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30/11/2010 – Sarà terminato nel corso della primavera 2011, per entrare in funzione nel corso dell’estate, il rifugio alpino “Carlo Mollino”, nel comprensorio sciistico di Weissmatten (AO) a quota 2100 mt.
Sviluppato dal gruppo di ricerca del Politecnico di Torino coordinato dall’arch. Guido Callegari, il progetto dell’edificio riprende la proposta incompiuta che l’architetto Carlo Mollino ideò per “Casa Capriata”. Nello specifico l’intervento è firmato dal Dipartimento di Progettazione architettonica e di Disegno Industriale del Politecnico di Torino, con il Comune di Gressoney Saint Jean e la partecipazione dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Torino e la Fondazione OAT.
Il team di ricercatori (Liliana Bazzanella, Guido Callegari, Alessandro Mazzotta, Mario Sassone, Elena Tamagno) ha ripreso il carattere sperimentale del progetto originario che, nell'ambito del Concorso Vetroflex Domus (1951) e della X Triennale di Milano (1954), costituiva un manifesto della sperimentazione di materiali e tecniche costruttive innovative.
L’iniziativa, nata nel 2006 come progetto culturale in occasione delle celebrazioni della nascita di Carlo Mollino e inserita dall’Ordine degli architetti di Torino e Fondazione OAT d’intesa con l’Ordine degli architetti della Regione autonoma Valle d’Aosta tra gli eventi Off Congress del XXIII Congresso Mondiale degli Architetti UIA Torino 2008, si è poi trasformata in un vero e proprio progetto di ricerca con la firma, nel 2008, del protocollo d’intesa con i partner istituzionali (Comune di Gressoney Saint Jean, Regione Autonoma Valle d’Aosta, Politecnico di Torino e Comunità Montana Walser) e tecnici.
Il cantiere per il nuovo edificio è stato avviato lo scorso luglio 2010 con il contributo del Comune di Gressoney Saint Jean e della Comunità Montana Walser. Riproporre un progetto consegnato alla storia da uno dei protagonisti della cultura architettonica ha comportato per i ricercatori del Politecnico di Torino l’analisi di diverse varianti della medesima idea progettuale ma anche la necessità di registrare la disponibilità di nuove soluzioni tecniche alle quali la ricerca progettuale dell’architetto torinese è sempre stata fortemente orientata. L’architettura-manifesto progettata per la X Triennale si concretizza quindi in un edificio sperimentale nel quale gli aspetti architettonici, strutturali, tecnologici e impiantistici sono stati ripensati in coerenza con i criteri progettuali indicati da Carlo Mollino.
Il rifugio sorge lungo il Walserweg nel comprensorio sciistico di Gressoney Saint Jean, scenografia ideale rispetto alle intenzioni progettuali dichiarate dall’architetto torinese: Questa è la casa per gli sciatori "estremisti",(...) è la casa portata addirittura sul "luogo di lavoro", sul campo di sci" (“Domus” 1948).
Il rifugio, un’architettura aerea sollevata dal suolo – reinterpretazione molliniana delle architetture walser dell’alta Valle di Gressoney – è un edificio energeticamente efficiente, realizzato secondo gli standard previsti dal protocollo Casa Clima classe A gold (<15 kWh/m² a) che prevede l’introduzione di componenti e sistemi edilizi innovativi in coerenza con l’edificio-manifesto originario.
Casa Capriata, sarà raggiungibile a piedi, con gli sci o con la seggiovia. Questa architettura, immersa nella quiete del paesaggio alpino potrà essere ammirata secondo la visione ideale di Carlo Mollino che a proposito della sua produzione progettuale affermava: “tengo per fermo che la migliore spiegazione della propria opera sia la silenziosa estensione dell’opera medesima”.
Fonte: Ufficio Relazioni con i media Politecnico di Torino
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