Donna Haraway, Photo by Clara Mokri. Italo Rota, courtesy of Triennale Milano
07/04/2025 - Il Cda della Biennale Architettura 2025, presieduto da Pietrangelo Buttafuoco, su proposta di Carlo Ratti, curatore della 19. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia - Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva. (Giardini e Arsenale, 10 maggio - 23 novembre 2025) ha attribuito alla filosofa statunitense Donna Haraway e all’architetto, progettista e designer italiano Italo Rota, scomparso il 6 aprile 2024, rispettivamente il Leone d’Oro alla Carriera e il Leone d’Oro Speciale alla Memoria.
Il Leone d’Oro alla Carriera a Donna Haraway
Sulla scelta di attribuire il Leone d’Oro alla Carriera a Donna Haraway, Carlo Ratti ha dichiarato: “Donna Haraway è una delle voci più riconoscibili del pensiero contemporaneo a cavallo tra scienze sociali, antropologia, critica femminista e filosofia della tecnologia. Negli ultimi quattro decenni ha saputo esplorare, in maniera multidisciplinare e con una costante capacità di invenzione linguistica, temi come l’impatto dell’evoluzione tecnologica sulla nostra natura biologica, o i modi in cui il contesto ambientale del Chthulucene stiano ridefinendo i confini tra umano e non umano.
Haraway ha inventato questa definizione - sulla scia dello scrittore statunitense H.P. Lovecraft - come alternativa al termine “Antropocene” (normalmente usato per definire l'impatto umano sulla Terra) per enfatizzare l'urgenza della coesistenza e della simbiosi con altre specie. Quale che sia la prospettiva che si adotta nel leggere la convergenza delle molteplici forme di intelligenza nel plasmare il nostro futuro, il pensiero di Donna Haraway si ripropone sempre come imprescindibile.
Donna Haraway, Photo by Clara Mokri
Il suo lavoro e la sua filosofia, dalla radicale natura critica e al contempo ottimista e immaginativa, si distinguono per il loro impegno nel creare mondi alternativi: visioni positive in cui le difficoltà del presente possano essere superate o mitigate attraverso la creazione di nuovi miti e la coltivazione di nuove forme di parentela. Il suo contributo al modo in cui s’intendono la scienza, la tecnologia, l’etnia, il genere, la geografia e la storia ambientale dell’umanità ha lasciato segni indelebili nello studio di ciascuno di questi concetti, ed è evidente che abbia dato il via all’idea che le intelligenze naturali, artificiali e collettive agiscano insieme. Mentre i progettisti si confrontano con un presente in rapida trasformazione, in cui natura, tecnologia e società manifestano sintomi di divergenza dal mondo per come lo conosciamo, la teoria di Haraway ci dà forza e le sue osservazioni ci guidano. Riconosciamo con gratitudine la letteratura visionaria che ha creato nel corso della sua vita e che dona al futuro e celebriamo le ispirazioni che il suo pensiero offre all’architettura, espresse in questa Mostra e al di là di essa.”
Il Leone d’Oro Speciale alla Memoria a Italo Rota
Il Curatore ha così motivato la scelta di attribuire il Leone d’Oro Speciale alla Memoria a Italo Rota: “Italo Rota è stato un precursore. La sua visione era quella di un mondo in cui la rilevanza delle entità viventi e della biologia in generale, la natura nella definizione più ampia possibile, infine la scienza e la tecnologia applicata erano unite in un'unica entità vivente. Nella sua vita, ha avuto la straordinaria capacità di attraversare il secondo Novecento e il primo quarto del nuovo secolo, volando al di sopra degli stili e delle maggiori culture del design, affermandosi come una delle figure più originali dell’architettura italiana ed europea.
Formatosi con maestri quali Franco Albini, Vittorio Gregotti e Gae Aulenti, ha coltivato un eclettismo unico e una rara capacità di unire visione poetica ed estrema lucidità analitica. Uomo dalla cultura sconfinata, appassionato collezionista e ricercatore, tanto di oggetti da Wunderkammer quanto di dispositivi tecnologici, nonché maestro generoso, ha contributo alla creazione di alcuni dei luoghi della cultura più influenti in Europa negli ultimi decenni, con progetti come il restauro del Musée d'Orsay a Parigi e il Museo del Novecento a Milano. Il suo lascito culturale è ben espresso dal titolo della sua ultima monografia: Solo diventare natura ci salverà (Milano: Libri Scheiwiller, 2023).

Italo Rota, ©claudio moschin
L’avventura della Biennale Architettura 2025 – ha aggiunto Carlo Ratti - iniziò insieme a Italo Rota alla fine del 2023. Si interruppe tragicamente con la sua scomparsa avvenuta un anno fa, il 6 aprile 2024. Per questo motivo, sono particolarmente contento che il Consiglio di Amministrazione della Biennale di Venezia abbia accettato la mia proposta di conferire a Italo l’alto riconoscimento del Leone d’Oro Speciale alla Memoria. Significativa è inoltre la recente decisione del Ministero della Cultura - attraverso la Soprintendenza ai Beni Archivistici e Bibliografici della Lombardia - di apporre un vincolo per attrarre la sua opera al patrimonio culturale nazionale. Sono altrettanto felice, infine, di poter presentare all’Arsenale il lavoro di Margherita Palli, compagna di vita e di lavoro di Italo, il cui contributo andrà a proseguire idealmente le nostre iniziali ricerche.”
Il Leone d’Oro Speciale alla Memoria sarà ritirato da Margherita Palli, scenografa e costumista, partecipante alla Biennale Architettura 2025 con il progetto Material Bank: Matters Make Sense, insieme a Stefano Capolongo e Ingrid Maria Paoletti (Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito, Politecnico di Milano), Konstantin Novosëlov (National University of Singapore).
In precedenza, il Leone d’Oro speciale alla Memoria della Biennale Architettura è stato attribuito all’architetta, designer, scenografa, artista e critica italiana naturalizzata brasiliana Lina Bo Bardi (1914-1992) su proposta di Hashim Sarkis, curatore della Biennale Architettura nel 2021; all’architetto giapponese Kazuo Shinohara (1925-2006) su proposta di Kazuyo Sejima, curatrice della Biennale Architettura nel 2010. Inoltre, il Leone d’Oro Speciale è stato attribuito nel 2020 all’architetto Vittorio Gregotti (1927-2020), direttore artistico del settore arti visive della Biennale dal 1975 al 1977, che di fatto ha introdotto nell’istituzione l’architettura, organizzando diverse mostre significative per questa disciplina.
La cerimonia di premiazione e inaugurazione della Biennale Architettura 2025 si terrà sabato 10 maggio a Ca’ Giustinian, sede della Biennale di Venezia. La Mostra aprirà al pubblico nello stesso giorno, alle ore 11.
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