisalone. Nel corso degli anni, designer famosi come Mario Bellini, Vico Magistretti, Clino Trini Castelli, Achille Castiglioni, Giancarlo Tintori e Piero Lissoni hanno lasciato il loro segno in questo spazio. È sempre un appuntamento da non perdere, insieme alle nuove collezioni che verranno presentate quest'anno.
 
Stiamo anche lavorando a un'installazione speciale per Elle Décor Italia per celebrare il suo 35° anniversario. Avrà luogo a Palazzo Bovara, un edificio storico che un tempo ospitava l'ambasciata francese a Milano durante l'epoca napoleonica, dove presenteremo un viaggio alchemico di metamorfosi.
 
Il tuo luogo del cuore a Milano: un ristorante, un monumento o uno spazio speciale
Pasticceria Sissi, è il mio posto preferito per la colazione. Sia il caffè che la piccola pasticceria e le torte sono eccezionali. Il loro piccolo e semplice giardino è meraviglioso.
 
Il Design è motore di cambiamento. In che modo sta trasformando oggi le nostre abitudini?
Il design è una metamorfosi che si adatta alla società, alla tecnologia e alla natura. Non si tratta più solo di forma e funzione, ma di trasformazione, flessibilità e sostenibilità. Come designer, non creiamo solo oggetti, ma diamo forma a spazi che si muovono con il mondo circostante.

Credo che uno degli aspetti più interessanti del presente del design sia il suo rapporto dinamico con il tempo. Il passato ci informa, il presente ci sfida e il futuro ci spinge in avanti. Il design è un dialogo tra questi strati temporali, non si limita a reagire al cambiamento, ma lo anticipa e lo influenza.
 
Un progetto recente che consideri un buon esempio di design come motore di cambiamento
Molti dei prodotti che ho progettato si concentrano sulla sostenibilità, sulla ricerca di nuovi materiali e sulla circolarità. Sono orgogliosa che l'azienda con cui lavoro condivida questa visione, sostenendola attraverso la ricerca, gli investimenti e la sperimentazione.

Il sistema Cassina Mon-cloud si distingue per il suo design sostenibile. È caratterizzato da uno scheletro metallico avvolto da un'imbottitura trapuntata in fibra di PET riciclato, che abbraccia delicatamente lo schienale e i braccioli. Anche i cuscini di seduta utilizzano PET riciclato attorno a inserti in poliuretano con realizzato con una percentuale di polioli riciclati.‎
 
Questa costruzione unica è stata resa possibile da un'ampia sperimentazione di materiali circolari, che ci ha permesso di ridurre al minimo l'uso del poliuretano. Di conseguenza, Mon-cloud contiene solo una piccola percentuale di elementi schiumati, realizzati con CIRCULARREFOAM®, un poliuretano che incorpora polioli riciclati. Gli inserti sono stati progettati per essere facilmente separati dagli altri materiali, garantendo un recupero e un riciclaggio efficienti. Poiché nessuna parte è incollata, l'intero divano può essere completamente smontato alla fine del suo ciclo di vita.
 
Sono anche orgogliosa del fatto che Mon-cloud si sia evoluto oltre il progetto originale, includendo una poltrona e una versione più curva del divano. Questa espansione dimostra come certe idee di design meritino di essere esplorate ulteriormente, al di là delle strategie di marketing convenzionali. Grazie a tutti questi sforzi, raggiungiamo la massima qualità senza compromessi.
 
Come l'intelligenza artificiale può potenziare il processo di progettazione?
L'intelligenza artificiale è uno strumento potente, ma come ogni strumento, dipende da come lo modelliamo, da come lo rendiamo parte del nostro processo creativo. Ha il potenziale per espandere il processo di progettazione, rendendolo più fluido e aperto all'esplorazione.

Vedo l'IA come una sorta di partner di dialogo: può sfidarci, spingerci verso direzioni inaspettate e aiutarci a ottimizzare i processi.

Ma l'IA non è creatività. Non ha intuito, sensibilità o quella scintilla che deriva dall'esperienza e dall'emozione. Lavora con ciò che esiste, non sogna, non riflette. È per questo che dobbiamo affrontarla con consapevolezza, curiosità e pensiero critico, usandola per migliorare la nostra autonomia, non per sostituirla.

È una tecnologia che, soprattutto nel campo della creatività, guarda ancora al passato e al presente, basandosi su ciò che già esiste - spesso affrontando sfide legali per l'uso di contenuti originali creati dall'uomo.
E quando cerca di essere originale, manca di analisi critica, selezione ed empatia.
 
Qual è il tuo "oggetto del cuore" tra quelli che hai disegnato sino ad oggi?
Ogni progetto è un viaggio, ognuno legato a un momento, a un brief, a una fase di ricerca o di sperimentazione.
Uno dei miei progetti più recenti a cui mi sento particolarmente legato è Babar, disegnato per Glas Italia. L'abbiamo chiamato Babar come l'elefante del classico libro francese di Jean de Brunhoff, perché la sua forma richiama sottilmente la sua silhouette. Si tratta di una serie di tavoli bassi e alti prodotti interamente con i materiali di scarto della produzione dell'azienda. Realizzati con una speciale graniglia di vetro riciclata al 100%, miscelata con polimeri in parte derivati da fonti vegetali rinnovabili.
Ogni pezzo è lavorato a mano e presenta una superficie irregolare e una forma organica, che rende ogni tavolo unico, imperfetto.
 
Cosa non deve assolutamente mancare nel tuo studio?
Libri, tablet, computer, telefono, carta, materiali da disegno, campioni di materiale, prototipi e tè verde.
 
Nel 2025 Archiproducts compie 25 anni, e abbiamo deciso di celebrare questo importante anniversario con un'edizione speciale della Guida alla prossima Milano Design Week, per la quale ti abbiamo selezionato tra i volti più attivi del design internazionale contemporaneo. In questi 25 anni abbiamo avuto la preziosa opportunità di osservare il mondo dell'industry con uno sguardo privilegiato, osservando da vicino le sinergie tra brand e designer e cogliendo i mutamenti in atto. Vorremmo conoscere la tua percezione del design negli ultimi 25 anni. Se ti chiedessimo di descriverlo in tre parole, come lo descriveresti?
Complessità, dialogo, policentrismo.
Il design è diventato un processo sempre più stratificato ed evolutivo, che si sviluppa nel tempo attraverso un costante tira e molla tra progettazione e ri-progettazione. Che sia profondamente artigianale e artistico o altamente tecnologico e seriale, ogni risultato è parte di un viaggio continuo che può sempre essere rivalutato e ridefinito. È semplicemente una questione di tempo.

Il design non è mai statico; è un dialogo continuo tra passato, presente e futuro, che abbraccia la natura transitoria degli oggetti.
La consapevolezza che nulla sia veramente perfetto o permanente è essenziale. L'imperfezione nel design non è solo una virtù, ma diventa un elemento narrativo che favorisce una connessione emotiva più profonda tra l'utente e l'oggetto.


Patricia Urquiola - Courtesy of Patricia Urquiola Official


Patricia Urquiola agli Archiproducts Design Awards 2024 - ©Archiproducts


Patricia Urquiola per Cassina - Courtesy of Patricia Urquiola Official


Edizione speciale della Guida di Archioproducts alla Milano Design Week 2025 con Patricia Urquiola in copertina


Patricia Urquiola - ©Simon (171)


Patricia Urquiola e Gabriele Salvatori - Courtesy of Patricia Urquiola Official


Patricia Urquiola per Mutina


Patricia Urquiola per Signature Kitchen Suite


Patricia Urquiola per Andreu World - ©Archiproducts


Patricia Urquiola per Budri - ©Archiproducts


Patricia Urquiola per GAN - ©Archiproducts

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Patricia Urquiola per Andreu World - ©Archiproducts
Patricia Urquiola per Budri - ©Archiproducts
Patricia Urquiola per GAN - ©Archiproducts
Patricia Urquiola e Alessandra Malagoli Budri - ©Archiproducts
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