30/06/2009 – Sarà pronta nel 2010 la prima delle 100 lussuose residenze di Ordos city ( Mongolia Interna), in Cina. Si chiama Villa I e sorgerà nel nuovo distretto culturale di Kaokaoshina, la cui realizzazione è prevista nel masterplan messo a punto dallo studio cinese Ai Wei Wei.
Firmato da Yazdani Studio, il progetto è stato commissionato ancor prima di “Ordos 100”, l’iniziativa promossa dalla città di Ordos che riunisce 100 architetti emergenti provenienti da tutto il mondo per la progettazione 100 ville di lusso.
Villa I nasce con l’intento di realizzare una sorta di ibridazione tra la tenda mongola (la cosiddetta “yurta”) e la tradizionale idea cinese di abitazione a corte, con gli spazi privati disposti attorno ad un cortile centrale.
“Il progetto – spiegano gli architetti di Yazdani Studio – mette in atto i tre concetti fondamentali di circolazione, metamorfosi e leggerezza”.
L’idea di “circolazione” viene concepita in termini coreografici come una sorta di “danza tra la persona e l’edificio”, con numerosi percorsi che avvolgono la struttura. Lungo questi percorsi si incrociano diversi spazi sociali ognuno dei quali è in grado di offrire una relazione diretta con il cielo, la terra e l’acqua.
“Villa I non rappresenta un singolo oggetto, ma piuttosto uno spazio nel processo di metamorfosi paragonabile ad una mitosi cellulare”.
La facciata esposta a nord si presenta come un unico rettangolo verticale con le proporzioni di una porta. La facciata a sud presenta invece due enormi finestre, corrispondenti a due enormi rettangoli orizzontali sovrapposti.
L’idea di metamorfosi è messa in atto dal movimento attraverso l’edificio, che porta ad un cambiamento improvviso di scala e proporzioni.
Ed infine, la leggerezza. Sospesa dal suolo, illuminata naturalmente e priva di una netta distinzione tra spazi interni ed esterni, Villa I è stata disegnata come una architettura “leggera”, “fluttuante sulle dune”. “E la trasparenza del vetro – concludono i progettisti – intende attirare l’attenzione del visitatore verso il luogo piuttosto che verso l’edificio stesso”.
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