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Iotti Pavarani Architetti vince il Premio Fondazione Renzo Piano
Segnalata la Domus Technica - Centro Di Formazione Avanzata Immergas
Autore: rossella calabrese
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Piano premia Iotti e Pavarani. © RPBW, foto Stefano Goldberg, PUBLIFOTO Genova Piano premia Iotti e Pavarani. © RPBW, foto Stefano Goldberg, PUBLIFOTO Genova
27/06/2011 – Si è conclusa con la vittoria di Iotti Pavarani Architetti la Prima Edizione del Premio Fondazione Renzo Piano ad un giovane talento, promosso dalla Fondazione Renzo Piano e dall'Associazione Italiana di Architettura e Critica_ presS/Tfactory.
 
Principale intendimento del contest è valorizzare l'architettura di qualità ideata dai giovani progettisti e promuoverne la conoscenza. Nello specifico il riconoscimento viene attribuito a un'opera costruita, realizzata da un architetto italiano sotto i quaranta anni, in cui esigenze tecnologiche e costruttive siano coniugate ad un'innovativa e poetica ricerca spaziale.
 
Di Iotti Pavarani Architetti è stata premiato l’edificio Domus Technica - Centro Di Formazione Avanzata Immergas. La struttura ospita sale didattiche e dimostrative dedicate alla formazione di tecnici e professionisti sulle tecnologie impiantistiche di nuova generazione legate allo sfruttamento di risorse rinnovabili, verso le quali l’azienda produttrice di caldaie ha esteso la propria ricerca e produzione. L’edificio si configura come “laboratorio aperto”, spazio di lavoro e accoglienza, in cui le scelte distributive, tecniche e impiantistiche contribuiscono a creare una macchina sofisticata e flessibile, capace di funzionare alternativamente con le tecnologie “esposte” (producendo interamente l’energia necessaria al proprio fabbisogno e contribuendo anche ad erogare l’energia in eccesso all’edificio per uffici esistente). Il progetto cerca la migliore interpretazione del luogo in termini di impianto, scala, linguaggio, scelte tecniche e materiali; si persegue l’obiettivo di una architettura essenziale che sappia interagire con l’intorno, affermando al contempo un principio di novità, con un volume traslucido compatto che richiama la vocazione industriale del contesto e la riscatta con un’immagine ricercata ed evocativa di “luogo tecnico”. Il team ha ricevuto un premio pari a 10mila euro.
 
Una menzione speciale è stata attribuita ex aequo agli studi ARCò per la Scuola AbuHindi e a Carlorattiassociati | carlo ratti & walter nicolino per il Digital Water Pavillion a Zaragoza.
 
La Scuola nel Deserto” di ARCò è un progetto di cooperazione internazionale perla comunità beduina di Abu Hindi, stanziata a sud di Gerusalemme Est. La scuola esistente era un aggregato di locali in lamiera, inadeguata allo svolgimento delle lezioni. Le scelte architettoniche compiute hanno trasformato la struttura esistente in un edificio climaticamente confortevole ed energicamente sostenibile Il nuovo tetto sollevato e inclinato ha creato nuove aperture. Queste misurano 60 cm di altezza sul lato ovest e 30 cm sul lato est e assicurano la ventilazione naturale. Le pareti esterne sono state trattate con un sistema di strati che realizzano una sezione finale di 34 cm di spessore, disposti dall’interno all’esterno nel seguente modo: intonaco di calce, cannucciato di bambù che contiene la spinta dell’argilla mista a paglia, lo strato in argilla e paglia, l’esistente lastra di alluminio zincato, un’intercapedine d’aria e un pannello schermante esterno in bambù. Le aule sono state pavimentate con assi di legno su massetto a secco e i tavolati interni di separazione sono stati ricostruiti con mattoni in terra cruda, rivestiti di un intonaco di calce bianca.
 
Per la città di Saragozza, sede dell’Expo mondiale del 2008 dedicata al tema dell’acqua, Carlorattiassociati ha progettato il Digital Water Pavilion. Adibito a ufficio del turismo durante la manifestazione del 2008, il padiglione è stato trasformato in un caffè e in un infobox relativo al progetto Milla Digital. La sfida è stata quella di usare l’acqua – tema dell’Expo 2008 – come elemento architettonico. Le pareti sono composte da gocce d’acqua a controllo numerico, che possono generare scritte, pattern o varchi d’accesso. Il risultato è uno spazio interattivo e riconfigurabile in cui ogni parete può diventare potenzialmente un ingresso o un’uscita, mentre le partizioni interne possono spostarsi in funzione del numero di persone presenti nel padiglione. Unici elementi materici due box e il tetto: quest’ultimo è una sorta di sipario che può muoversi verticalmente e appiattirsi a terra annullando l’intero padiglione.
 
Il Premio nelle parole di Renzo Piano
 
“Per capire come è nata l’idea di questo premio di architettura bisogna tornare a qualche mese fa, quando Luigi Prestinenza Puglisi è venuto a trovarmi nel mio studio di Parigi. Ci siamo messi a chiacchierare; ho sempre apprezzato la libertà di spirito di Luigi, e la sua allegra informalità. Una delle nostre passioni comuni sono i giovani, e fra tutti i giovani quelli che forse ci stanno più a cuore sono quelli che oltre che giovani sono architetti. I giovani architetti. Se poi sono giovani, architetti e italiani allora è il massimo. Per questo abbiamo pensato di istituire questo premio, destinato ad architetti italiani under 40 che abbiano realizzato un progetto.
In questo catalogo trovate la loro storia e i loro edifici.
 
Devo dire una cosa: per me i giovani sono una speranza e un leggero rimorso. Perché fra le tante attività che ho intrapreso non c’è mai stato l’insegnamento. Me ne è mancato il tempo, o forse non era fra le mie inclinazioni. Ho sempre però creduto che insegnare ai giovani sia un mestiere nobile e necessario: ho deciso di farlo ora, nell’unico modo di cui sono capace, ovvero portandoli a bottega con me e incoraggiandoli nei primi anni della professione, che spesso sono gli anni più difficili e spietati. Così è nata la Fondazione che porta il mio nome, che promuove questo premio ed una serie di borse di studio, interamente finanziate da noi, per quattordici studenti selezionati da Università di tutto il mondo. Questi ragazzi vengono in ufficio, lavorano con noi per sei mesi, sono regolarmente pagati com’è giusto che sia, e poi ripartono.
 
Ho spesso detto, e continuo a ripetere, che quello dell’architetto è un mestiere avventuroso, di frontiera, sempre in bilico tra arte e scienza, al confine tra la sfida dell’invenzione e la prudenza della storia. È un mestiere straordinario, il migliore che poteste scegliere: fatelo con coraggio e umiltà. E buona fortuna”.
 
 

  Scheda progetto: Domus Technica Immergas
Roland Halbe
Vedi Scheda Progetto
Roland Halbe
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Iotti + Pavarani Architetti
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Iotti + Pavarani Architetti
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Iotti + Pavarani Architetti
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Iotti + Pavarani Architetti
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Iotti + Pavarani Architetti
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  Scheda progetto: Wadi Abu Hindi school in the desert
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  Scheda progetto: Digital Water Pavilion
Carlo Ratti
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Carlo Ratti
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Piano premia Arcò. © RPBW, foto Stefano Goldberg, PUBLIFOTO Genova
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  Scheda progetto:
Iotti + Pavarani Architetti

Domus Technica Immergas
  Scheda progetto:
ARCò Architettura e Cooperazione

Wadi Abu Hindi school in the desert
  Scheda progetto:
carlorattiassociati

Digital Water Pavilion

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