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03/05/2011 – Pietra, acqua e legno sono i protagonisti del progetto di riqualificazione urbana dell’area Ex- Enel di Largo San Giorgio a Pordenone, firmato dagli architetti veneziani Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini.
L’intervento crea coesione tra il lago, il parco e la piazza della chiesa di San Giorgio attraverso l’inserimento di nuovi elementi architettonici. “ll progetto delle residenze e dei servizi alla parrocchia di San Giorgio ribalta il punto di vista e l’attenzione sul tema delle relazioni tra architettura e paesaggio - spiegano gli architetti. Gli edifici si piegano alla giacitura del lago e vengono disegnati da grandi serramenti in legno che portano il verde all’interno delle case o lo riflettono, raddoppiandolo un prima volta, sulle vetrate, per poi specchiarle, ancora, in acqua, lo stesso riflesso. Gli edifici sono silenziosi protagonisti del fondale che abbiamo disegnato per le due piazze: una minerale, quella di San Giorgio e l’altra liquida, il lago”.
Il riscaldamento e il raffrescamento degli edifici è realizzato tramite un sistema a pompe di calore scambiatrici che sfrutta l’acqua dal lago, la cui temperatura resta costante (circa 14°) per tutto l’anno. Gli edifici e lo spazio pubblico ad essi circostante sono rivestiti in pietra piacentina. L’altezza dei volumi e della pavimentazione aumenta, assecondando il primo salto di quota, in corrispondenza della chiusa che in passato generava elettricità, là dove la piazza si trasforma in itinerario verso il lago.
Superate le sedute in pietra poste davanti agli ingressi delle abitazioni, l’incontro col ponte sorretto da pilastri metallici inclinati, sviluppato al di sopra dello specchio d’acqua per collegare piazza San Giorgio alla sponda opposta.
“Le leggere differenze cromatiche nella colorazione dei fronti giocano con i toni di luce talché sia quasi impossibile dire se il diverso colore non sia invece il risultato dell’ombra di una giacitura differente. Il fronte nord della piazza ha carattere più aulico, di edificio pubblico. Ospita i servizi della parrocchia (aule e residenze) e un auditorium parzialmente incassato nel terreno. Gli accessi ai diversi elementi del progetto non sono ‘porte’. Non vi è un passaggio diretto tra esterno e interno. Anche in questo caso il confine è dilatato. Lo spazio pubblico prosegue climatizzato - si legge nella relazione di progetto. Diventa ‘sotoportego’, scale, atrii che mettono in relazione il verde o la piazza con i giardini retrostanti e sono disegnati da pannelli di legno colorati, quasi un invito verso l’auditorium con le sue variazioni delle stesse materie e degli stessi colori”.
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