31/05/2011 - Roma - Dopo il Parco della Musica di Renzo Piano ed il MAXXI di Zaha Hadid, il quartiere Flaminio si arricchisce di un’altra architettura contemporanea: il Ponte della Musica.
La struttura, che attraversa il Tevere collegando Foro Italico e quartiere Flaminio, è progettata dallo studio inglese Buro Happold, vincitore con Powell-Williams Architects del concorso di progettazione bandito dal Comune di Roma nel 2000. La progettazione esecutiva e la realizzazione delle opere è stata affidata alla società romana Consta-Consorzio stabile. Costo complessivo dell’opera: 8 milioni di euro.
I lavori di cantiere hanno avuto inizio nel 2008. L’inaugurazione della struttura (che ha richiesto l’utilizzo di 1.400 tonnellate di acciaio e 600 di calcestruzzo ad Alta Resistenza con Rck 85) avrebbe dovuto tenersi lo scorso 21 aprile, ma l’impiego di una partita fallata di 2mila doghe di legno bankirai (larghe 14 centimetri e mezzo e spesse circa 5 cm), prima inserite, poi smontate e sostituite con nuovi listoni, ha causato lo slittamento della data di opening della struttura.
A dar corpo al ponte è un impalcato sorretto da due archi ribassati in acciaio – 190 metri di lunghezza e 22 metri di larghezza massima nella parte centrale – poggiati su una piattaforma in cemento armato, progettata come spazio pubblico sul fiume. Inizialmente sviluppata come funzione ciclo-pedonale, poi tramutata in ponte carrabile, l’infrastruttura collega il Lungotevere Flaminio, in riva sinistra, in corrispondenza di Piazza Gentile da Fabriano, al vertice del tridente formato da Via Guido Reni, viale Pinturicchio e viale del Vignola, con il lungotevere Maresciallo Cadorna, lungo la riva destra del fiume. In questo modo il quartiere Flaminio gode di un nuovo link con il Palazzetto dello sport, l’Auditorium di Piano, il Maxxi, e il quartiere della Vittoria, dove hanno sede il complesso sportivo del foro Italico, il Museo del genio e l’Auditorium della Rai.
“La soluzione proposta – spiegano gli autori del progetto – è caratterizzata dall’inclinazione dei due archi rispetto al piano verticale e dall’assenza di un loro collegamento orizzontale nella zona sovrastante l’impalcato. Ciò consente una particolare leggerezza dell’immagine architettonica e l’eventualità di separare una corsia carrabile centrale dai due percorsi pedonali che si affacciano senza ostacoli sul fiume.
Le imposte in calcestruzzo armato che riportano alle fondazioni le spinte degli archi proseguendone lo sviluppo fino al suolo, sono utilizzate anche come elementi di collegamento tra il piano di calpestio del ponte e le rive attrezzate del Tevere. L’accessibilità è favorita dall’assenza di raccordi in pendenza a scale e la sezione dell’impalcato consente una ottimale flessibilità d’uso del ponte”.
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