28/01/2008 - Renzo Piano presenta questa sera, presso l’aula consiliare del palazzo comunale di Sesto San Giovanni, il progetto per le aree ex Falck. L’incontro, previsto per le ore 20:30, sarà trasmesso in diretta su due maxi schermi allestiti per l’occasione rispettivamente in via Puricelli Guerra 24, ed in Villa Mylius in largo La Marmora. I cittadini avranno libero accesso alle sale fino a esaurimento posti.
Svelate nel giugno 2006 le primissime fasi del progetto, a dicembre dello stesso anno veniva presentata all’Amministrazione Comunale la Proposta Preliminare di Programma Integrato di Intervento che elaborava i temi tecnici approfonditi dal Tavolo di lavoro. Nei mesi di febbraio e marzo 2007 il Comune avviava dei gruppi di lavoro che offrivano ai cittadini la possibilità di esprimere osservazioni e suggerimenti. Questa sera il noto architetto genovese illustrerà i risultati dei lavori degli ultimi mesi.
L’intervento è finalizzato al recupero dell’area che agli inizi del Novecento ospitò le acciaierie Falck e che, dopo lo smantellamento dell’industria siderurgica, si è trasformata in un “vuoto urbano”. Il progetto di riqualificazione elaborato da Piano intende operare una “ricucitura urbana” al fine di unire le due parti di Sesto San Giovanni divise dalla ferrovia e dalle ex aree industriali Falck.
La città delle fabbriche diventa “fabbrica delle idee”.
Vivibilità, sostenibilità ambientale e coesione sociale rappresentano i temi-chiave su cui l’architetto ha focalizzato la propria attenzione.
Sesto San Giovanni è stata la città delle fabbriche.
Fabbriche di tecnologia, di modernità, ma anche di crescita democratica e sociale. Ne porta i segni nell’urbanistica dei luoghi ma anche nella sua cultura e nella dignità dei suoi cittadini.
Il progetto di trasformazione in corso non lo può ignorare. Mi piacerebbe restasse fabbrica: una fabbrica di idee.
Vedo dei centri di ricerca, vedo delle università, vedo dei giovani al lavoro e un vivaio di imprese, in un contesto di nuovi mestieri. Certo ci saranno negozi, certo ci saranno residenze, uffici, luoghi di scambio e di cultura e un grande parco, secondo l’unico modello di città che ci appartiene (quello della città che mescola mille attività rendendola viva).
Ma la vera anima deve continuare ad essere quella della fabbrica. Da città di fabbriche a fabbrica di idee.
Quanto al progetto, non può essere che un sistema aperto: cadono i muri della Falck e improvvisamente la comunità intera si appropria di un grande parco. Le strade si connettono, il verde invade nuovo e vecchio e si costruiscono i ponti tra la città esistente e l’area industriale, al di sopra e al di sotto del fiume di binari della ferrovia.
Il parco, grande, anche più grande di quel che si potesse immaginare, è tutto un mondo nel quale riaffiorano di tanto in tanto dei frammenti della fabbrica, memoria viva e nobile di un fortissimo passato. Ma il verde non è solo quello del parco, è anche quello che invade le strade, i viali e che tiene tutto insieme. Naturalmente, il tema dell’energia e della sostenibilità, dei consumi e dei trasporti pubblici, è e deve essere di grande rilevanza, da degni eredi di quella modernità che appartiene alla storia di Sesto San Giovanni.
Parliamo ora di architettura: mi piace l’idea di costruire degli edifici alti per abitarci, per lavorarci, per studiarci; ma non delle torri, che sono spesso simbolo di arroganza e di potere, bensì delle Case Alte che non tocchino il terreno se non con le loro strutture. Così come tutti gli altri volumi, che si raccordano a terra con generosi porticati e spazi aperti: non una città fortezza, bensì una città che dialoga. Questo anche perché la massa di verde vi passi accanto e crei un effetto di leggerezza e trasparenza, che mi piacerebbe eleggere a cifra poetica dell’intero progetto. Le Case Alte non toccano terra, sul loro tetto ci sono dei giardini (e non degli impianti tecnici) e la loro pelle vibrante e colorata porta un sorprendente messaggio di vita.
Renzo Piano
Il progetto prevede la realizzazione di residenze, uffici, laboratori di ricerca, università e piccoli spazi commerciali. Sorgerà inoltre la nuova stazione ferroviaria che, riprogettata, sarà trasformata in una piazza urbana pensile. Di qui, attraverso sottopassi e passerelle, sarà possibile accedere ad un parco: una grande infrastruttura verde che, estendendosi su una superficie di 1 milione di metri, rappresenta senza dubbio l’elemento caratterizzante dell’intero progetto. Nel parco saranno mantenuti alcuni elementi che si sviluppano verso l’alto, nonché le fondazioni su cui poggiavano un tempo i macchinari delle acciaierie. In tal modo l’area sarà trasformata in un vero e proprio parco archeologico industriale.
Torri snelle dai 12 ai 30 metri di altezza dotate di strutture vetrate, insieme ad una serie di viali alberati, completeranno il quadro urbano della nuova città delle idee.
Al fine di ridurre i consumi di energia l’intera area sarà dotata di un sistema autonomo che prevede l’utilizzo di risorse locali attraverso lo sfruttamento dell’acqua di falda, le biomasse dei numerosi alberi e l’energia solare.
Per una razionalizzazione della distribuzione energetica sono inoltre previste centrali di trigenerazione che daranno simultaneamente energia elettrica, vapore e aria fredda.
Saranno infine realizzate reti innovative di trasporto pubblico, con sistemi di bus navetta a basso impatto ambientale.
Da martedì 29 gennaio a sabato 2 febbraio sarà allestita al secondo piano del palazzetto comunale e in sala Consiglio una mostra sul progetto. Dalle 9.00 alle 17.00 saranno in esposizione il plastico dell’intero progetto insieme ad alcune tavole.
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