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Il design radicale e attivista di Formafantasma
“Il design è una disciplina pervasiva. Non si tratta solo di estetica, ma anche di politica”. Intervista con Andrea Trimarchi e Simone Farresin
Autore: roberta dragone
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Formafantasma - Ph. Federico Ciamei Formafantasma - Ph. Federico Ciamei
07/04/2025 - Impeccabili ed eleganti nello stile, e soprattutto radicali nell’impegno rigoroso e costante di una ricerca che mette al centro le forze ecologiche, storiche, politiche e sociali che danno forma alla disciplina del design. Sono Andrea Trimarchi e Simone Farresin, in arte Formafantasma. Entrambi italiani, sono coppia nella vita e nel lavoro sin dai tempi della Design Academy di Eindhoven, dove sono stati entrambi docenti. Nel 2009 aprono a Rotterdam il loro studio, che oggi ha una seconda sede a Milano.
 
Tra i dieci volti selezionati per la copertina dell’edizione speciale della Guida Archiproducts alla Milano Design Week 2025, i due designer Formafantasma ci raccontano in una intervista i progetti a loro firma che vedremo nei prossimi giorni e condividono con noi il pensiero alla base del loro approccio creativo radicale e attivista.
 

Formafantasma, creatività come espressione di coscienza etica

Per loro la creatività è espressione di una coscienza etica e ambientale del design. Gli oggetti che disegnano, sobri nell’estetica e meticolosamente curati nei dettagli, sono una sorta di “bussola critica” rispetto al contesto socio-economico e alle relative implicazioni sull’ambiente. L’attenzione verso l’ecologia ha per loro l’assoluta priorità.
 
Da sempre sostenitori di un pensiero progettuale olistico, interpretano il design come pratica multidisciplinare e gli affidano, in virtù delle sue potenzialità materiali, tecniche, sociali e discorsive, il compito di facilitare una comprensione più profonda degli ambienti naturali e costruiti. Il loro operato è un invito concreto alla conoscenza della natura e alla collaborazione tra le discipline, affinchè il design possa contribuire in maniera determinante a costruire un futuro più consapevole:
Nessun designer può ignorare l’attuale crisi ecologica e può evitare di riflettere su questo tema. Dobbiamo cercare di contribuire al cambiamento attraverso il nostro lavoro come studio e le collaborazioni con le aziende”.
 
Dal design industriale alla progettazione di spazi, curatela di progetti espositivi e consulenza per aziende e istituzioni nel design e nella moda – con clienti internazionali come Cassina, Flos, Artek, Hermes, Fendi e Prada – il loro approccio creativo parte sempre dal contesto e dalla valutazione delle possibili ricadute sull’ambiente. Perché investigare l’ecologia significa accendere i riflettori non solo sullo sfruttamento delle risorse, ma anche su quello delle persone e delle specie viventi. Diventa così interessante lavorare alla progettazione di uno spazio nel quale reintrodurre la fauna selvatica, o lavorare con un brand di arredo non per disegnare nuovi oggetti bensì per offrire una consulenza finalizzata a ripensarne l’intero processo produttivo con l’obiettivo di ridurre il più possibile l’impatto ambientale, come accaduto con Artek.
 
Aziende e designer hanno il compito di mettere in moto processi virtuosi per cambiare lo stato delle cose”.
 
Sin dall’inizio l’esplorazione della materia è al centro delle loro ricerche. Con i lavori Autarchy (2010) e Botanica (2011) indagano rispettivamente i materiali di origine vegetale e i polimeri naturali, tornando al periodo in cui non esistevano ancora i polimeri sintetici. Nel 2012 presentano Craftica, una ricerca condotta con Fendi sulla lavorazione artigianale delle pelli animali abbinate a marmo, metallo ossidato, vetro, legno e altri materiali naturali non trasformati. Nel 2014, con il progetto De Natura Fossilium, la loro attenzione si sposta sulla lava vulcanica, che li porta quattro anni dopo alla realizzazione della collezione di piastrelle vetro-vulcaniche Ex Cinere. Nel 2018 presentano la collezione di arredi Ore Streams realizzati con scarti di rifiuti elettronici, risultato di una ambiziosa ricerca commissionata dalla National Galery di Victoria a Melbourne. Nel 2020 conducono per la Serpetine Gallery una ricerca sull’estrazione, produzione e distribuzione del legno. Dal 2022 sono curatori del simposio multidisciplinare “Prada Frames”, promosso per l’omonima casa di moda nei giorni della Milano Design Week: incontri che nascono con l’obiettivo di approfondire la complessa relazione tra ambiente e design, con focus sulle politiche sciali e culturali che regolano le relazioni tra gli individui.
 

Milano Design Week 2025. Intervista con Formafantasma 

Cosa presentate quest’anno in occasione della Milano Design Week?
Abbiamo progettato lo stand di Flos in Fiera, con una installazione video che contribuisce a spiegare in modo più astratto il processo di progettazione dei diversi prodotti e designer, e che spiega davvero come il processo creativo e quello di sviluppo non siano lineari. Saranno esposte anche lampade che abbiamo presentato l'anno scorso e che sono entrate ora in produzione. Queste saranno esposte anche nel loro showroom di Milano.
 
Per Cassina presentiamo una nuova libreria in diverse varianti: self-standing, a parete e così via. È un progetto che ci piace molto, ma è un ulteriore step di sviluppo di oggetti che avevamo già presentato in una mostra a Londra qualche anno fa ed ora sono disponibili per la produzione.
 
Sempre per Cassina, stiamo anche contribuendo alla celebrazione dei 60 anni dall'inizio della produzione di arredi di Le Corbusier. Lo stiamo facendo in collaborazione con Fabio Cherstich, regista teatrale, con l’ideazione di una performance al “Teatro Lirico Giorgio Gaber”. L'installazione e la performance non solo celebreranno le collezioni, ma soprattutto invitano a riflettere sul concetto di modernismo, guardandolo da una prospettiva critica al fine di indagare come potrebbe essere riletto oggi, anche alla luce della crisi ecologica.
 
Stiamo poi lavorando nuovamente sul progetto Prada Frames, un programma che sviluppiamo per Prada da alcuni anni. Si chiamerà “Prada Frames in Transit” ed esplorerà l'idea di infrastruttura e movimento. Quest'anno si svolgerà in un luogo molto speciale, il Padiglione Reale della Stazione Centrale. Parcheggeremo inoltre il treno Arlecchino, disegnato da Gio Ponti, davanti al Padiglione Reale. Si tratta di un simposio, con interventi di architetti, ma anche di studiosi, attivisti e artisti, sull'idea di infrastruttura, di distribuzione e di movimento delle cose, ma anche degli esseri umani, e di come questi ultimi facciano fatica a muoversi. Si pensi ad esempio ai flussi migratori, rispetto ai prodotti. Quindi c'è anche una componente attivista nel simposio.

Il tono generale dell'evento è non direi proprio accademico ma serio, e cerca di fornire contenuti reali e non solo una celebrazione della creatività, come spesso avviene durante il Salone del Mobile, perché pensiamo che in queste occasioni sia necessario condividere più contenuti basati sulla ricerca.
 
Qual è l’evento da non perdere della Milano Design Week 2025?
Forse suona male se parlo di Prada Frames, ma è un progetto che ci piace davvero molto. Siamo praticamente bloccati lì per tre giorni ma è un’esperienza che amiamo perché per noi è un'occasione non solo per vedere qualcosa di nuovo, ma anche per riflettere e confrontarci su nuove idee.
Ci piace anche vedere le presentazioni delle scuole di design di Milano. È una buona occasione per capire cosa pensano gli studenti.

 
Il tuo luogo del cuore a Milano: un ristorante, un monumento o uno spazio speciale
Il nostro luogo preferito a Milano è in realtà un luogo molto ovvio, ma credo che non molti lo abbiano visto. È l'allestimento della mostra di BBPR a Palazzo Sforzesco, perché pensiamo che sia stupefacente e che BBPR stia facendo lavori molto interessanti, ma non credo che siano così noti a livello internazionale. Ma pensiamo che la scenografia sia fantastica. Anche se alcuni pezzi sono stati spostati e quindi lo spazio originale è stato compromesso, ma è comunque un allestimento estremamente interessante.
 
Il Design è motore di cambiamento. In che modo sta trasformando oggi le nostre abitudini?
Il design influenza totalmente il nostro comportamento: il modo in cui ci vestiamo, lavoriamo o ci muoviamo in città è pianificato. Anche il modo in cui intraprendiamo relazioni amorose o sessuali è progettato attraverso le app digitali. È quindi impossibile leggere il mondo senza pensare al design. Ecco perché il design è una disciplina pervasiva. Non si tratta solo di estetica, ma anche di politica e di giustizia o ingiustizia.
 
Un progetto recente che consideri un buon esempio di design come motore di cambiamento
Un progetto recente che rappresenta un cambiamento significativo è la nostra collaborazione con Flos per le lampade Super Wire, che consentono agli utenti di sostituire i LED senza spedire l'intera lampada.
Un altro esempio è la nostra collaborazione con Artek, dove invece di progettare qualcosa di nuovo, abbiamo cambiato i criteri di selezione del legname per garantire un processo produttivo più sostenibile.
 
Tra i progetti non nostri, apprezziamo il lavoro “Calculating Empires” di Kate Crawford e Vladan Joler. È una mostra, ma contiene molto design. È una mappa che permette di capire la relazione tra tecnologia, colonialismo e potere, offrendo una comprensione profonda delle influenze strutturali nel tempo.
 
Come l'intelligenza artificiale può potenziare il processo di progettazione?
Per quanto riguarda l'intelligenza artificiale nel design, siamo molto critici. L'intelligenza artificiale è un’evoluzione incredibilmente interessante, ma è estremamente problematica nel processo di progettazione. Sembra più orientata a massimizzare il profitto che a potenziare la creatività. L'IA è nelle mani di pochissime aziende e viene sviluppata utilizzando il lavoro creativo di innumerevoli individui. Sebbene possa essere utile nella ricerca e nell'analisi di grandi insiemi di dati, dovremmo concentrarci sulle sue problematiche e spingere per una legislazione efficace.
 
Qual è il tuo "oggetto del cuore" tra quelli che hai disegnato sino ad oggi?
Uno dei progetti più importanti per noi è la mostra Serpentine Cambio, che chiarisce la nostra posizione su design, ecologia e produzione. Un altro progetto a noi molto caro è “La Casa Dentro”, un lavoro profondamente intimo legato alla perdita personale, ed un racconto che rimanda a una visione introspettiva dell’ambiente domestico.
 
Cosa non deve assolutamente mancare nel tuo studio?
Grandi tavoli vuoti. Non ci piace avere molte cose in giro. I tavoli vuoti sono essenziali per le conversazioni, che sono fondamentali per il nostro processo di progettazione. Ma anche il cibo. E,naturalmente, una cucina.
 
Da quale distrazione vorresti liberarti per svolgere al meglio il tuo ruolo di designer?
Una delle principali distrazioni che complicano il processo di progettazione e che vorremmo eliminare nel nostro lavoro è il bisogno costante di convincere i clienti che quello che stiamo facendo è giusto. Questo ci porta via tempo ed energia. Inoltre, avere a che fare con i dipartimenti di marketing e comunicazione di brand e clienti può spesso essere una perdita di tempo, con richieste superficiali che non contribuiscono in modo significativo alla comunicazione di un progetto.
 

Tre parole per descrivere il design degli ultimi 25 anni
Commerciale: il design non è solo uno strumento di cambiamento positivo, ma anche motore di accumulazione di capitale.
Disruptive: negli ultimi 25 anni sono stati progettati molti degli elementi più disruptive di oggi, dalla tecnologia alle innovazioni infrastrutturali.
Speranza: il design ambisce a riparare ciò che è rotto, sia letteralmente che metaforicamente.
 

L'impatto maggiore degli ultimi 25 anni è stato lo sviluppo di strumenti e tecnologie digitali nella comunicazione e anche nella produzione, che sta cambiando in positivo e in negativo il lavoro dei designer.  Il design sta diventando sempre di più una sorta di disciplina per la creazione di immagini, e di questo siamo tutti responsabili e dovremmo per questo fare qualcosa.

E, naturalmente, la crisi ecologica sta diventando così evidente che non possiamo più sfuggirle. La nostra speranza è pertanto che il design continui a essere strumento non solo per la creazione di nuovi oggetti, ma anche per la riparazione di ciò che è rotto, sia nell'industria che nell'ecologia o nelle relazioni sociali. Questa è una delle sfide progettuali più importanti degli ultimi 25 anni.


Formafantasma - Ph. Gregorio Gonella


Botanica, Formafantasma, 2011 - Ph. Luisa-Zanzani - Courtesy of Formafantasma


Artek visual essay, video still, Formafanstasma, 2023 - Courtesy of Formafantasma


Autarchy, Formafantasma, 2010 - Courtesy of Formafantasma


De Natura Fossilium, Formafantasma, 2014 - Volcano stones, Mount Etna, Sicily - Courtesy of Formafantasma


Formafantasma © Archiproducts


Formafantasma © Archiproducts


Formafantasma - Ph. Gregorio Gonella


Formafantasma per Quadrodesign - Ph. Luca Caizzi


EARTHIC LAB X FORMAFANTASMA - photo Omar Sartor


Formafantasma per Quadrodesign - Ph. Luca Caizzi

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